Dunque, analizzando l'esito di una gara mi ha sempre incuriosito non tanto la mia prestazione cronometrica (che pure ha la sua bella importanza), quanto il “come” io mi sia comportato in relazione a tutti gli “avversari” di gara.
E allora a prima vista guardo il piazzamento finale e vedo subito se, rispetto a tutti gli arrivati, io mi sono piazzato nella parte sinistra (la prima metà) o nella parte destra della classifica.
Allo stesso modo mi “confronto” con gli atleti che appartengono alla mia stessa categoria (MM50).
Ne sono risultate delle cose curiose e interessanti, ovviamente con tutte le cautele del caso.
Ad esempio in una gara di carattere provinciale dove la partecipazione è molto scarsa è facile scivolare nelle posizioni di fondo anche con buoni riscontri cronometrici in quanto che vi partecipa è per lo più gente allenata e abituata alla competizione; al contrario in una grande manifestazione, quale potrebbe essere una maratona dove i partecipanti sono svariate migliaia, è facile che vi siano anche molti che la fanno solo per il gusto di esserci e la concludono senza particolari risultati qualitativi.
Comunque sia, anche solo per avere un riscontro confrontabile ho elaborato un indice di prestazione (IP) che si ottiene dividendo la posizione finale di arrivo per il totale degli arrivati. Tale indice varia da 1 a 100 e definisce l’ipotetica posizione di arrivo in quella gara considerando 100 il totale degli arrivati. Più è basso e meglio è.
Allo stesso modo definisco l’indice di categoria (IC) considerando solamente gli MM50.
Per fare un esempio concreto nell’ultima gara che ho fatto, la Mezza maratona di Brescia, sono arrivato 281° su 653.
L’indice calcolato, IP=100*(282/653) vale 43, ciò significa che il mio piazzamento è al 43° posto su 100. Nella medesima maniera considerando solo la categoria, essendo arrivato 31° su 72 ho un IC che vale 43.
Solo numeri? Si, ma è la magia degli stessi che rende interessante anche l’arido calcolo matematico.
Provateci
