Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
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Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Un saluto a tutti
Volevo condividere alcune riflessioni in merito alle scarpe utilizzate nella corsa. E' da un po' che ho aggiunto alle ammortizzate normali e trail un paio di minimali con drop zero... A farmi scattare la molla sono state alcune letture.
Usavo le minimal per le uscite brevi piu' per curiosita' che per altro ma dopo una mezza dozzina di corsette ho notato dei miglioramenti che non mi sarei proprio aspettato. Innanzitutto la forza nei piedi e la conseguente "spinta di polpaccio": sono solito correre lungo i sentieri ricchi di saliscendi attorno a casa mia e gia' solo questa abitudine mi ha fatto maturare la certezza che sia un modo di allenarsi molto ma molto piu' salutare rispetto alle corse in pianura e/o su asfalto. Si rinforzano i muscoli, si alterna la corsa in salita e in discesa imparando a dosare gli sforzi e a migliorare la tecnica di corsa.
Con le scarpe minimal, la corsa quasi assume una nuova dimensione; il contatto con la superficie diventa molto piu' profondo. I piedi sembrano sondare il terreno e la reazione alle irregolarita' diventa istantanea. Faccio un paragone con scarpe da trail ammortizzate: con queste ai piedi su sterrato, terreno battuto o sentiero con pietre di varia grandezza disseminate ovunque, i piedi sono poco stabili. La suola smorza il contatto e le sensazioni con il terreno, su pietre un po' piu' grandi scatta l'effetto "modella sui tacchi 12 che traballa". Non so, mi sembra quasi di correre sui trampoli, non c'e' feeling, il terreno mi trasmette poco, i piedi si piegano troppo lateralmente e tutto e' ovattato...
Con le scarpe minimal invece e' tutta un'altra cosa: senti tutto ed i piedi si muovono autonomamente, con la sottilissima suola copiano le irregolarita'. Lo sguardo si sposta con una coscienza diversa ed il corpo si abitua a correre in modo piu' "vero", "reale", "presente". Dalle piante dei piedi arrivano informazioni che altrimenti risultano quasi bloccate. I piedi sono stabili, non c'e' l'effetto trampoli o le pericolose sbandate laterali. Il terreno lo senti, e' li', e' tuo amico e ti porta lontano molto velocemente...
All'inizio ero preoccupato per gli eventuali problemi dovuti al drop zero, al tallone esposto, alle corse in discesa... Preoccupazioni inutili! Il corpo si adatta da solo a correre in modo naturale, sfruttando la postura del piede durante la corsa. Il tallone e' fatto per camminare e non per correre. Ho spostato automaticamente la falcata in modo consono a correre in discesa senza piantare i piedi sui talloni. Per la prima volta sono sceso sotto i 4 min/km correndo in discesa e sotto i 5 correndo in salita (anche abbastanza tosta).
Inizio a comprendere alcune cose sulla corsa che dentro di me gia' sentivo ma che stanno lentamente trovando una loro collocazione ad un livello piu' elevato.
Sto cambiando, me ne accorgo io e se ne accorgono le persone che mi conoscono. Sono dimagrito molto (ero sovrappeso ed ora sono sceso a 80kg per 1,88m di altezza), e fisicamente sto assumendo la forma da corridore. Ho cambiato le abitudini nel mangiare... Non mi sono ammalato da nemmeno so piu' quanti mesi, nemmeno un raffreddore.
Sto cambiando anche nel carattere. Mi sento piu' sereno e in pace con me stesso e con quanto mi circonda. Sara' anche l'eta, visto che ho sono al giro di boa dei 40 anni ma cio' che sta influendo sul mio modo di percepire il mondo e' la corsa. E so di non essere un fissato, semplicemente un uomo che sta imparando a conoscere la propria natura di corridore.
Volevo condividere alcune riflessioni in merito alle scarpe utilizzate nella corsa. E' da un po' che ho aggiunto alle ammortizzate normali e trail un paio di minimali con drop zero... A farmi scattare la molla sono state alcune letture.
