[Diario] - Tutta di un fiato
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[Diario] - Tutta di un fiato
Ciao a tutti, girovagando sul forum ho scoperto questa bella sezione.
Pur essendo un cane a scrivere mi piacerebbe condividere con voi la nascita della mia tardiva passione per la corsa a piedi, nata per esigenze di salute e cresciuta rapidamente in qualcosa di ben più forte di una mera necessità.
Da amante della velocità (venti anni esatti tra il debutto in go kart e l'ultimo rally) ho sempre visto la corsa a piedi esclusivamente come un qualcosa di funzionale rispetto a ciò che dovevo fare. Quando correvo in kart allenavo la parte aerobica andando sui pattini, lo skate park distava sei km da casa e insieme ai miei amici lo raggiungevamo già sui pattini, tutti i giorni dopo la scuola dalle due alle sette. Nella pausa estiva da scuola andavo a lavorare in bici, mentre a calcetto giocavo in porta per allenare i riflessi.
Ho iniziato a fare qualche metro di corsa nei due anni in cui frequentai il campionato italiano di rally, dietro casa c'era un giro di circa 3 km molto accidentato ed ogni giorno finito il lavoro mi ci fiondavo dentro a tutta, l'idea era quella di tenere alta la concentrazione per "leggere" la strada lavorando a ritmi cardiaci molto alti, cosa che mi veniva utile quando poi avrei dovuto fiondarmi su qualche stradina di montagna a 160 orari a bordo della mia fida Renault Clio.
Ecco, diciamo che fino ai 25 anni la mia idea di corsa a piedi era questa, l'idea di mettermi al passo anche per solo 5 km, abituato ad un altro tipo di adrenalina, mi faceva venire la nausea.
Poi nel 2009 una brutta infezione polmonare peggiorò notevolmente le mie già "drammatiche" facoltà respiratorie (ho sei litri abbondanti di capacità polmonare, asma cronica etc.), poi il lavoro in proprio, il primo figlio, un incidente a lavoro dopo il quale ho parcheggiato i rally ed eccomi che nel 2015 mi scatta la molla.
Fase 1: The Beginning
Mi ritrovo a 32 anni fondamentalmente sovrappeso (97 kg), asmatico di buona carriera (un puff di Ventolin ogni 2 ore), sedentario da almeno 5 anni e con un paio di scarpe prese al Decathlon per andare in palestra.
Una mattina non dovendo portare Filippo all'asilo prendo la palla al balzo e vado in palestra per iscrivermi, entro faccio un giro e in quel preciso istante mi rendo conto che lavorando in media 12-13 ore al giorno chiudermi in un altro capannone un altra ora per allenarmi potrebbe avere effetti nefasti per la mia psiche, quindi telefonino>Google>nome delle scarpe = sono scarpe per correre. "Ho avuto un imprevisto a lavoro, vengo un altro giorno ad iscrivermi". Salgo in macchina, metto in download Runtastic e torno al capannone.
Ore 12 e qualcosa, finisco di sistemare le presse, i ragazzi vanno a mangiare e sono pronto alla mia follia. Scarpe, pantaloncini, maglietta, Ventolin, cellulare con attaccato Runtastic e via, oggi invece di pranzare un giro in zona industriale. Fra dolori di ogni tipo, una quindicina di puff, broncospasmi ed una trentina di "sono proprio un cretino" finisco la mia fatica di 2.55 km in poco meno di 17 minuti. Esausto, in crisi asmatica, ma decisamente soddisfatto.
To be continued....
Pur essendo un cane a scrivere mi piacerebbe condividere con voi la nascita della mia tardiva passione per la corsa a piedi, nata per esigenze di salute e cresciuta rapidamente in qualcosa di ben più forte di una mera necessità.
