parliamo di glutammina
ho sentito vari runners sostenere che migliora il recupero, a me sembra che se la uso non sento dolori dopo un allenamento, mi sembra tamponi l'acido lattico
glutammina
Moderatori: filattiera, runningmamy, grantuking, Hystrix, HappyFra
-
- Aspirante Maratoneta
- Messaggi: 202
- Iscritto il: 18 giu 2015, 17:50
- Località: varese
glutammina
Brooks Glycerine 13 + Noene 2mm
TomTom Runner Cardio
Stralugano 2015 10km 55
TomTom Runner Cardio
Stralugano 2015 10km 55
-
- Maratoneta
- Messaggi: 398
- Iscritto il: 18 feb 2014, 19:33
Re: glutammina
La glutammina trova il suo più importante utilizzo come protettore del sistema immunitario.
Dal punto di vista del recupero, in letteratura ci sono dati contrastanti, sembra infatti che possa fungere da detossificante dell'amoniaca e che accelleri il ripristino delle scorte di glicogeno a livello epatico.
Detto ciò, secondo la mia esperienza, è un integratore da usare solo se ci sentiamo veramente scarichi, al limite del sovrallenamento per vedere di tamponare la situazione.
Dal punto di vista del recupero, in letteratura ci sono dati contrastanti, sembra infatti che possa fungere da detossificante dell'amoniaca e che accelleri il ripristino delle scorte di glicogeno a livello epatico.
Detto ciò, secondo la mia esperienza, è un integratore da usare solo se ci sentiamo veramente scarichi, al limite del sovrallenamento per vedere di tamponare la situazione.
-
- Aspirante Maratoneta
- Messaggi: 202
- Iscritto il: 18 giu 2015, 17:50
- Località: varese
Re: glutammina
Nonostante sia stata isolata nel 1883, e sintetizzata per la prima volta
già nel 1933; solo a partire dai primi anni ’90 ha guadagnato un nuovo
interesse.
Classificata tra gli amminoacidi non essenziali, ovvero tutti
quegli ammonoacidi che il nostro corpo è in grado di sintetizzare a partire da
altri amminoaacidi ogni qual colta non sia in grado di soddisfare la loro
richiesta con la sola alimentazione, inizialmente non aveva attirato per nulla
l’attenzione, perlomeno fino a quando si è riscontrato che, in certe situazioni
stressanti come traumi, degenze post-operatorie, infurtuni e perfino allenamenti
intensi, la sintesi della glutammina da parte del corpo non era in grado di
soddisfare l’aumentata richiesta.
In questo breve articolo cercherò di
esporvi perlomeno le principali funzioni biologiche di questa interessante
molecola Cerchermo di comprendere, quindi, quanto possa essere essenziale un
amminoacido “non essenziale”.
STRUTTURA E BIOSINTESI
La
glutammina (abbreviabile con “Gln” e “Q”), o meglio “5-ammide dell'acido 2
-ammino-1,5-pentandioico” è a tutti gli effetti l’ammide del glutammato: infatti
la sua catena laterale è un ammide costituita dalla sostituzione della catena
laterale di glutammato con un gruppo funzionale dell’ammina.
La sua formula
molecolare è: C5H10N2O3
[Immagine: 200px-Amminoacido_glutammina_formula.svg.png]
Le
fonti proteiche di origine animale sono relativamente povere di glutammina,
arrivando a un massimo di 5-8% rappresentato dalla caseina. Al contrario molte
fonti proteiche vegetali ne possiedono un contenuto elevato, e fra tutte
spiccano le proteine del grano che possono superare il 30% del contenuto
proteico totale (in forma idrolizzata, vi si ricava glutammina peptidica da
impiegare come integratore). Le proteine animali apportano principalmente
un’altro amminoacido: l'acido glutammico.
[Immagine: 180px-Amminoacido_acido_glutammico_formula.svg.png]
L'acido
glutammico o glutammato (Glu o E) può seguire diverse vie metaboliche e, tra le
altre, può essere convertito in glutammina degli enzimi glutammina sintentasi e
glutaminase.
[Immagine: glutammina.gif]
Questa reazione
avviene frequentemente nelle cellule ed è di notevole importanza in quanto fa
parte del sistema di trasporto dell’ammoniaca che, in forma legata, perde la sua
citotossicità. Come vedete si tratta comunque di un processo reversibile e che
permette la risintesi dell'acido glutammico a partire dalla glutammina, ciò
avviene principalmente all’interno di fegato e cervello. All’interno del tessuto
muscolare la glutammina viene principalmente sintetizzata a partire dagli
amminoacidi arginina, ornitina e prolina, ma in caso di bisogno anche i BCAA
leucina, valina e isoleucina (con un contributo maggiore della prima) possono
essere impiegati nel processo di sintesi. In sintesi possiamo dire che nel corpo
umano sono vari i siti in cui può essere sintetizzata la glutammina e,
nonostante il principale rimangano i muscoli, ciò può avvenire anche all’interno
di polmoni, fegato, cervello e, perfino, adipe, ed è in grado di produrrne un
quantitativo che oscilla dai 50 ai 120g al giorno, quantitativo che, come
vedremo, in varie situazioni non è sufficente a coprirne il fabbisogno.
RUOLO FISIOLOGICO
Sembra incredibile come una sostanza
considerata non essenziale, in quanto sintetizzabile a partire da altre, possa
essere tanto abbondante e indispensabile nell’organismo. Si tratta, infatti, di
un amminoacido dalla presenza imponente, basti pensare che da solo rappresenta
il 65% del contenuto di amminoacidi all’interno del muscolo (che è anche la sede
principale della sua biosintesi) dove la sua concentrazione si aggira
approssimativamente intorno alle 35 mmol/l, ma si trova in abbondanza anche in
altri organi quali reni e midollo spinale. Inoltre vanta una abbondante
presenza all’interno del plasma sanguigno, circa il 20% del contenuto totale di
amminoacidi (ovvero circa 500-900 µmol/l di sangue), e nel liquido
cefalorachidiano.
In ognuna di queste sedi svolge ruoli di grande
importanza, direttamente o come precursore di altre molecole. Cerchiamo, ora, di
vedere almeno le sue principali funzioni all’interno di organi e apparati.
INTESTINO
La glutammina è impiegata come principale substrato
energetico dagli enterociti: le cellule che compongono le pareti intestinali.
Gli enterociti si distaccano circa ogni tre giorni ed è necessario, quindi, un
apporto di glutammina per poterle sostituire. Le ricerche hanno dimsotrato come
circa il 40% della glutammina totale impiegata dall’organismo viene spesa per la
sintesi e la sostituizione delle cellule gastrointestinali. Certo è vero che
questo continuo fabbisogno di glutammina delle cellule intestinali arriva a
consumare fino all’85% di una dose, e questo e certamente il principale problema
delle assunzioni orali, ma non dobbiamo scordare che questo processo è vitale
per preservare l’integrità delle cellule sulle pareti viscerali.
RENI
A seguito di attività fisica è normale riscontrare un’elevata acididosi
metabolica, derivante da un incremento degli acidi organici come scorie azotate
e i chetoni, prodottidi scarto delle reazioni metaboliche indotte dall’esercizio
fisico. La glutammina viene scomposta nei reni e convertita in ammoniaca che a
sua volta si converte in ammonio, uno ione che tampona i livelli elevati di ione
idrogeno indotti dall’attività fisica. Ma non solo l’attività fisica porta a un
maggiore consumo di glutammina da parte dei reni: l’alimentazione influenza
questo processo, forse, in misura persino maggiore. I ricercatori hanno,
paradossalmente, riscontrato come i livelli ematici e muscolari di glutammina
più bassi possano essere riscontrati in bodybuilding e powerlifting piuttosto
che in praticanti di altri sport come nuotatori e ciclisti. Ciò è certamente
correlato alla maggiore assunzione alimentare di proteine che tende a indurre
livelli più bassi di glutammina a causa dell’aumentata acidità indotta dalle
diete iperproteiche. Ciò può essere ulteriormente aggravato in regimi alimentari
che abbinano a un quantitativo alto di proteine, una elevata percentuale di
grassi, dato che acidi grassi liberi e corpi chetonici aumentano ulteriormente
l’acidosi metabolica. La glutammina rappresenta anche il sub-strato preferito
per il processo di gluconeogenesi nei reni, seeguita dall’alanina (gli altri
vengono, invece, convertiti principalmente nel fegato. Può essere riconvertita
in α-ketoglutarato e, quindi, essere sfruttata a fini energetici nel ciclo di
Krebs (o dell’acido citrico)
FEGATO E SISTEMA IMMUNITARIO
La
Glutammina è il combustibile preferito dalle delle cellune del sisema
immunitario, essa è direttamente coinvolota nella nucleogenesi di cellule a
proliferazione rapida e, in quanto donatore degli atomi di azoto 3 e 9 del
nucleo purinico, può contribuire a una migliore produzione di globuli bianchi.
