Finito, direi divorato. È un libro semplice ma non banale. Lo scrittore descrive sostanzialmente la progressione del suo stile di vita wild, di cui uno dei fondamentamentali elementi è la corsa libera in natura senza obiettivi e costrizione. In realtà la corsa è protagonista discreta, non è la classica autobiografia di un runner/ultrarunner che parla solo di corsa, ma quest'ultima si pone come elemento centrale della vita dell'autore con cui lo stesso si confronta e scontra, a seconda dell'approccio.
Lo stile è molto spartano, come piace, niente giri di parole e sentimentalismi inutili, non per questo risultando asciutto, anzi (non vi anticipo niente sulla vita personale e familiare, ma i riferimenti sono continui e spaziano dal rapporto con la madre e la sua malattia, al rapporto con gli amici, alla scelta di una vita in quasi solitudine in mezzo alla foresta svedese) .
Una bella lettura, che rimanda ad un approccio più rilassato e naturale nei confronti della corsa, anche e soprattutto nelle parti in cui l'autore questo approccio non lo ha mantenuto.
Buona lettura