Da amante della velocità (venti anni esatti tra il debutto in go kart e l'ultimo rally) ho sempre visto la corsa a piedi esclusivamente come un qualcosa di funzionale rispetto a ciò che dovevo fare. Quando correvo in kart allenavo la parte aerobica andando sui pattini, lo skate park distava sei km da casa e insieme ai miei amici lo raggiungevamo già sui pattini, tutti i giorni dopo la scuola dalle due alle sette. Nella pausa estiva da scuola andavo a lavorare in bici, mentre a calcetto giocavo in porta per allenare i riflessi.
Ho iniziato a fare qualche metro di corsa nei due anni in cui frequentai il campionato italiano di rally, dietro casa c'era un giro di circa 3 km molto accidentato ed ogni giorno finito il lavoro mi ci fiondavo dentro a tutta, l'idea era quella di tenere alta la concentrazione per "leggere" la strada lavorando a ritmi cardiaci molto alti, cosa che mi veniva utile quando poi avrei dovuto fiondarmi su qualche stradina di montagna a 160 orari a bordo della mia fida Renault Clio.
Ecco, diciamo che fino ai 25 anni la mia idea di corsa a piedi era questa, l'idea di mettermi al passo anche per solo 5 km, abituato ad un altro tipo di adrenalina, mi faceva venire la nausea.
Poi nel 2009 una brutta infezione polmonare peggiorò notevolmente le mie già "drammatiche" facoltà respiratorie (ho sei litri abbondanti di capacità polmonare, asma cronica etc.), poi il lavoro in proprio, il primo figlio, un incidente a lavoro dopo il quale ho parcheggiato i rally ed eccomi che nel 2015 mi scatta la molla.
Fase 1: The Beginning
Mi ritrovo a 32 anni fondamentalmente sovrappeso (97 kg), asmatico di buona carriera (un puff di Ventolin ogni 2 ore), sedentario da almeno 5 anni e con un paio di scarpe prese al Decathlon per andare in palestra.
Una mattina non dovendo portare Filippo all'asilo prendo la palla al balzo e vado in palestra per iscrivermi, entro faccio un giro e in quel preciso istante mi rendo conto che lavorando in media 12-13 ore al giorno chiudermi in un altro capannone un altra ora per allenarmi potrebbe avere effetti nefasti per la mia psiche, quindi telefonino>Google>nome delle scarpe = sono scarpe per correre. "Ho avuto un imprevisto a lavoro, vengo un altro giorno ad iscrivermi". Salgo in macchina, metto in download Runtastic e torno al capannone.
Ore 12 e qualcosa, finisco di sistemare le presse, i ragazzi vanno a mangiare e sono pronto alla mia follia. Scarpe, pantaloncini, maglietta, Ventolin, cellulare con attaccato Runtastic e via, oggi invece di pranzare un giro in zona industriale. Fra dolori di ogni tipo, una quindicina di puff, broncospasmi ed una trentina di "sono proprio un cretino" finisco la mia fatica di 2.55 km in poco meno di 17 minuti. Esausto, in crisi asmatica, ma decisamente soddisfatto.
To be continued....
1.78 x 86 kg, pronatore
5 km: 20'18" Trofeo Solvay 2017
10 km: 39'30" 10 km della Fraschetta 2019
21.097: 1:28'14" Mezza maratona Novi 2018
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Inizio interessante. Dai tempi in firma si capisce che hai continuato a lavorare sodo, ci sarà una bella storia da leggere. 

5k: 23'44" (all. 2022)
HM: 1h51'59" (Cagliari Respira 2021)
30k: 3h00'18" (passaggio Padova 2017)
Maratona: 4h14'26" (Padova 2017)
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Lunga e tempestosa storia, ma che mi ha giovato parecchio
Fase 2: ed ora?
24 settembre 2015, 12:45 circa, ho appena finito la mia fatica, i ritmi di quando correvo in auto sono ben lontani ma resta il fatto che sti due km e mezzo li ho fatto tutti corricchiando, e considerando che solitamente faccio fatica a parlare mentre cammino sono soddisfatto.