Svariate ricerche indicano come l’aumento della disponibilità orale di
Glutammina può effettivamente migliorare le risposte immunitarie che implicano
le citokine che originano dai macrofagi o dalle cellule T sintetizzate nel timo
(da cui appunto la lettare T). In particolare la Glutammina si è dimostrata la
sostanza principalmente coinvolta nella stimolazione di monociti e macrofagi,
nonchè degli epatociti prodotti dal fegato. Al loro volta queste cellule
rilasciano mediatori infiammatori come l’interleucina-1, l’interleucina-6 e il
fattore alfa di necrosi tumorale. A riprova del suo ruolo durante i processi
infettivi e infiammatori vi sono in letteratura riferimenti a sue alterazioni in
pazienti chirurgici gravi (in particolare ustionati gravi), affetti da
immuno-deficenza causata da infezioni virali o alterazioni ormonali (in
particolare aumento di ormoni tiroidei). Nonchè naturalmente in atleti
sottoposti a esercizio fisico strenuo e prolungato e quindi a rischio di
infezioni. In ogniuno di questi casi si è riscontrato un maggiore consumo di
glutammina muscolare, e un miglioramento della risposta
pro-infettiva/infiammatori quando questa era supplementata. La glutammina, come
abbiamo visto, può essere sisnetizzata a partire dal'acido glutammico con
l’ammoniaca e l’organismo è in grado di invertire il processo riformando il
glutammato al bisogno. Questo amminoacido, tra le altre cose, coopera con
cisteina e glicina alla formazione del glutatione, tripetide solforato nonchè
princiale antiossidante cellulare, che avviene nel fegato (e con tale premessa
risulta comprensibile il maggiore assorbimento della glutammina da parte del
fegato durante l’attività fisica). Il glutatione ricopre un ruolo di estrema
importanza nell’organismo, sia in quanto responsabile del 90% del lavoro
antiossidante di compensazione dello stess ossidativo nei mitocondri, sia per un
suo effetto diretto sulla regolazione delle cellule del sistema immunitario. A
questo punto è evidente come la glutammina svolga un ruolo importante nella
regolazione della risposta immunitaria e anti-ossidante del organismo.
SISTEMA NERVOSO
La glutammina è una delle poche sostanze
effettivamente in grado di penetrare agevolmente la barriera emato-encefalica
per poter entrare nel cervello. Il suo ruolo principale nel cervello è quello di
disintossicarlo dall’ammoniaca risultante dal normale metabolismo proteico che,
se accumulata, porterebbe l’organismo in uno stato soporoso. Inoltre svolge
funzione energetica per le cellule nervose, qualora le riserve di glucosio non
fossero sufficenti a sostenere le funzioni neurali. La glutammina ricopre anche
un ruolo importante come precursore dell'acido glutammico (processo che, come
abbiamo visto, avviene anche nel fegato), che nel sistema nervoso svolge il
ruolo di neurotrasmettiore ad azione eccitatoria e, a sua volta, di precursore
del acido gamma-amminobutirrico (GABA), neurostramettiore con azione
tranquillante sulla funzione neurale. Visti i suoi innumerevoli benefici a
livello cerebrale, il cervello stesso è in grado di sintetizzare glutammina,
sebbene solo in dosi troppo limitate specie in situazioni di stress. Nelle
situazioni di stress, il cervello può drenare la glutammina dai depositi
periferici quali fegato, reni ma sopratutto e principalmente nei muscoli
scheletrici dove l’ATP è costretto a produrre più glutammina per compensarne la
perdita. Come è evidente questo non solo porta al consumo delle riserve di
glutammina (che come visto non impiegano poco tempo a riformarsi), ma anche a
una ridotta disponibilità di ATP per la contrazione muscolare.
SISTEMA
MUSCOLO-SCHELETRICO
Come abbiamo già accennato, la glutammina rappresenta il
più abbondante amminoacido nei muscoli, costituendo da sola oltre il 60% del
pool amminoacidico della muscolatura, e che questo è il princiaple sito in cui,
all’interno del corpo, avviene la sua sintesi. Alcuni studi hanno messo in
evidenza come le fibre di tipo I a contrazione lenta immagazzinino il triplo di
glutammina di quelle di tipo II a contrazione veloce. Ciò è stato collegato alla
capacità della glutammina di agire da sub-strato energetico per la sintesi del
glucosio (tramite gluconeogenesi). L’effetto più evidente di un alto
quantitativo di glutammina all’interno dei muscoli resta, comuque, quello di
volumizzazione. Le ricerche hanno mostrato che il passaggio della glutammina
all’interno della cellula muscolare può aumentarne il volume, favorendo il
passaggio di acqua, ioni e amminoacidi (nonchè di loro derviati come la
creatina). Aumentare l’idratazione cellulare fa inviare un segnale anabolico che
inizia la reazione di sintesi proteica, al contrario uno stato di disidratazione
favorisce il verificarsi del catabolismo muscolare. Nonostante siano svariate le
sostanze che favoriscano una miglirore idratazione muscolare, come ad esempio
insulina e potassio, pare che tra tutte la glutammina sia, sotto questo aspetto,
la più efficace.
...se il tessuto muscolare smettesse di sintetizzare la
glutammina... ciò comporterebbe un aumento della scomposizione delle proteine
muscolari, ossia del catabolismo, inibendo al tempo stesso la sintesi proteica
muscolare, cosa che spiega perchè il tasso di sintesi proteica per la gutammina
è più elevato rispetto ad ogni altro amminoacido
Nonostante i pareri
discordanti la maggioranza degli esperti tende a concludere che la glutammina è
effettivamente un mediatore diretto della crescita e che, in ogni caso, una sua
presenza abbondante nel tessuto muscolare è correlabile a una migliore sintesi
proteica. Un apporto adeguato di glutammina può autare anche a prevenire lo
stato catabolico. In uno stato di carenza di nutrienti la relativa mancanza di
glutammina aumenta la perdita muscolare, al contrario è possibile limitarla nel
breve tempo, perfino in caso di digiuno, con somministrazioni costanti di questo
amminoacido. Lo stesso effetto volumizzatore, che abbiamo associato allo stato
anabolico, è un aiuto alla diminuzione della proteolisi muscolare. Inoltre la
glutammina favorire l’aumento del deposito di glicogeno muscolare, attraverso un
meccanismo ancora, parzialmente, sconsociuto (probabilmente dovuto in parte ai
suoi effetti sulla produzione endocrina di Insulina e IGF-1).
INFLUENZE ORMONALI
L’assorbimento e l’impiego della
glutammina, come d’altra parte ogni altra sostanza che si trovi all’interno
dell’organismo umano, sono fortemente regolati dagli ormoni prodotti dalle
prinicpali ghiandole endocrine. In aggiunta a questo la glutammina stessa
produce alterazioni nella produzione di questi messaggi chimici, aumentandone o
limitandone la produzione in concomitanza con la sua assunzione. Vediamo ora
come alcuni dei principali ormoni di nostro interesse interagiscano con la
glutammina e essa con loro.
Cortisolo: Quando il cortisolo è alto, tutte
le riserve di glutammina vengono esaurite. Il cortisolo forza intestino e fegato
affinchè aumentino il consumo di glutammina e lavora con il glucagone nel fegato
per distruggere la glutammina. Il cortisolo, però, incrementa anche l’attività
della glutammina sintetasi, l’enzima muscolare che catalizza la sintesi di
glutammina, ma questo processo non è sufficente a coprire le perdite di
glutammina indotte dai livelli alti di cortisolo. Ancora più importante è
l’alterazione dell’equilibrio sodico indotto dal cortisolo, che porta a un grave
sbilanciamento della glutammina all’interno dei muscoli e un accelerazione della
sua fuoriuscita.