Usavo le minimal per le uscite brevi piu' per curiosita' che per altro ma dopo una mezza dozzina di corsette ho notato dei miglioramenti che non mi sarei proprio aspettato. Innanzitutto la forza nei piedi e la conseguente "spinta di polpaccio": sono solito correre lungo i sentieri ricchi di saliscendi attorno a casa mia e gia' solo questa abitudine mi ha fatto maturare la certezza che sia un modo di allenarsi molto ma molto piu' salutare rispetto alle corse in pianura e/o su asfalto. Si rinforzano i muscoli, si alterna la corsa in salita e in discesa imparando a dosare gli sforzi e a migliorare la tecnica di corsa.
Con le scarpe minimal, la corsa quasi assume una nuova dimensione; il contatto con la superficie diventa molto piu' profondo. I piedi sembrano sondare il terreno e la reazione alle irregolarita' diventa istantanea. Faccio un paragone con scarpe da trail ammortizzate: con queste ai piedi su sterrato, terreno battuto o sentiero con pietre di varia grandezza disseminate ovunque, i piedi sono poco stabili. La suola smorza il contatto e le sensazioni con il terreno, su pietre un po' piu' grandi scatta l'effetto "modella sui tacchi 12 che traballa". Non so, mi sembra quasi di correre sui trampoli, non c'e' feeling, il terreno mi trasmette poco, i piedi si piegano troppo lateralmente e tutto e' ovattato...
Con le scarpe minimal invece e' tutta un'altra cosa: senti tutto ed i piedi si muovono autonomamente, con la sottilissima suola copiano le irregolarita'. Lo sguardo si sposta con una coscienza diversa ed il corpo si abitua a correre in modo piu' "vero", "reale", "presente". Dalle piante dei piedi arrivano informazioni che altrimenti risultano quasi bloccate. I piedi sono stabili, non c'e' l'effetto trampoli o le pericolose sbandate laterali. Il terreno lo senti, e' li', e' tuo amico e ti porta lontano molto velocemente...
All'inizio ero preoccupato per gli eventuali problemi dovuti al drop zero, al tallone esposto, alle corse in discesa... Preoccupazioni inutili! Il corpo si adatta da solo a correre in modo naturale, sfruttando la postura del piede durante la corsa. Il tallone e' fatto per camminare e non per correre. Ho spostato automaticamente la falcata in modo consono a correre in discesa senza piantare i piedi sui talloni. Per la prima volta sono sceso sotto i 4 min/km correndo in discesa e sotto i 5 correndo in salita (anche abbastanza tosta).
Inizio a comprendere alcune cose sulla corsa che dentro di me gia' sentivo ma che stanno lentamente trovando una loro collocazione ad un livello piu' elevato.
Sto cambiando, me ne accorgo io e se ne accorgono le persone che mi conoscono. Sono dimagrito molto (ero sovrappeso ed ora sono sceso a 80kg per 1,88m di altezza), e fisicamente sto assumendo la forma da corridore. Ho cambiato le abitudini nel mangiare... Non mi sono ammalato da nemmeno so piu' quanti mesi, nemmeno un raffreddore.
Sto cambiando anche nel carattere. Mi sento piu' sereno e in pace con me stesso e con quanto mi circonda. Sara' anche l'eta, visto che ho sono al giro di boa dei 40 anni ma cio' che sta influendo sul mio modo di percepire il mondo e' la corsa. E so di non essere un fissato, semplicemente un uomo che sta imparando a conoscere la propria natura di corridore.
Ultima modifica di Damiano75 il 28 set 2015, 12:09, modificato 2 volte in totale.
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Ciao Damiano. Benvenuto nel club del piede ignudo o natural running per essere più moderati.
Anche io mi sono stupito di quanto le scarpe possano influenzarci negativamente.
Io le mizuno adesso le uso per uscire e vanno bene per giornate 'toste' tipo EXPO o Gardaland ma non più per correre....
Anche io mi sono stupito di quanto le scarpe possano influenzarci negativamente.
Io le mizuno adesso le uso per uscire e vanno bene per giornate 'toste' tipo EXPO o Gardaland ma non più per correre....
'non si smette di correre perchè si invecchia ma si invecchia perchè si smette di correre'
PB: Miglio: 6:28 - 5K: 22:04 - 10K: 47:08 - Mezza: 1:41:38 - Mara: 3:45:53
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Ciaobully ha scritto:Ciao Damiano. Benvenuto nel club del piede ignudo o natural running per essere più moderati.
Anche io mi sono stupito di quanto le scarpe possano influenzarci negativamente.
Io le mizuno adesso le uso per uscire e vanno bene per giornate 'toste' tipo EXPO o Gardaland ma non più per correre....
Grazie per il benvenuto