Ok, ho corso al massimo delle mie possibilità e praticamente sempre in extrasoglia, però per oggi va bene così.
Da questo momento a sera ricevo una raffica di insulti da chiunque, mio padre, mia madre, mia moglie, pure il gatto dei vicini sul balcone mi guarda male.
Sono tutti preoccupati per la mia salute e per la mia asma, pur se faccio notare che al momento sono ventolin dipendente e che se anche correndo dovessi vivere qualche anno in meno per lo meno lo vivrei meglio, in più non è detto che correndo con una certa frequenza mi aiuti a tamponare il problema o migliorare.
Mi prendo qualche giorno per pensare a cosa fare, in giro alcuni dicono che faccia bene altri che sia dannoso, il mio medico dice che potrebbe farmi bene ma di non esagerare e decido di darmi sei mesi di tempo per provare e vedere, alla peggio mi fermerò nuovamente. Parlo un po' con un amico che fa il giornalista nei rally ,corre abitualmente anche delle maratone e che da oggi designerò goliardicamente come mio coach, mi dice chiaramente di iniziare ad allungare le sedute e di cercare di arrivare all'ora di allenamento, poi dopo studieremo una prima mini tabella di allenamento.
I primi mesi navigo molto a vista, spesso devo violentarmi per mettermi le scarpe piedi e partire. Non che non mi piaccia anzi, ma l'idea di causarmi volontariamente delle crisi asmatiche mi frena un po', non si tratta di un dolore ad un polpaccio o ad un ginocchio, si tratta proprio di una sensazione che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico.
Tengo comunque duro e nel giro di un mese riesco ad arrivare a fare 9 km a 6:02 al km di passo, nel frattempo corro anche più volentieri, il tessuto polmonare riprende mano a mano un po' di elasticità e respiro meglio e a cavallo di fine ottobre metto in cantiere nel giro di una settimana un 5 km a 5:15 di passo, il mio primo 10k a 6:02 e finalmente il primo dicembre 10.06 km in 59'38". Test del moribondo superato, salute in miglioramento, peso sceso a 91 kg, fanculo a tutti mi metto a correre...

Fase 2: ed ora?
24 settembre 2015, 12:45 circa, ho appena finito la mia fatica, i ritmi di quando correvo in auto sono ben lontani ma resta il fatto che sti due km e mezzo li ho fatto tutti corricchiando, e considerando che solitamente faccio fatica a parlare mentre cammino sono soddisfatto.
Ok, ho corso al massimo delle mie possibilità e praticamente sempre in extrasoglia, però per oggi va bene così.
Da questo momento a sera ricevo una raffica di insulti da chiunque, mio padre, mia madre, mia moglie, pure il gatto dei vicini sul balcone mi guarda male.
Sono tutti preoccupati per la mia salute e per la mia asma, pur se faccio notare che al momento sono ventolin dipendente e che se anche correndo dovessi vivere qualche anno in meno per lo meno lo vivrei meglio, in più non è detto che correndo con una certa frequenza mi aiuti a tamponare il problema o migliorare.
Mi prendo qualche giorno per pensare a cosa fare, in giro alcuni dicono che faccia bene altri che sia dannoso, il mio medico dice che potrebbe farmi bene ma di non esagerare e decido di darmi sei mesi di tempo per provare e vedere, alla peggio mi fermerò nuovamente. Parlo un po' con un amico che fa il giornalista nei rally ,corre abitualmente anche delle maratone e che da oggi designerò goliardicamente come mio coach, mi dice chiaramente di iniziare ad allungare le sedute e di cercare di arrivare all'ora di allenamento, poi dopo studieremo una prima mini tabella di allenamento.
I primi mesi navigo molto a vista, spesso devo violentarmi per mettermi le scarpe piedi e partire. Non che non mi piaccia anzi, ma l'idea di causarmi volontariamente delle crisi asmatiche mi frena un po', non si tratta di un dolore ad un polpaccio o ad un ginocchio, si tratta proprio di una sensazione che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico.