L’insulina: La glutammina è uno degli amminoacidi il
cui passaggio all’interno dei muscoli può essere davvero potenziato dall’azione
dell’insulina. Ciò è dovuto essenzialmente all’azione positiva che esercita sul
meccanismo della pompa sodica: l’insulina aiuta i muscoli a sbarazzarsi del
sodio in eccesso, proprità decisamente utile dato l’eccesso di sodio muscolare
conseguente a una sessione d’allenamento. Da notare come i benefici anabolici di
insulina e glutammina si massimizzino a vicenda: L’insulina facilita
l’assimilazione all’interno dei muscoli della glutammina che a sua volta
favorisce il picco insulinico.
GH e IGF-1: Esattamente come l’insulina,
anche l’ormone della crescita (GH) lavora in sinergia con la glutammina. Si è
notato come la somministrazione orale di glutammina sia in grado di innalzare la
produzione di GH, ma è altrettanto vero che il GH stesso favorisce la
preservazione della Glutammina. Sintestizzando possiamo dire che ne limita lo
spreco sotto forma di urea e, invece di permettere che venga persa con l’urina,
la rimette in circolo trasformadola in glutammato che a sua volta verrà
riconvertito in glutammina all’interno dei muscoli. Altro meccanismo di
conservazione della glutammina che mette in atto è a carico dell’equilibrio
acido-base. Come visto in precedenza la glutammina viene impiegata, tra l’altro,
per tamponare l’eccessiva acidità indotta dall’accumulo di lattato. Il GH aiuta
i reni a eliminare il carico dell’acido riducendo il consumo di glutammina. Il
fattore di cresita insulino-simile (IGF-1) condivide molti degli effetti
positivi dell’insulina sulla glutammina, in particolare ne favorisce il
trasporto all’interno dei muscoli. Purtroppo recentemente si è scoperto che un
eccesso di GH, nell’esperimento indotto tramite somministrazioni endovenose,
sopprime la sintesi di glutammina nella muscolatura. E’ comunque plausibile che
un meccanismo simile si possa riscontrare solo su chi fa uso terapeutico o atto
al potenziamento atletico di ormone della crescita.
Testosterone: Pare
che un aumento di androgeni favorisca una preservazione di glutammina muscolare
durante situazioni di stress catabolico. Nonostante tale effetto sia
attribuibile per la maggiore all’azione sinergica che i precursori degli ormoni
androgeni hanno nei confronti di molti degli ormoni discussi in precedenza, una
parte è comunque riconducibile a un azione diretta del testosterone. Secondo un
recente studio sembrerebbe che la glutammina sia in grado di promuovere egli
stessa il rilascio di gonadrotopina, un ormone che favorisce la sintesti di
tesosterone.
Benissimo, detto questo termino la parte puramente,
o quasi, teorica.
Prossimamente parleremo del suo ruolo come integratore
nella pratica sportiva e, sopratutto, del modo migliore di assumerle. Non vi
preoccupate troppo comunque, non si tratterà certo di un testo barboso come
questo dato che, comunque, il suo valore come integratore è strettamente
connesso con quanto ho riportato quì.
Vi lascio, per ora, con questa frase
che mette in relazione la glutammina con lo stato di sovrallenamento che
riprenderemo più avanti.
...Il superallenamento spesso comporta un
aumento dei livelli di cortisolo in abbinamento ad una riduzione di quelli degli
ormoni anabolici, compreso il testosterone, un depauperamento delle riserve di
glicogeno e un ottundamento della risposta immunitaria. Svariati ricercarcatori
hanno suggerito che una diminuzione dei livelli di glutammina è un marker
biochimico del superallenamento perchè la glutammina contrasta i fattori
negativi che ne derivano...
INTEGRAZIONE DELLE GLUTAMMINA A FINI
SPORTIVI
Come abbiamo visto in precedenza, la glutammina, da sostanza
non essenziale quale effettivamente è, si è guadagnato la fama di aminoacido
“condizionatamente essenziale”, data la sua utilità in condizioni di aumentato
stress psico fisico quali possono essere l’intenza attività fisica è una dieta
non equilibrata (specialmente se povera di carboidrati e ricca di alimenti
“acidi” come risultano essere le fonti proteiche e lipidiche). Già da questa
premessa ne possiamo dedurre l’utilità come integratore nella pratica sportiva.
Volendo riassumere gli effetti principali dell’integrazione di glutammina,
questi sono:
- Rafforzamento delle difese immunitarie.
- Azione
antiossidante (stimolazione della produzione di glutatione)
- Aumento della
produzione di ormone somatotropico (GH)
- Aumento della capacità di recupero
muscolare
- Volumizzazione delle cellule muscolari
- Azione
disintossicante dall’ammoniaca
- Lucidità mentale
Ancora più
importante ai fini del potenziamento muscolare è la sua correlazione con
l’aumento dell’indice anabolico. Durante la fine degli anni Ottanta, infatti, i
ricercatorni hanno scoperto una correlazione tra maggiori percentuali di
glutammina intramuscolare e un aumentato tasso di sintesi proteica. In realtà
risulta ancora poco chiaro se il fenomeno sia una causa, ovvero la crescita
accelera perchè c’è più glutammina disponibile, oppure una conseguenza, ovvero
se lo stimolo favorisce l’afflusso di glutammina nel tessuto, dell’anabolismo.
In ogni caso risulta evidente l’importanza di mantenere percentuali alti di
questo amminoacido nei muscoli.
A tale proposito possiamo visionare
brevemente gli obbiettivi e le tecniche su cui lavorare per una completa
gestione della glutammina muscolare.
Ridurre lo spreco di glutammina
indotto dall’allenamento
Di possibili metodi per preservare la glutammina
durante sforzi ad alta intensità ne possiamo individuare facilmente varie. In
primo luogo è possibile sfruttare a nostro vantaggio la produzione di alcuni
ormoni, fra tutti è bene ricordare l’insulina che, durante l’allenamento, cala
rapidamente (insieme ai livelli di glucosio). Questo porta ad un innalzamento di
glucagone e di cortisolo che, come visto, è deletereo sui livelli di glutammina.
Per evitare ciò è consigliabile l’assunzione di carboidrati a lento rilascio
nelle ore precedente alla sessione di allenamento, naturalmente meglio se
abbinata a una fonte proteica ricca in glutammina o BCAA (suoi precursori
principali) come possono essere le proteine derivanti dalla caseina o dal siero.
Alcuni autori consigliano l’assunzione durante la sessione stessa di una miscela
di carboidrati semplici ma, personalmente, ritengo che un simile metodo possa
indurre un eccessiva stimolazione insulinica, specialmente in soggetti sensibili
che possono incorrere in stati ipoglicemici controproduttivi, nonchè a un
rallentamento dei processi catabolici di produzione di energia (specialmente
quelli inerenti al tessuto lipidico).
Al contrario può essere interessante
valutare la possibilità di assumere prima della sessione integratori che possono
preservare le riserve di glutammina o che agiscano a livello ormonale.
Tra
tutti citiamo i BCAA che, in quanto precursori della glutammina e non soggetti
al “rapimento” ad opera degli enterocitri intestinali e del sistema immunitario,
giungono rapidamente nel tessuto muscolare dove possono essere impiegati come
sub-strato nella sintesi di glucosio preservando la glutammina stessa da questo
processo, oppure per sintetizzare rapidamente nuova glutammina. Ciò li rende più
idonei della glutammina stessa nel frangente dell’integrazione precedente
all’allenamento.
A livello ormonale possiamo provvedere stimolando la
produzione di testosterone (tramite estratti vegetali come il Tribolo Terrestre,
il Fieno Greco ecc..) o combinazioni di minerali e vitamine quali lo ZMA. Alcuni
sostengono l’utilità di assumere prodotti che innalzino i livelli di GH o che
limitino la produzione di cortisolo (fosfodilserina e vitamina C), ma
generalmente non mi si trova d’accordo in entrambi i casi (sopratutto nel
primo).
