Ansia pre gara.
E’ di questo che voglio parlare.
Dopo 7 Maratone ho aperto gli occhi e almeno ho capito il problema.
Partiamo dalla fine, da domenica scorsa a Milano. La gara che aspettavo da qualche mese, dopo la mia ripresa dall’infortunio dell’anno scorso.
3 mezze corse da ottobre e tutte in miglioramento, passando da 1.45 a 1.39 a febbraio.
Preparazione che prosegue bene, i lunghissimi sono i test perfetti (chiusi entrambi in progressione a 5.15 di media finale con buone sensazioni finali). Il tempo di 4.11 di Firenze 2015 mi sta strettissimo.
Il 12 marzo, appena concluso l’ultimo 36k mi convinco che questa è la volta buona per fare un’ottima gara….obiettivo minimo dichiarato 3.45 (ma dentro di me penso possa fare addirittura meglio).
E qui inizia la “solita” routine di pensieri e dubbi….
3 settimane a pensare solo a quel 2 aprile, il giorno della gara.
Dubbi e paure di fallire mi assalgono e cerco risposte ogni volta che esco a correre.
Invece di incoraggiami, il mio corpo comincia a darmi segnali negativi. Ritmi più lenti del solito e molta più fatica…
E’ un circolo vizioso dal quale non esco.
La corsa del giorno dopo diventa sempre più un test e la gara si avvicina…
I tempi sono sempre più scadenti e la fatica percepita aumenta.
Cerco di fare le cose come si deve nelle ultime 3 settimane: scarico, alimentazione e massaggi pregara.
L’ultima settimana prima della Maratona il pensiero fisso è lì, al 2 aprile.
Il giorno della gara, corro (come sempre in Maratona), sottotono; tenere il ritmo di 5.20 mi sembra già abbastanza fin da subito quasi come se il lunghissimo di 3 settimane prima fosse stato corso da un'altra persona…
Integro ad ogni ristoro, non tralascio nulla al caso ma…
Al 25° (puntualmente), si presentano i crampi che dovrò gestire fino all’arrivo con grande sofferenza…e l’ultima parte (come sempre in gara), in calo di passo.
Taglio il traguardo col nuovo personale di 3.56 ma se devo dire di essere soddisfatto, non lo dico.
Sapevo di poter fare molto di più; il non riuscire ad esprimere in gara quel che di buono faccio in allenamento è frustrante.
Ad ogni preparazione di Maratona faccio sempre degli allenamenti buoni che poi non ripeto in gara.
Nelle gare veloci questa cosa non capita; probabilmente perché il contributo mentale è minore rispetto a distanze maggiori e bisogna sparare tutto e subito.
Nella Maratona invece è diventata per me una consuetudine.
Analizzando la FC della gara, sono partito con già 8-10 bpm in più rispetto agli ultimi lunghissimi.
Ormai mi è chiaro. La testa mi condiziona eccessivamente, quando sono sulla linea di partenza io di 42km nell’ultima settimana ne ho già corse 1000, parto già prosciugato in pratica.
Magari non sono l’unico a cui capita questa cosa e confrontarsi potrebbe aiutare molti.