Tengo comunque duro e nel giro di un mese riesco ad arrivare a fare 9 km a 6:02 al km di passo, nel frattempo corro anche più volentieri, il tessuto polmonare riprende mano a mano un po' di elasticità e respiro meglio e a cavallo di fine ottobre metto in cantiere nel giro di una settimana un 5 km a 5:15 di passo, il mio primo 10k a 6:02 e finalmente il primo dicembre 10.06 km in 59'38". Test del moribondo superato, salute in miglioramento, peso sceso a 91 kg, fanculo a tutti mi metto a correre...
1.78 x 86 kg, pronatore
5 km: 20'18" Trofeo Solvay 2017
10 km: 39'30" 10 km della Fraschetta 2019
21.097: 1:28'14" Mezza maratona Novi 2018
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Fase 3: la prima gara
13 Maggio 2016
Negli ultimi mesi ho corso parecchio, sto meglio in generale, sono passato dai 10 puff al giorno di settembre ai 2-3 di adesso, il peso per ora è stabilizzato sugli 88 kg.
Insieme a mio cognato Gianni faremo la Stralessandria, gara di 6.2 km nella mia città e che quest'anno partirà dal ponte nuovo appena costruito per, dopo un tortuoso giro in città, terminare nella vecchia fortificazione della Cittadella. Negli ultimi mesi ho iniziato a fare del buon fondo, prima arrivando ai 15 km e poi a fine marzo una uscita di 21, giusto per vedere l'effetto che fa. Ho anche migliorato sui 10k dove al momento ho un PB in allenamento di 51'56, mentre per prepararmi a questa gara ho fatto una serie di uscite da 5 km sempre tirate al massimo con un miglior tempo di 24:15.
Partiamo nei non competitivi in quanto ci siamo decisi all'ultimo e non abbiamo fatto in tempo a fare visita e tesseramento, io inoltre ho il pensiero del ventolin e voglio prima trovare il mio medico sportivo che mi seguiva ai tempi dei rally, medico di cui naturalmente non ricordo ne nome ne numero di telefono.
Alla gara sono iscritte 7000 persone di cui soli 170 nella competitiva, noi in qualità di amici di uno degli organizzatori terremo lo striscione della non competitiva, l'accordo è che appena partita la vera gara avanzeremo fino alla linea di partenza, faremo una foto insieme alla locale squadra di rugby e poi la non competitiva avrà inizio.
Come si può ben immaginare allo sparo per la partenza della gara vera scatta l'anarchia totale
, ci strappano lo striscione dalle mani e nel giro di qualche secondo ci passa di tutto passeggini, bici, pattini, gente con i bastoni da nordic walking... decidiamo quindi di mollare anche noi e di partire e se prima della gara avevamo pensato una partenza a "4:55 i primi 3 km poi vediamo" scattiamo come i tori a Pamplona, senza senso all'inseguimento dei competitivi.
Che la tattica di gara sia andata in vacca da subito lo capisco già dopo 400 metri, il Garmin segna 4:15 di passo e mi è chiaro che sono già fottuto, rallentiamo un po' chiudendo il primo km in 4:35 ed ecco che puntuale come un orologio svizzero mi arriva il primo broncospasmo, mio Gianni è un po' in apprensione ma lo tranquillizzo dicendogli che sono abituato, cerchiamo di prendere fiato chiudendo il secondo e terzo km in 4:53 e 4:51, al che vedendo che morde il freno gli dico di andare al suo passo e che ci vediamo all'arrivo. Io intanto mi guardo attorno, sono in affanno ma cerco di sparare qualche cazzata con chi mi corre vicino per rilassarmi, faccio il quarto e quinto km sopra i 5:05 per poi recuperare nel sesto a 4:52, ho di nuovo un discreto fiato e aggredisco la salita del ponte passando un paio di competitivi, mi restano ancora 200 metri di discesa fra il ponte e l'entrata in cittadella, mollo il mio dolce peso in discesa e passo un gruppetto di altri quattro tagliando tronfio il traguardo in 30.23 per una media di 4'54"\Km. Gianni finira in 28'40, negli ultimi 3 km ha corso sotto i 4:30 e per me non è una sorpresa dato che già in allenamento aveva fatto degli ottimi tempi. Lui è veramente portato, corre giusto i due mesi prima di questa gara, una-due volte a settimana e dopo la gara smette per altri dieci mesi. Ah, dieci minuti prima di partire si è fumato anche una sigaretta.