Riempire le riserve di glutammina per prevenirne una carenza
E’ molto importante ripristinare le riserve di glutammina conseguenti alla
sessione di allenamento. A tale scopo è consigliabile assumere carboidrati ad
assorbimento rapido e proteine nei 30 minuti successivi alla sessione
d’allenamento. Il pasto (in questo frangente è consigliabile sotto forma
liquida) contrasta il calo di glutammina a breve termine conseguente
all’allenamento. E’ in questo frangente che l’integrazione di glutammina torna
effettivamente utile, ma non con una unica dose pesante (che per alcuni arriva a
10g) subito dopo l’allenamento, ma bensì con piccole assunzioni protratte nel
tempo. Dovete sapere, infatti, che l’aumentato consumo di glutammina conseguente
a uno sforzo intenso non cessa col cessare dello sforzo (come accade con la
creatina), ma, data la vastità dei processi biologici in cui è impiegata (tra
tutti l’aumentato carico ossidativo, l’alterazione del Ph ematico, l’aumentata
produzione di scorie azotate, ecc..), questo perdura per svariate ore. Per
aiutare il corpo a contrastare la perdita a lungo termine di glutammina una
metodologia che si è rivelata molto efficace è l’assunzione di piccole dosi pari
a 2-3g ogni ora nelle quattro ore successive all’allenamento. E’ facile,
comunque, intuire quanto possa essere fastidioso essere vincolati ad assumere 2
o 3 compresse (ancora peggio se invece assumete la forma in polvere) ogni ora e,
a tal proposito, si possono ottenere risultati comunque più che soddisfacenti
limitandosi a due assunzioni più consistenti (pari a circa 5-6g) una
nell’immediato post allenamento e la seconda circa 90 minuti più tardi.
L’importanza del alimentazione e integrazione nel dopo allenamento è dovuta, non
solo all’abbassamento di cortisolo e all’innalzamento dell’insulina, ma anche
alla stimolazione dell’ormone somatotropeico che, come visto, è strettamente
connesso allo stoccaggio e alla preservazione di glutammina intramuscolare che a
sua volta risulta uno stimolo nella produzione dell’ormone stesso. A tale
proposito può essere utile valutare la possibilità di una ulteriore assunzione
prima di corricarsi, allo scopo di sfruttare, per l’appunto, la sua azione
sinergica con la produzione di IGF-1 e Gh.
E’ quindi bene ricordarsi
che, in generale:
- Il Gh è della massima importanza per preservare la
glutammina e caricarne percentuali maggiori nei muscoli.
- L’insulina ne
accellera il trasporto che, in sua mancanza, avviene ad un ritmo limitato (ma
avviene comunque)
- Livelli di cortisolo eccessivi favoriscono lo “spreco”
della glutammina riducendo di molto l’efficacia di una sua integrazione.
Note bibliografiche:
J. Brainum “L’amminoacido più
versatile” Applied Metabolics
Dr. H. Kremer “Nuove conoscenze del sistema
immunitario” (Rimini, 8 aprile 2001)
Dr. R. Cocchi “Paper presented at 3rd
World Congress on Stress” (Dublino 24-27 settembre 2000)
Dr. M. Buonavita e
Dr. E. Marazzo “Alla scoperta della glutammina peptidica” Olympian’s news (n°54
– 2003)
J. T. Brosnan “Glutamate, at the Interface between Amino Acid and
Carbohydrate Metabolism” Journ. Nut. 130 (suppl): 988S–990S. (2000)
J.
Antonio e C. Street “Glutamine: a potentially useful supplement for athletes”
Appl Physiol 24:1-14. (1999)
Wikibooks: “Biosynthese und Abbau von
L-Glutamin”
http://www.bodybuilding.it/topic,21385,I...mmina.html
già nel 1933; solo a partire dai primi anni ’90 ha guadagnato un nuovo
interesse.
Classificata tra gli amminoacidi non essenziali, ovvero tutti
quegli ammonoacidi che il nostro corpo è in grado di sintetizzare a partire da
altri amminoaacidi ogni qual colta non sia in grado di soddisfare la loro
richiesta con la sola alimentazione, inizialmente non aveva attirato per nulla
l’attenzione, perlomeno fino a quando si è riscontrato che, in certe situazioni
stressanti come traumi, degenze post-operatorie, infurtuni e perfino allenamenti
intensi, la sintesi della glutammina da parte del corpo non era in grado di
soddisfare l’aumentata richiesta.
In questo breve articolo cercherò di
esporvi perlomeno le principali funzioni biologiche di questa interessante
molecola Cerchermo di comprendere, quindi, quanto possa essere essenziale un
amminoacido “non essenziale”.
STRUTTURA E BIOSINTESI
La
glutammina (abbreviabile con “Gln” e “Q”), o meglio “5-ammide dell'acido 2
-ammino-1,5-pentandioico” è a tutti gli effetti l’ammide del glutammato: infatti
la sua catena laterale è un ammide costituita dalla sostituzione della catena
laterale di glutammato con un gruppo funzionale dell’ammina.
La sua formula
molecolare è: C5H10N2O3
[Immagine: 200px-Amminoacido_glutammina_formula.svg.png]
Le
fonti proteiche di origine animale sono relativamente povere di glutammina,
arrivando a un massimo di 5-8% rappresentato dalla caseina. Al contrario molte
fonti proteiche vegetali ne possiedono un contenuto elevato, e fra tutte
spiccano le proteine del grano che possono superare il 30% del contenuto
proteico totale (in forma idrolizzata, vi si ricava glutammina peptidica da
impiegare come integratore). Le proteine animali apportano principalmente
un’altro amminoacido: l'acido glutammico.
[Immagine: 180px-Amminoacido_acido_glutammico_formula.svg.png]
L'acido
glutammico o glutammato (Glu o E) può seguire diverse vie metaboliche e, tra le
altre, può essere convertito in glutammina degli enzimi glutammina sintentasi e
glutaminase.
[Immagine: glutammina.gif]
Questa reazione
avviene frequentemente nelle cellule ed è di notevole importanza in quanto fa
parte del sistema di trasporto dell’ammoniaca che, in forma legata, perde la sua
citotossicità. Come vedete si tratta comunque di un processo reversibile e che
permette la risintesi dell'acido glutammico a partire dalla glutammina, ciò
avviene principalmente all’interno di fegato e cervello. All’interno del tessuto
muscolare la glutammina viene principalmente sintetizzata a partire dagli
amminoacidi arginina, ornitina e prolina, ma in caso di bisogno anche i BCAA
leucina, valina e isoleucina (con un contributo maggiore della prima) possono
essere impiegati nel processo di sintesi. In sintesi possiamo dire che nel corpo
umano sono vari i siti in cui può essere sintetizzata la glutammina e,
nonostante il principale rimangano i muscoli, ciò può avvenire anche all’interno
di polmoni, fegato, cervello e, perfino, adipe, ed è in grado di produrrne un
quantitativo che oscilla dai 50 ai 120g al giorno, quantitativo che, come
vedremo, in varie situazioni non è sufficente a coprirne il fabbisogno.
RUOLO FISIOLOGICO
Sembra incredibile come una sostanza
considerata non essenziale, in quanto sintetizzabile a partire da altre, possa
essere tanto abbondante e indispensabile nell’organismo. Si tratta, infatti, di
un amminoacido dalla presenza imponente, basti pensare che da solo rappresenta
il 65% del contenuto di amminoacidi all’interno del muscolo (che è anche la sede
principale della sua biosintesi) dove la sua concentrazione si aggira
approssimativamente intorno alle 35 mmol/l, ma si trova in abbondanza anche in
altri organi quali reni e midollo spinale. Inoltre vanta una abbondante
presenza all’interno del plasma sanguigno, circa il 20% del contenuto totale di
amminoacidi (ovvero circa 500-900 µmol/l di sangue), e nel liquido
cefalorachidiano.
In ognuna di queste sedi svolge ruoli di grande
importanza, direttamente o come precursore di altre molecole. Cerchiamo, ora, di
vedere almeno le sue principali funzioni all’interno di organi e apparati.
INTESTINO
La glutammina è impiegata come principale substrato
energetico dagli enterociti: le cellule che compongono le pareti intestinali.
Gli enterociti si distaccano circa ogni tre giorni ed è necessario, quindi, un
apporto di glutammina per poterle sostituire. Le ricerche hanno dimsotrato come
circa il 40% della glutammina totale impiegata dall’organismo viene spesa per la
sintesi e la sostituizione delle cellule gastrointestinali. Certo è vero che
questo continuo fabbisogno di glutammina delle cellule intestinali arriva a
consumare fino all’85% di una dose, e questo e certamente il principale problema
delle assunzioni orali, ma non dobbiamo scordare che questo processo è vitale
per preservare l’integrità delle cellule sulle pareti viscerali.