Ti diro', ogni tanto corro anche con le Nimbus ma praticamente solo nelle uscite su asfalto. Pero' ci corro diversamente da quanto facevo prima di cominciare ad imparare a correre come si deve con le minimal (Merrel bare foot). Ma se vado per boschi o sentieri di montagna, le minimal sono praticamente obbligatorie.
Ho provato a correre completamente scalzo ma credo che per il momento sia prematuro, su sterrati e terreni accidentati non me la sento. Ma le five fingers mi sa che dovro' provarle e molto presto.

Ti posso chiedere se corri scalzo o con delle minimal? Cosa ti ha spinto a provare?
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Io sto correndo con le Merrel Bare Access 4
Ti segnalo questo post nel quale se ne parla ed in generale in tutta la sezione.
http://www.runningforum.it/viewtopic.ph ... 7&start=10
Quando riesco mi concedo belle corse scalzo sulla spiaggia dove si vedono 'purtroppo' molti che vi corrono con le scarpe ammortizzate.
Cosa mi spinto a provare? la lettura del libro 'the cool impossible' di Eric Orton che è stato il running coach dell'autore di 'Born to Run'.
Lui non è un'estremista del barefoot ma paladino convinto del natural e dell'injury free.
La frase che mi ha illuminato è la seguente:
Se ti 'riprogrammi' per la corsa naturale potrai correre tutte le volte che vuoi, per quanti chilometri vuoi, alla velocità che vuoi e fino a quanti anni vorrai semplicemente ascoltando il tuo corpo.
Ti segnalo questo post nel quale se ne parla ed in generale in tutta la sezione.
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Quando riesco mi concedo belle corse scalzo sulla spiaggia dove si vedono 'purtroppo' molti che vi corrono con le scarpe ammortizzate.
Cosa mi spinto a provare? la lettura del libro 'the cool impossible' di Eric Orton che è stato il running coach dell'autore di 'Born to Run'.
Lui non è un'estremista del barefoot ma paladino convinto del natural e dell'injury free.
La frase che mi ha illuminato è la seguente:
Se ti 'riprogrammi' per la corsa naturale potrai correre tutte le volte che vuoi, per quanti chilometri vuoi, alla velocità che vuoi e fino a quanti anni vorrai semplicemente ascoltando il tuo corpo.
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
E sono quelle che ho pure io...bully ha scritto:Io sto correndo con le Merrel Bare Access 4

Grazie. Avevo anche postato qualcosa nella discussione precedente sullo stesso argomento...Ti segnalo questo post nel quale se ne parla ed in generale in tutta la sezione.
http://www.runningforum.it/viewtopic.ph ... 7&start=10
Sto per finire di leggere il libro Born to run e l'ho trovato, come molti, illuminante. Ma sull'argomento delle corse natural, e' arrivato nella mia libreria dopo un libro dell'ultramaratoneta sloveno Dušan Mravlje, che mi ha fatto pensare molto sull'argomento. Grazie della segnalazione sul libro di Eric Orton!Quando riesco mi concedo belle corse scalzo sulla spiaggia dove si vedono 'purtroppo' molti che vi corrono con le scarpe ammortizzate.
Cosa mi spinto a provare? la lettura del libro 'the cool impossible' di Eric Orton che è stato il running coach dell'autore di 'Born to Run'.
Lui non è un'estremista del barefoot ma paladino convinto del natural e dell'injury free.
La frase che mi ha illuminato è la seguente:
Se ti 'riprogrammi' per la corsa naturale potrai correre tutte le volte che vuoi, per quanti chilometri vuoi, alla velocità che vuoi e fino a quanti anni vorrai semplicemente ascoltando il tuo corpo.
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Di niente.
L unico problema è che cool impossible c'è solo in inglese.
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Fortunatamente non è un problema per me... Anzi....
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Ottimo! Allora vai tranquillo, e' davvero un ottimo libro che invoglia al running alla salute alla natura al self coaching, in piu ha tabelle di allenamenti ed esercizi per gambe e core.
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'non si smette di correre perchè si invecchia ma si invecchia perchè si smette di correre'
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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
sposto in minimal 

RUNNINGFORUM VIVE GRAZIE A TE! Fai correre anche tu il maialino,
scopri qui come: donazioni.php !
www.strava.com/athletes/franco_chiera

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Re: Sempre piu' verso il minimal - riflessioni quasi filosofiche
Per tornare in Topic.
RIFLESSIONE QUASI-FILOSOFICA:
Correre minimal mi sta facendo sentire ogni passo diverso dal precedente, sento i piedi che danno segnali al corpo ed al cervello (rallenta, vai bene, ti stai affaticando, FERMATI!!!!... )
Quando vedo dello sconnesso adesso lo vedo come un punto di divertimento (ovviamente il cronometro non ringrazia) nel cercare di posizionare il piede nel punto preciso e nel modo migliore.... poi il sasso che non ti aspetti ti da una scossa VERA.
Mi sento a contatto con la strada nel vero senso della parola ed i suoni completano il tutto, passo leggero, forzato, teso, rilassato,... si puo' capire ad orecchio
Penso che in tanti mi possono capire e spero che tanti altri possano capirlo...
RIFLESSIONE QUASI-FILOSOFICA:
Correre minimal mi sta facendo sentire ogni passo diverso dal precedente, sento i piedi che danno segnali al corpo ed al cervello (rallenta, vai bene, ti stai affaticando, FERMATI!!!!... )
Quando vedo dello sconnesso adesso lo vedo come un punto di divertimento (ovviamente il cronometro non ringrazia) nel cercare di posizionare il piede nel punto preciso e nel modo migliore.... poi il sasso che non ti aspetti ti da una scossa VERA.
Mi sento a contatto con la strada nel vero senso della parola ed i suoni completano il tutto, passo leggero, forzato, teso, rilassato,... si puo' capire ad orecchio
Penso che in tanti mi possono capire e spero che tanti altri possano capirlo...
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