13 Maggio 2016
Negli ultimi mesi ho corso parecchio, sto meglio in generale, sono passato dai 10 puff al giorno di settembre ai 2-3 di adesso, il peso per ora è stabilizzato sugli 88 kg.
Insieme a mio cognato Gianni faremo la Stralessandria, gara di 6.2 km nella mia città e che quest'anno partirà dal ponte nuovo appena costruito per, dopo un tortuoso giro in città, terminare nella vecchia fortificazione della Cittadella. Negli ultimi mesi ho iniziato a fare del buon fondo, prima arrivando ai 15 km e poi a fine marzo una uscita di 21, giusto per vedere l'effetto che fa. Ho anche migliorato sui 10k dove al momento ho un PB in allenamento di 51'56, mentre per prepararmi a questa gara ho fatto una serie di uscite da 5 km sempre tirate al massimo con un miglior tempo di 24:15.
Partiamo nei non competitivi in quanto ci siamo decisi all'ultimo e non abbiamo fatto in tempo a fare visita e tesseramento, io inoltre ho il pensiero del ventolin e voglio prima trovare il mio medico sportivo che mi seguiva ai tempi dei rally, medico di cui naturalmente non ricordo ne nome ne numero di telefono.
Alla gara sono iscritte 7000 persone di cui soli 170 nella competitiva, noi in qualità di amici di uno degli organizzatori terremo lo striscione della non competitiva, l'accordo è che appena partita la vera gara avanzeremo fino alla linea di partenza, faremo una foto insieme alla locale squadra di rugby e poi la non competitiva avrà inizio.
Come si può ben immaginare allo sparo per la partenza della gara vera scatta l'anarchia totale

Che la tattica di gara sia andata in vacca da subito lo capisco già dopo 400 metri, il Garmin segna 4:15 di passo e mi è chiaro che sono già fottuto, rallentiamo un po' chiudendo il primo km in 4:35 ed ecco che puntuale come un orologio svizzero mi arriva il primo broncospasmo, mio Gianni è un po' in apprensione ma lo tranquillizzo dicendogli che sono abituato, cerchiamo di prendere fiato chiudendo il secondo e terzo km in 4:53 e 4:51, al che vedendo che morde il freno gli dico di andare al suo passo e che ci vediamo all'arrivo. Io intanto mi guardo attorno, sono in affanno ma cerco di sparare qualche cazzata con chi mi corre vicino per rilassarmi, faccio il quarto e quinto km sopra i 5:05 per poi recuperare nel sesto a 4:52, ho di nuovo un discreto fiato e aggredisco la salita del ponte passando un paio di competitivi, mi restano ancora 200 metri di discesa fra il ponte e l'entrata in cittadella, mollo il mio dolce peso in discesa e passo un gruppetto di altri quattro tagliando tronfio il traguardo in 30.23 per una media di 4'54"\Km. Gianni finira in 28'40, negli ultimi 3 km ha corso sotto i 4:30 e per me non è una sorpresa dato che già in allenamento aveva fatto degli ottimi tempi. Lui è veramente portato, corre giusto i due mesi prima di questa gara, una-due volte a settimana e dopo la gara smette per altri dieci mesi. Ah, dieci minuti prima di partire si è fumato anche una sigaretta.