RENI
A seguito di attività fisica è normale riscontrare un’elevata acididosi
metabolica, derivante da un incremento degli acidi organici come scorie azotate
e i chetoni, prodottidi scarto delle reazioni metaboliche indotte dall’esercizio
fisico. La glutammina viene scomposta nei reni e convertita in ammoniaca che a
sua volta si converte in ammonio, uno ione che tampona i livelli elevati di ione
idrogeno indotti dall’attività fisica. Ma non solo l’attività fisica porta a un
maggiore consumo di glutammina da parte dei reni: l’alimentazione influenza
questo processo, forse, in misura persino maggiore. I ricercatori hanno,
paradossalmente, riscontrato come i livelli ematici e muscolari di glutammina
più bassi possano essere riscontrati in bodybuilding e powerlifting piuttosto
che in praticanti di altri sport come nuotatori e ciclisti. Ciò è certamente
correlato alla maggiore assunzione alimentare di proteine che tende a indurre
livelli più bassi di glutammina a causa dell’aumentata acidità indotta dalle
diete iperproteiche. Ciò può essere ulteriormente aggravato in regimi alimentari
che abbinano a un quantitativo alto di proteine, una elevata percentuale di
grassi, dato che acidi grassi liberi e corpi chetonici aumentano ulteriormente
l’acidosi metabolica. La glutammina rappresenta anche il sub-strato preferito
per il processo di gluconeogenesi nei reni, seeguita dall’alanina (gli altri
vengono, invece, convertiti principalmente nel fegato. Può essere riconvertita
in α-ketoglutarato e, quindi, essere sfruttata a fini energetici nel ciclo di
Krebs (o dell’acido citrico)
FEGATO E SISTEMA IMMUNITARIO
La
Glutammina è il combustibile preferito dalle delle cellune del sisema
immunitario, essa è direttamente coinvolota nella nucleogenesi di cellule a
proliferazione rapida e, in quanto donatore degli atomi di azoto 3 e 9 del
nucleo purinico, può contribuire a una migliore produzione di globuli bianchi.
Svariate ricerche indicano come l’aumento della disponibilità orale di
Glutammina può effettivamente migliorare le risposte immunitarie che implicano
le citokine che originano dai macrofagi o dalle cellule T sintetizzate nel timo
(da cui appunto la lettare T). In particolare la Glutammina si è dimostrata la
sostanza principalmente coinvolta nella stimolazione di monociti e macrofagi,
nonchè degli epatociti prodotti dal fegato. Al loro volta queste cellule
rilasciano mediatori infiammatori come l’interleucina-1, l’interleucina-6 e il
fattore alfa di necrosi tumorale. A riprova del suo ruolo durante i processi
infettivi e infiammatori vi sono in letteratura riferimenti a sue alterazioni in
pazienti chirurgici gravi (in particolare ustionati gravi), affetti da
immuno-deficenza causata da infezioni virali o alterazioni ormonali (in
particolare aumento di ormoni tiroidei). Nonchè naturalmente in atleti
sottoposti a esercizio fisico strenuo e prolungato e quindi a rischio di
infezioni. In ogniuno di questi casi si è riscontrato un maggiore consumo di
glutammina muscolare, e un miglioramento della risposta
pro-infettiva/infiammatori quando questa era supplementata. La glutammina, come
abbiamo visto, può essere sisnetizzata a partire dal'acido glutammico con
l’ammoniaca e l’organismo è in grado di invertire il processo riformando il
glutammato al bisogno. Questo amminoacido, tra le altre cose, coopera con
cisteina e glicina alla formazione del glutatione, tripetide solforato nonchè
princiale antiossidante cellulare, che avviene nel fegato (e con tale premessa
risulta comprensibile il maggiore assorbimento della glutammina da parte del
fegato durante l’attività fisica). Il glutatione ricopre un ruolo di estrema
importanza nell’organismo, sia in quanto responsabile del 90% del lavoro
antiossidante di compensazione dello stess ossidativo nei mitocondri, sia per un
suo effetto diretto sulla regolazione delle cellule del sistema immunitario. A
questo punto è evidente come la glutammina svolga un ruolo importante nella
regolazione della risposta immunitaria e anti-ossidante del organismo.
SISTEMA NERVOSO
La glutammina è una delle poche sostanze
effettivamente in grado di penetrare agevolmente la barriera emato-encefalica
per poter entrare nel cervello. Il suo ruolo principale nel cervello è quello di
disintossicarlo dall’ammoniaca risultante dal normale metabolismo proteico che,
se accumulata, porterebbe l’organismo in uno stato soporoso. Inoltre svolge
funzione energetica per le cellule nervose, qualora le riserve di glucosio non
fossero sufficenti a sostenere le funzioni neurali. La glutammina ricopre anche
un ruolo importante come precursore dell'acido glutammico (processo che, come
abbiamo visto, avviene anche nel fegato), che nel sistema nervoso svolge il
ruolo di neurotrasmettiore ad azione eccitatoria e, a sua volta, di precursore
del acido gamma-amminobutirrico (GABA), neurostramettiore con azione
tranquillante sulla funzione neurale. Visti i suoi innumerevoli benefici a
livello cerebrale, il cervello stesso è in grado di sintetizzare glutammina,
sebbene solo in dosi troppo limitate specie in situazioni di stress. Nelle
situazioni di stress, il cervello può drenare la glutammina dai depositi
periferici quali fegato, reni ma sopratutto e principalmente nei muscoli
scheletrici dove l’ATP è costretto a produrre più glutammina per compensarne la
perdita. Come è evidente questo non solo porta al consumo delle riserve di
glutammina (che come visto non impiegano poco tempo a riformarsi), ma anche a
una ridotta disponibilità di ATP per la contrazione muscolare.
SISTEMA
MUSCOLO-SCHELETRICO
Come abbiamo già accennato, la glutammina rappresenta il
più abbondante amminoacido nei muscoli, costituendo da sola oltre il 60% del
pool amminoacidico della muscolatura, e che questo è il princiaple sito in cui,
all’interno del corpo, avviene la sua sintesi. Alcuni studi hanno messo in
evidenza come le fibre di tipo I a contrazione lenta immagazzinino il triplo di
glutammina di quelle di tipo II a contrazione veloce. Ciò è stato collegato alla
capacità della glutammina di agire da sub-strato energetico per la sintesi del
glucosio (tramite gluconeogenesi). L’effetto più evidente di un alto
quantitativo di glutammina all’interno dei muscoli resta, comuque, quello di
volumizzazione. Le ricerche hanno mostrato che il passaggio della glutammina
all’interno della cellula muscolare può aumentarne il volume, favorendo il
passaggio di acqua, ioni e amminoacidi (nonchè di loro derviati come la
creatina). Aumentare l’idratazione cellulare fa inviare un segnale anabolico che
inizia la reazione di sintesi proteica, al contrario uno stato di disidratazione
favorisce il verificarsi del catabolismo muscolare. Nonostante siano svariate le
sostanze che favoriscano una miglirore idratazione muscolare, come ad esempio
insulina e potassio, pare che tra tutte la glutammina sia, sotto questo aspetto,
la più efficace.
...se il tessuto muscolare smettesse di sintetizzare la
glutammina... ciò comporterebbe un aumento della scomposizione delle proteine
muscolari, ossia del catabolismo, inibendo al tempo stesso la sintesi proteica
muscolare, cosa che spiega perchè il tasso di sintesi proteica per la gutammina
è più elevato rispetto ad ogni altro amminoacido
Nonostante i pareri
discordanti la maggioranza degli esperti tende a concludere che la glutammina è
effettivamente un mediatore diretto della crescita e che, in ogni caso, una sua
presenza abbondante nel tessuto muscolare è correlabile a una migliore sintesi
proteica. Un apporto adeguato di glutammina può autare anche a prevenire lo
stato catabolico. In uno stato di carenza di nutrienti la relativa mancanza di
glutammina aumenta la perdita muscolare, al contrario è possibile limitarla nel
breve tempo, perfino in caso di digiuno, con somministrazioni costanti di questo
amminoacido. Lo stesso effetto volumizzatore, che abbiamo associato allo stato
anabolico, è un aiuto alla diminuzione della proteolisi muscolare. Inoltre la
glutammina favorire l’aumento del deposito di glicogeno muscolare, attraverso un
meccanismo ancora, parzialmente, sconsociuto (probabilmente dovuto in parte ai
suoi effetti sulla produzione endocrina di Insulina e IGF-1).