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Non sapevo delle tue difficoltà polmonari!!! Ancora più stima Andrea!!!! 
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Grazie ma in tutta onestà una volta abituato non mi crea enormi problemi, ormai mi conosco e so che se non esagero subito dal 3° km in poi i bronchi lavorano abbastanza normalmente. Poi ci sono delle giornate che lasciamo stare
ma dopo vent'anni ci ho fatto il callo
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Fase 4: la prima soddisfazione.
Dopo la Stralessandria a maggio avevo richiamato il "coach", stavo facendo un ampliamento del capannone e parlando con l'elettricista scopro che anche lui corre (parecchio più veloce di me) e che vorrebbe provare a fare la Mezza Maratona a Castellazzo Bormida a novembre. Decidiamo quindi di partecipare assieme e il coach mi stila la mia prima tabella su tre uscite settimanali, una di ripetute, un progressivo e la domenica un lungo lento. Nel frattempo avevo partecipato alla mia prima gara da tesserato alla Mezza di Monza, gara che andò da schifo perché presi una storta in un sottopasso al sesto km per evitare una ragazza caduta davanti a me, tenendo duro fino all'undicesimo per poi concludere mezzo camminando in due ore e ventinove, un calvario.
L'allenamento durante questi mesi è andato bene e conto di partire sui 5:15 per i primi cinque km e poi cercare di aumentare con l'idea di provare a stare sotto l'ora e cinquanta.
Se non che arriva l'imprevisto (che diventerà previsto come scriverò nelle puntate), una brutta influenza intestinale mi tiene sul cesso per buona parte delle due settimane precedenti alla gara, riesco giusto a fare un uscita al venerdi per risvegliare le gambe, non sono a postossimo ma parto ugualmente.
Eccomi quindi la domenica mattina arrivare un po' impiccato in partenza, ho tardato a lavoro e ho giusto il tempo di fare 1 km per scaldarmi senza nemmeno riuscire a beccare Marco (il mio elettricista) prima della partenza, dove per scrupolo porto un pacco di fazzoletti "sia mai che mi cago addosso"....
Pronti via, i primi 6 km sono in leggera salita, propendo per un passo di 5:20-5:25 perché negli ultimi due mesi ho fatto una sola uscita da più di 15 km e le ultime due settimane non mi hanno messo in condizione di poter attaccare, sono in un gruppetto di 15-20 persone che al primo ristoro si sfoltisce in quanto un po' di questi partecipa alla 12 km, rimaniamo in quattro di cui due ragazze che viaggiano sui 5:20 ma nel secondo settore di 5 km sto bene, saluto la compagnia e mi piazzo sui 5:15 con qualche puntata sotto i 5:10 fino al secondo ristoro dove oltre all'acqua e ai sali offrono del te caldo. Mi butto sul te e inizio ad aumentare il ritmo, in questi 5 km voglio stare sotto i 5:10 ed inizio a passare un po' di altri runner, sto bene le gambe girano e inizio ad essere fiducioso, l'unico problema è dato dal tè caldo che mi fa smuovere lo stomaco (tanto ho i fazzoletti). Arrivo al quindicesimo ancora in forze, un po' stanco ma fiducioso in più sto rimontando e sono in progressione, becco un ragazzo che trovo spesso a correre in zona industriale, ha fatto tutta la gara una quarantina di metri davanti a me ma lo riconosco solo adesso, scambiando due parole mi dice che finora il suo miglior tempo in mezza è due ore e due minuti, gli dico che se acceleriamo un po' rischiamo di stare nell'ora e cinquanta quindi saltiamo il ristoro del quindicesimo e ci mettiamo a 5:00 al km tirando un km a testa e con un paio di capate nei 4. Manca un km, sono sfatto ma se ho fatto i conti giusti dovrei farcela, tiro l'ultimo km a 4:56 e termino in 1:50'30" mentre il ragazzo crollerà all'ultimo km finendo comunque in 1:52 e rotti. Se prima del via considerando tutto sarei stato contento di finire sotto l'ora e cinquantacinque a fine gara quei 30" mi fanno un po' girare le palle, Marco invece finirà in 1:46' netto, contento anche se essendo alla prima esperienza ha tenuto troppo mella prima metà. A fine gara il "coach" mi dice che sono andato bene e mi invita a fare la Mezza delle due Perle ad inizio febbraio, in mezzo ho un trasloco ma voglio farla sotto i 5'\km, sotto con gli allenamenti.
Dopo la Stralessandria a maggio avevo richiamato il "coach", stavo facendo un ampliamento del capannone e parlando con l'elettricista scopro che anche lui corre (parecchio più veloce di me) e che vorrebbe provare a fare la Mezza Maratona a Castellazzo Bormida a novembre. Decidiamo quindi di partecipare assieme e il coach mi stila la mia prima tabella su tre uscite settimanali, una di ripetute, un progressivo e la domenica un lungo lento. Nel frattempo avevo partecipato alla mia prima gara da tesserato alla Mezza di Monza, gara che andò da schifo perché presi una storta in un sottopasso al sesto km per evitare una ragazza caduta davanti a me, tenendo duro fino all'undicesimo per poi concludere mezzo camminando in due ore e ventinove, un calvario.
L'allenamento durante questi mesi è andato bene e conto di partire sui 5:15 per i primi cinque km e poi cercare di aumentare con l'idea di provare a stare sotto l'ora e cinquanta.
Se non che arriva l'imprevisto (che diventerà previsto come scriverò nelle puntate), una brutta influenza intestinale mi tiene sul cesso per buona parte delle due settimane precedenti alla gara, riesco giusto a fare un uscita al venerdi per risvegliare le gambe, non sono a postossimo ma parto ugualmente.
Eccomi quindi la domenica mattina arrivare un po' impiccato in partenza, ho tardato a lavoro e ho giusto il tempo di fare 1 km per scaldarmi senza nemmeno riuscire a beccare Marco (il mio elettricista) prima della partenza, dove per scrupolo porto un pacco di fazzoletti "sia mai che mi cago addosso"....
Pronti via, i primi 6 km sono in leggera salita, propendo per un passo di 5:20-5:25 perché negli ultimi due mesi ho fatto una sola uscita da più di 15 km e le ultime due settimane non mi hanno messo in condizione di poter attaccare, sono in un gruppetto di 15-20 persone che al primo ristoro si sfoltisce in quanto un po' di questi partecipa alla 12 km, rimaniamo in quattro di cui due ragazze che viaggiano sui 5:20 ma nel secondo settore di 5 km sto bene, saluto la compagnia e mi piazzo sui 5:15 con qualche puntata sotto i 5:10 fino al secondo ristoro dove oltre all'acqua e ai sali offrono del te caldo. Mi butto sul te e inizio ad aumentare il ritmo, in questi 5 km voglio stare sotto i 5:10 ed inizio a passare un po' di altri runner, sto bene le gambe girano e inizio ad essere fiducioso, l'unico problema è dato dal tè caldo che mi fa smuovere lo stomaco (tanto ho i fazzoletti). Arrivo al quindicesimo ancora in forze, un po' stanco ma fiducioso in più sto rimontando e sono in progressione, becco un ragazzo che trovo spesso a correre in zona industriale, ha fatto tutta la gara una quarantina di metri davanti a me ma lo riconosco solo adesso, scambiando due parole mi dice che finora il suo miglior tempo in mezza è due ore e due minuti, gli dico che se acceleriamo un po' rischiamo di stare nell'ora e cinquanta quindi saltiamo il ristoro del quindicesimo e ci mettiamo a 5:00 al km tirando un km a testa e con un paio di capate nei 4. Manca un km, sono sfatto ma se ho fatto i conti giusti dovrei farcela, tiro l'ultimo km a 4:56 e termino in 1:50'30" mentre il ragazzo crollerà all'ultimo km finendo comunque in 1:52 e rotti. Se prima del via considerando tutto sarei stato contento di finire sotto l'ora e cinquantacinque a fine gara quei 30" mi fanno un po' girare le palle, Marco invece finirà in 1:46' netto, contento anche se essendo alla prima esperienza ha tenuto troppo mella prima metà. A fine gara il "coach" mi dice che sono andato bene e mi invita a fare la Mezza delle due Perle ad inizio febbraio, in mezzo ho un trasloco ma voglio farla sotto i 5'\km, sotto con gli allenamenti.