INFLUENZE ORMONALI
L’assorbimento e l’impiego della
glutammina, come d’altra parte ogni altra sostanza che si trovi all’interno
dell’organismo umano, sono fortemente regolati dagli ormoni prodotti dalle
prinicpali ghiandole endocrine. In aggiunta a questo la glutammina stessa
produce alterazioni nella produzione di questi messaggi chimici, aumentandone o
limitandone la produzione in concomitanza con la sua assunzione. Vediamo ora
come alcuni dei principali ormoni di nostro interesse interagiscano con la
glutammina e essa con loro.
Cortisolo: Quando il cortisolo è alto, tutte
le riserve di glutammina vengono esaurite. Il cortisolo forza intestino e fegato
affinchè aumentino il consumo di glutammina e lavora con il glucagone nel fegato
per distruggere la glutammina. Il cortisolo, però, incrementa anche l’attività
della glutammina sintetasi, l’enzima muscolare che catalizza la sintesi di
glutammina, ma questo processo non è sufficente a coprire le perdite di
glutammina indotte dai livelli alti di cortisolo. Ancora più importante è
l’alterazione dell’equilibrio sodico indotto dal cortisolo, che porta a un grave
sbilanciamento della glutammina all’interno dei muscoli e un accelerazione della
sua fuoriuscita.
L’insulina: La glutammina è uno degli amminoacidi il
cui passaggio all’interno dei muscoli può essere davvero potenziato dall’azione
dell’insulina. Ciò è dovuto essenzialmente all’azione positiva che esercita sul
meccanismo della pompa sodica: l’insulina aiuta i muscoli a sbarazzarsi del
sodio in eccesso, proprità decisamente utile dato l’eccesso di sodio muscolare
conseguente a una sessione d’allenamento. Da notare come i benefici anabolici di
insulina e glutammina si massimizzino a vicenda: L’insulina facilita
l’assimilazione all’interno dei muscoli della glutammina che a sua volta
favorisce il picco insulinico.
GH e IGF-1: Esattamente come l’insulina,
anche l’ormone della crescita (GH) lavora in sinergia con la glutammina. Si è
notato come la somministrazione orale di glutammina sia in grado di innalzare la
produzione di GH, ma è altrettanto vero che il GH stesso favorisce la
preservazione della Glutammina. Sintestizzando possiamo dire che ne limita lo
spreco sotto forma di urea e, invece di permettere che venga persa con l’urina,
la rimette in circolo trasformadola in glutammato che a sua volta verrà
riconvertito in glutammina all’interno dei muscoli. Altro meccanismo di
conservazione della glutammina che mette in atto è a carico dell’equilibrio
acido-base. Come visto in precedenza la glutammina viene impiegata, tra l’altro,
per tamponare l’eccessiva acidità indotta dall’accumulo di lattato. Il GH aiuta
i reni a eliminare il carico dell’acido riducendo il consumo di glutammina. Il
fattore di cresita insulino-simile (IGF-1) condivide molti degli effetti
positivi dell’insulina sulla glutammina, in particolare ne favorisce il
trasporto all’interno dei muscoli. Purtroppo recentemente si è scoperto che un
eccesso di GH, nell’esperimento indotto tramite somministrazioni endovenose,
sopprime la sintesi di glutammina nella muscolatura. E’ comunque plausibile che
un meccanismo simile si possa riscontrare solo su chi fa uso terapeutico o atto
al potenziamento atletico di ormone della crescita.
Testosterone: Pare
che un aumento di androgeni favorisca una preservazione di glutammina muscolare
durante situazioni di stress catabolico. Nonostante tale effetto sia
attribuibile per la maggiore all’azione sinergica che i precursori degli ormoni
androgeni hanno nei confronti di molti degli ormoni discussi in precedenza, una
parte è comunque riconducibile a un azione diretta del testosterone. Secondo un
recente studio sembrerebbe che la glutammina sia in grado di promuovere egli
stessa il rilascio di gonadrotopina, un ormone che favorisce la sintesti di
tesosterone.
Benissimo, detto questo termino la parte puramente,
o quasi, teorica.
Prossimamente parleremo del suo ruolo come integratore
nella pratica sportiva e, sopratutto, del modo migliore di assumerle. Non vi
preoccupate troppo comunque, non si tratterà certo di un testo barboso come
questo dato che, comunque, il suo valore come integratore è strettamente
connesso con quanto ho riportato quì.
Vi lascio, per ora, con questa frase
che mette in relazione la glutammina con lo stato di sovrallenamento che
riprenderemo più avanti.
...Il superallenamento spesso comporta un
aumento dei livelli di cortisolo in abbinamento ad una riduzione di quelli degli
ormoni anabolici, compreso il testosterone, un depauperamento delle riserve di
glicogeno e un ottundamento della risposta immunitaria. Svariati ricercarcatori
hanno suggerito che una diminuzione dei livelli di glutammina è un marker
biochimico del superallenamento perchè la glutammina contrasta i fattori
negativi che ne derivano...
INTEGRAZIONE DELLE GLUTAMMINA A FINI
SPORTIVI
Come abbiamo visto in precedenza, la glutammina, da sostanza
non essenziale quale effettivamente è, si è guadagnato la fama di aminoacido
“condizionatamente essenziale”, data la sua utilità in condizioni di aumentato
stress psico fisico quali possono essere l’intenza attività fisica è una dieta
non equilibrata (specialmente se povera di carboidrati e ricca di alimenti
“acidi” come risultano essere le fonti proteiche e lipidiche). Già da questa
premessa ne possiamo dedurre l’utilità come integratore nella pratica sportiva.
Volendo riassumere gli effetti principali dell’integrazione di glutammina,
questi sono:
- Rafforzamento delle difese immunitarie.
- Azione
antiossidante (stimolazione della produzione di glutatione)
- Aumento della
produzione di ormone somatotropico (GH)
- Aumento della capacità di recupero
muscolare
- Volumizzazione delle cellule muscolari
- Azione
disintossicante dall’ammoniaca
- Lucidità mentale
Ancora più
importante ai fini del potenziamento muscolare è la sua correlazione con
l’aumento dell’indice anabolico. Durante la fine degli anni Ottanta, infatti, i
ricercatorni hanno scoperto una correlazione tra maggiori percentuali di
glutammina intramuscolare e un aumentato tasso di sintesi proteica. In realtà
risulta ancora poco chiaro se il fenomeno sia una causa, ovvero la crescita
accelera perchè c’è più glutammina disponibile, oppure una conseguenza, ovvero
se lo stimolo favorisce l’afflusso di glutammina nel tessuto, dell’anabolismo.
In ogni caso risulta evidente l’importanza di mantenere percentuali alti di
questo amminoacido nei muscoli.
A tale proposito possiamo visionare
brevemente gli obbiettivi e le tecniche su cui lavorare per una completa
gestione della glutammina muscolare.
Ridurre lo spreco di glutammina
indotto dall’allenamento
Di possibili metodi per preservare la glutammina
durante sforzi ad alta intensità ne possiamo individuare facilmente varie. In
primo luogo è possibile sfruttare a nostro vantaggio la produzione di alcuni
ormoni, fra tutti è bene ricordare l’insulina che, durante l’allenamento, cala
rapidamente (insieme ai livelli di glucosio). Questo porta ad un innalzamento di
glucagone e di cortisolo che, come visto, è deletereo sui livelli di glutammina.
Per evitare ciò è consigliabile l’assunzione di carboidrati a lento rilascio
nelle ore precedente alla sessione di allenamento, naturalmente meglio se
abbinata a una fonte proteica ricca in glutammina o BCAA (suoi precursori
principali) come possono essere le proteine derivanti dalla caseina o dal siero.
Alcuni autori consigliano l’assunzione durante la sessione stessa di una miscela
di carboidrati semplici ma, personalmente, ritengo che un simile metodo possa
indurre un eccessiva stimolazione insulinica, specialmente in soggetti sensibili
che possono incorrere in stati ipoglicemici controproduttivi, nonchè a un
rallentamento dei processi catabolici di produzione di energia (specialmente
quelli inerenti al tessuto lipidico).
Al contrario può essere interessante
valutare la possibilità di assumere prima della sessione integratori che possono
preservare le riserve di glutammina o che agiscano a livello ormonale.
Tra
tutti citiamo i BCAA che, in quanto precursori della glutammina e non soggetti
al “rapimento” ad opera degli enterocitri intestinali e del sistema immunitario,
giungono rapidamente nel tessuto muscolare dove possono essere impiegati come
sub-strato nella sintesi di glucosio preservando la glutammina stessa da questo
processo, oppure per sintetizzare rapidamente nuova glutammina. Ciò li rende più
idonei della glutammina stessa nel frangente dell’integrazione precedente
all’allenamento.
A livello ormonale possiamo provvedere stimolando la
produzione di testosterone (tramite estratti vegetali come il Tribolo Terrestre,
il Fieno Greco ecc..) o combinazioni di minerali e vitamine quali lo ZMA. Alcuni
sostengono l’utilità di assumere prodotti che innalzino i livelli di GH o che
limitino la produzione di cortisolo (fosfodilserina e vitamina C), ma
generalmente non mi si trova d’accordo in entrambi i casi (sopratutto nel
primo).
Riempire le riserve di glutammina per prevenirne una carenza
E’ molto importante ripristinare le riserve di glutammina conseguenti alla
sessione di allenamento. A tale scopo è consigliabile assumere carboidrati ad
assorbimento rapido e proteine nei 30 minuti successivi alla sessione
d’allenamento. Il pasto (in questo frangente è consigliabile sotto forma
liquida) contrasta il calo di glutammina a breve termine conseguente
all’allenamento. E’ in questo frangente che l’integrazione di glutammina torna
effettivamente utile, ma non con una unica dose pesante (che per alcuni arriva a
10g) subito dopo l’allenamento, ma bensì con piccole assunzioni protratte nel
tempo. Dovete sapere, infatti, che l’aumentato consumo di glutammina conseguente
a uno sforzo intenso non cessa col cessare dello sforzo (come accade con la
creatina), ma, data la vastità dei processi biologici in cui è impiegata (tra
tutti l’aumentato carico ossidativo, l’alterazione del Ph ematico, l’aumentata
produzione di scorie azotate, ecc..), questo perdura per svariate ore. Per
aiutare il corpo a contrastare la perdita a lungo termine di glutammina una
metodologia che si è rivelata molto efficace è l’assunzione di piccole dosi pari
a 2-3g ogni ora nelle quattro ore successive all’allenamento. E’ facile,
comunque, intuire quanto possa essere fastidioso essere vincolati ad assumere 2
o 3 compresse (ancora peggio se invece assumete la forma in polvere) ogni ora e,
a tal proposito, si possono ottenere risultati comunque più che soddisfacenti
limitandosi a due assunzioni più consistenti (pari a circa 5-6g) una
nell’immediato post allenamento e la seconda circa 90 minuti più tardi.
L’importanza del alimentazione e integrazione nel dopo allenamento è dovuta, non
solo all’abbassamento di cortisolo e all’innalzamento dell’insulina, ma anche
alla stimolazione dell’ormone somatotropeico che, come visto, è strettamente
connesso allo stoccaggio e alla preservazione di glutammina intramuscolare che a
sua volta risulta uno stimolo nella produzione dell’ormone stesso. A tale
proposito può essere utile valutare la possibilità di una ulteriore assunzione
prima di corricarsi, allo scopo di sfruttare, per l’appunto, la sua azione
sinergica con la produzione di IGF-1 e Gh.
E’ quindi bene ricordarsi
che, in generale:
- Il Gh è della massima importanza per preservare la
glutammina e caricarne percentuali maggiori nei muscoli.
- L’insulina ne
accellera il trasporto che, in sua mancanza, avviene ad un ritmo limitato (ma
avviene comunque)
- Livelli di cortisolo eccessivi favoriscono lo “spreco”
della glutammina riducendo di molto l’efficacia di una sua integrazione.
Note bibliografiche:
J. Brainum “L’amminoacido più
versatile” Applied Metabolics
Dr. H. Kremer “Nuove conoscenze del sistema
immunitario” (Rimini, 8 aprile 2001)
Dr. R. Cocchi “Paper presented at 3rd
World Congress on Stress” (Dublino 24-27 settembre 2000)
Dr. M. Buonavita e
Dr. E. Marazzo “Alla scoperta della glutammina peptidica” Olympian’s news (n°54
– 2003)
J. T. Brosnan “Glutamate, at the Interface between Amino Acid and
Carbohydrate Metabolism” Journ. Nut. 130 (suppl): 988S–990S. (2000)
J.
Antonio e C. Street “Glutamine: a potentially useful supplement for athletes”
Appl Physiol 24:1-14. (1999)
Wikibooks: “Biosynthese und Abbau von
L-Glutamin”
http://www.bodybuilding.it/topic,21385,I...mmina.html
Brooks Glycerine 13 + Noene 2mm
TomTom Runner Cardio
Stralugano 2015 10km 55
TomTom Runner Cardio
Stralugano 2015 10km 55
-
- Aspirante Maratoneta
- Messaggi: 202
- Iscritto il: 18 giu 2015, 17:50
- Località: varese
Re: glutammina
La supplementazione con glutammina è utile o nociva?
Di Russell L. Blaylock, M.D.
Advanced Nutritional Concepts, LLC.
La glutammina è convertita nell’ eccitotossina glutammato all’interno dei neuroni. Numerosi studi recenti così come pure nel manuale Siegel’s Basic Neurochemistry enfaticamente si afferma che la fonte principale di glutammato proviene dalla glutammina cerebrale. Normalmente, quando il cervello finisce di usare il glutammato per la comunicazione chimica fra le sue cellule, a livello sinaptico il glutammato è acquisito dalle cellule gliali circostanti e cambiato dalla glutammino- sintetasi in glutammina e così immagazzinato.
Il Problema Con le Eccitotossine
La glutammina è quindi trasportata al neurone ed è convertita in glutammato (eccitotossina potenziale) dall’enzima glutaminase . Potenziale perché, a meno che non si accumuli fuori dalle cellule cerebrali, è inoffensivo.
Questa è la fonte principale di glutammato all’interno del cervello. Le eccitotossine sono solitamente amminoacidi, quali glutammato e aspartato. Questi speciali amminoacidi inducono le particolari cellule del cervello a diventare eccessivamente eccitate, al punto da morire rapidamente. Le eccitotossine possono anche causare una perdita delle sinapsi del cervello e delle fibre connettive. Additivi come MSG, aspartame, proteine idrolizzate ed estratti di proteine della soia generano eccitotossine.
In due studi recenti è stato trovato che la quantità di glutammina cerebrale potrebbe predire i danni cerebrali visti sia nelle lesioni pediatriche del cervello sia nel danno cerebrale secondario ad ictus. L’apporto elevato di glutammina con la dieta aumenta significativamente i livelli cerebrali di glutammina e, quindi, di glutammato. Un altro studio ha scoperto che, aggiungendo glutammina nella dieta di animali esposti ad un altra potente eccitotossina denominata acido chinolinico, arrecava danni significativamente maggiori alle cellule cerebrali. Si sa che l’acido chinolinico si accumula nel cervello nella maggior parte dei casi di infezione virale del cervello come visto nella demenza da HIV e nell’encefalite virale.
Glutammina e Tossicità Epatica
Gli individui affetti da tossicità epatica tendono ad accumulare ammoniaca nel loro sangue e cervello. Fino a poco tempo fa, si pensava che fosse l’ammoniaca a provocare i danni cerebrali associati a malattia-epatica e che la glutammina fosse protettiva.
Gli studi più recenti indicano invece che realmente è la glutammina a provocare i danni al cervello. Aumentare la glutammina nella dieta aggraverebbe significativamente questi danni.
Radicali liberi nel cervello
L’accumulo di glutammina è stato trovato anche nella malattia di Alzheimer, malattia di Huntington ed livelli elevati di glutammina cerebrale sono stati associati ad una prognosi più infausta nella malattia di Lou Gehrig. Inoltre, studi recenti hanno indicato che i livelli elevati di glutammina nel cervello aumentano la quantità di radicali liberi ed alterano la capacità dei mitocondri del cervello di produrre l’energia. Quando il cervello produce scarsa energia, le eccitotossine, quali il glutammato, diventano ancora più tossiche. È stato dimostrato che il motivo della tossicità della glutammina in queste circostanze è perché è convertita nell’eccitotossina glutammato.