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Dalla gara di Castellazzo ad ora ho percorso altre due mezze Maratone, la Due Perle a febbraio e la Mezza di Genova. Due gare che a parte il tempo finale 1:44'23" la prima, un minuto in più la seconda, hanno avuto di simile solo le settimane pre gara, disastrose. Come dicevo nel post precedente, quello che poteva sembrare un imprevisto ora è diventato previsto dato che ogni volta che mi iscrivo ad una mezza mi succede qualcosa.
Se per le due perle si è trattato di una falsa contrattura (in realtà ho poi capito che erano le Brooks finite a 370 km) per la mezza di Genova ho addirittura raddoppiato, con un focolaio di polmonite giusto un mese prima seguito, 10 giorni prima della gara, da una caduta nella quale mi sono incrinato una costola
.
Tempi simili ma ottenuti in maniera completamente opposta, con un ritmo costante nella prima mentre a Genova sono crollato al 17° a causa dei crampi dopo aver corso un po' piegato su un lato dal 9° per sentire meno dolore al costato.
Genova mi ha anche fatto capire che in allenamento devo impegnarmi di più perché i tempi in gara rispetto a quelli in allenamento sono troppo diversi, per fare un esempio in allenamento ho fatto una fatica bestiale a correre i 5k a 4'40" mentre in gara ho fatto tranquillamente i primi 15 a 4'44".
Se per le due perle si è trattato di una falsa contrattura (in realtà ho poi capito che erano le Brooks finite a 370 km) per la mezza di Genova ho addirittura raddoppiato, con un focolaio di polmonite giusto un mese prima seguito, 10 giorni prima della gara, da una caduta nella quale mi sono incrinato una costola


Tempi simili ma ottenuti in maniera completamente opposta, con un ritmo costante nella prima mentre a Genova sono crollato al 17° a causa dei crampi dopo aver corso un po' piegato su un lato dal 9° per sentire meno dolore al costato.
Genova mi ha anche fatto capire che in allenamento devo impegnarmi di più perché i tempi in gara rispetto a quelli in allenamento sono troppo diversi, per fare un esempio in allenamento ho fatto una fatica bestiale a correre i 5k a 4'40" mentre in gara ho fatto tranquillamente i primi 15 a 4'44".
1.78 x 86 kg, pronatore
5 km: 20'18" Trofeo Solvay 2017
10 km: 39'30" 10 km della Fraschetta 2019
21.097: 1:28'14" Mezza maratona Novi 2018
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10 km: 39'30" 10 km della Fraschetta 2019
21.097: 1:28'14" Mezza maratona Novi 2018
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- Mezzofondista
- Messaggi: 72
- Iscritto il: 21 apr 2017, 2:21
Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Molto interessante! Per curiosità da quanto ti alleni a livello temporale (scusa se lo hai scritto ma mi sono un po' perso
)?

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- Novellino
- Messaggi: 31
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Re: [Diario] - Tutta di un fiato
Da fine settembre 2015
1.78 x 86 kg, pronatore
5 km: 20'18" Trofeo Solvay 2017
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21.097: 1:28'14" Mezza maratona Novi 2018