Glutammina e sclerosi a placche
Di particolare interesse è il riscontro che i malati di sclerosi a placche hanno dei valori elevati dell’enzima glutaminasi (l’enzima che converte la glutammina in glutammato) nelle zone di danno delle fibre nervose. I livelli elevati di glutammina nella dieta aumenterebbero i livelli del glutammato presente in queste zone danneggiate. È stato indicato che l’eccitotossicità svolge un ruolo importante nella sclerosi a placche distruggendo le cellule (oligodendrociti) che producono la mielina.
Glutammina e Gravidanza
Un’altra area da prendere in considerazione è la gravidanza. La glutammina attraversa la placenta e può realmente essere concentrata nel sangue del bambino, raggiungendo livelli molto elevati. Il glutammato svolge un ruolo importante nello sviluppo del cervello del bambino. Il glutammato in eccesso è stato indicato come causa di alterato sviluppo cerebrale nei bambini e può condurre a ritardo mentale.
Quando usare glutammina
L’uso principale di glutammina ad alte-dosi si utilizza per riparare lesioni gastrointestinali. In tali casi, è raccomandabile un uso di breve durata soltanto. Quelli con una storia delle seguenti patologie, dovrebbero evitare la glutammina, anche per un uso di breve durata:
Ictus
Malattie Neurodegenerative
Gravidanza
Neoplasie
Vaccinazioni recenti
ADHD
Ipoglicemia
Autismo
Sclerosi a placche
Altri disordini neurologici
Recentemente è stato dimostrato che la glutammina produce estrema ipoglicemia, ancor più che la leucina, che provoca ipoglicemia mortale nei neonati.
Il motivo per cui la sindrome da ristorante cinese non si valutò con un carico di glutammina è che i recettori del glutammato nei polmoni e nell’esofago sono stimolati dal glutammato, non dalla glutammina. La glutammina in primo luogo deve essere convertita e questo si verifica soprattutto nel cervello.
L’unica situazione sicura per un uso di glutammina è nell’atleta vigoroso. La glutammina è usata come combustibile dal muscolo e quindi l’esercizio vigoroso consumerà la maggior parte della glutammina prima che possa accumularsi nel cervello. In ogni caso e sempre meglio evitare l’uso prolungato ad alte dosi. Fonte
Di Russell L. Blaylock, M.D.
Advanced Nutritional Concepts, LLC.
La glutammina è convertita nell’ eccitotossina glutammato all’interno dei neuroni. Numerosi studi recenti così come pure nel manuale Siegel’s Basic Neurochemistry enfaticamente si afferma che la fonte principale di glutammato proviene dalla glutammina cerebrale. Normalmente, quando il cervello finisce di usare il glutammato per la comunicazione chimica fra le sue cellule, a livello sinaptico il glutammato è acquisito dalle cellule gliali circostanti e cambiato dalla glutammino- sintetasi in glutammina e così immagazzinato.
Il Problema Con le Eccitotossine
La glutammina è quindi trasportata al neurone ed è convertita in glutammato (eccitotossina potenziale) dall’enzima glutaminase . Potenziale perché, a meno che non si accumuli fuori dalle cellule cerebrali, è inoffensivo.
Questa è la fonte principale di glutammato all’interno del cervello. Le eccitotossine sono solitamente amminoacidi, quali glutammato e aspartato. Questi speciali amminoacidi inducono le particolari cellule del cervello a diventare eccessivamente eccitate, al punto da morire rapidamente. Le eccitotossine possono anche causare una perdita delle sinapsi del cervello e delle fibre connettive. Additivi come MSG, aspartame, proteine idrolizzate ed estratti di proteine della soia generano eccitotossine.
In due studi recenti è stato trovato che la quantità di glutammina cerebrale potrebbe predire i danni cerebrali visti sia nelle lesioni pediatriche del cervello sia nel danno cerebrale secondario ad ictus. L’apporto elevato di glutammina con la dieta aumenta significativamente i livelli cerebrali di glutammina e, quindi, di glutammato. Un altro studio ha scoperto che, aggiungendo glutammina nella dieta di animali esposti ad un altra potente eccitotossina denominata acido chinolinico, arrecava danni significativamente maggiori alle cellule cerebrali. Si sa che l’acido chinolinico si accumula nel cervello nella maggior parte dei casi di infezione virale del cervello come visto nella demenza da HIV e nell’encefalite virale.
Glutammina e Tossicità Epatica
Gli individui affetti da tossicità epatica tendono ad accumulare ammoniaca nel loro sangue e cervello. Fino a poco tempo fa, si pensava che fosse l’ammoniaca a provocare i danni cerebrali associati a malattia-epatica e che la glutammina fosse protettiva.
Gli studi più recenti indicano invece che realmente è la glutammina a provocare i danni al cervello. Aumentare la glutammina nella dieta aggraverebbe significativamente questi danni.
Radicali liberi nel cervello
L’accumulo di glutammina è stato trovato anche nella malattia di Alzheimer, malattia di Huntington ed livelli elevati di glutammina cerebrale sono stati associati ad una prognosi più infausta nella malattia di Lou Gehrig. Inoltre, studi recenti hanno indicato che i livelli elevati di glutammina nel cervello aumentano la quantità di radicali liberi ed alterano la capacità dei mitocondri del cervello di produrre l’energia. Quando il cervello produce scarsa energia, le eccitotossine, quali il glutammato, diventano ancora più tossiche. È stato dimostrato che il motivo della tossicità della glutammina in queste circostanze è perché è convertita nell’eccitotossina glutammato.
Glutammina e sclerosi a placche
Di particolare interesse è il riscontro che i malati di sclerosi a placche hanno dei valori elevati dell’enzima glutaminasi (l’enzima che converte la glutammina in glutammato) nelle zone di danno delle fibre nervose. I livelli elevati di glutammina nella dieta aumenterebbero i livelli del glutammato presente in queste zone danneggiate. È stato indicato che l’eccitotossicità svolge un ruolo importante nella sclerosi a placche distruggendo le cellule (oligodendrociti) che producono la mielina.
Glutammina e Gravidanza
Un’altra area da prendere in considerazione è la gravidanza. La glutammina attraversa la placenta e può realmente essere concentrata nel sangue del bambino, raggiungendo livelli molto elevati. Il glutammato svolge un ruolo importante nello sviluppo del cervello del bambino. Il glutammato in eccesso è stato indicato come causa di alterato sviluppo cerebrale nei bambini e può condurre a ritardo mentale.
Quando usare glutammina
L’uso principale di glutammina ad alte-dosi si utilizza per riparare lesioni gastrointestinali. In tali casi, è raccomandabile un uso di breve durata soltanto. Quelli con una storia delle seguenti patologie, dovrebbero evitare la glutammina, anche per un uso di breve durata:
Ictus
Malattie Neurodegenerative
Gravidanza
Neoplasie
Vaccinazioni recenti
ADHD
Ipoglicemia
Autismo
Sclerosi a placche
Altri disordini neurologici
Recentemente è stato dimostrato che la glutammina produce estrema ipoglicemia, ancor più che la leucina, che provoca ipoglicemia mortale nei neonati.
Il motivo per cui la sindrome da ristorante cinese non si valutò con un carico di glutammina è che i recettori del glutammato nei polmoni e nell’esofago sono stimolati dal glutammato, non dalla glutammina. La glutammina in primo luogo deve essere convertita e questo si verifica soprattutto nel cervello.
L’unica situazione sicura per un uso di glutammina è nell’atleta vigoroso. La glutammina è usata come combustibile dal muscolo e quindi l’esercizio vigoroso consumerà la maggior parte della glutammina prima che possa accumularsi nel cervello. In ogni caso e sempre meglio evitare l’uso prolungato ad alte dosi. Fonte
Brooks Glycerine 13 + Noene 2mm
TomTom Runner Cardio
Stralugano 2015 10km 55
TomTom Runner Cardio
Stralugano 2015 10km 55
-
- Guru
- Messaggi: 2357
- Iscritto il: 29 ott 2013, 18:55
Re: R: glutammina
Bazinga
Keep up the Topatalk (RonnieDF)
Keep up the Topatalk (RonnieDF)
-
- Maratoneta
- Messaggi: 398
- Iscritto il: 18 feb 2014, 19:33
Re: glutammina
bravo hai incollato bene.