Per me questa città ha un sapore particolare, un qualcosa di magico, che si presenta con la maestosità del Vesuvio. C’è un caldo assurdo: siamo in maniche corte e i nostri zaini ingabbiano, insieme alle nostre schiene, felpe e giacche a vento che torneranno utili da sabato sera.
Contrariamente a quello che desiderava la moglie (dormire nei pressi dell’aeroporto) mi avvio verso il centro e dico: “andiamo”. La logistica me la sono organizzata per bene ed avendola anche strisciata
…ce la dobbiamo godere fino a sera.Ci torneremo sicuramente anche per più giorni perché il “piccolo” merita di visitarla per bene questa città (era troppo piccolo quando durante le feste natalizie lo portammo per la prima volta).
Soggiorniamo nei pressi di via Toledo ed il “piccolo” mi chiede di andare ai quartieri spagnoli, al murales di Diego. Arriviamo e non crediamo ai nostri occhi!!! Appena arrivi a Napoli ti rendi conto che Diego è ovunque, più di Totò, più di donna Sofia, più di Pino, più di Troisi, più di San Gennaro.
Si, San Gennaro
…perché mi piace pensare che il Patrono di questa adorabile città abbia detto:”Diego, non preoccuparti…prenditi tu la scena…lavorerò meglio dietro le quinte per proteggere la Città”. Si, non crediamo ai nostri occhi perché piazza Diego è un “Santuario” (con tutto il rispetto).Dopo le rituali istantanee che immortalano luoghi e momenti continuiamo il tour per le vie più frequentate dei quartieri spagnoli per poi ridiscendere verso piazza Plebiscito per una sosta gelato. Lungomare con vista Vesuvio, pizza e si rientra in alloggio perché domattina la sveglia fa il suo presto.
Il giorno dopo lasciamo Napoli veramente contenti e voliamo verso Vienna.
Dall’aeroporto raggiungiamo il centro di questo splendido “salotto” in scarsa mezz’ora. C’è da dire che passare dal caos di Napoli alla quiete di Vienna fa specie!!!
L’accoglienza di Vienna è comunque pari a quella di Napoli: capiamo da piccole accortezze, dettagli, che l’attenzione verso il turista (oltre per l’ovvio lato economico) è alta.
Anche qui siamo tutti in maniche corte. Porto subito il piccolo al parco divertimenti del Prater (qui mi diverto anche io con qualche scarica di adrenalina sulle giostre). Nel tardo pomeriggio riesco a ritirare anche il pettorale. Pizza ottima anche qui a Vienna (anche se io e “piccolo” restiamo dell’idea che la migliore è quella che ci prepara mamma) e passeggiata serale imperiale per il centro: bellissima!!!
Sabato mattina mettiamo il naso fuori non prestissimo, ma ci accorgiamo che anche se fa caldo la temperatura si è leggermente abbassata ed inizia a tirare un leggero venticello. Continuiamo la passeggiata stupenda per il centro di Vienna.
Dopo aver pranzato rientriamo in stanza e ci rilassiamo un pochetto. Nel tardo pomeriggio usciamo per cena e…PPPAAAMMM!!!!
...il meteo è completamente cambiato!!! Siamo passati dalle mezze maniche a guanti, cappello e sciarpa. No vabbè…la mia cabeza si rifiutava di pensare che potesse accadere una cosa del genere e la mia compulsività sui siti wien wetter non è stata sufficiente per esorcizzare questo cambio repentino di meteo.Vado a letto con la domanda a cui non riesco a dare risposta:”cosa indosserò domani?!”.
Questa domanda me la sono fatta tante di quelle volte in cui ero nel letto che è stato come contare le pecorelle: in due secondi, alle 22, ero già a ronfare di brutto. Sveglia puntata alle 6, ma ovviamente mi “sceto” prima, alle 5. Dopo aver fatto invano l’ennesimo giro di tutti i siti in cerca di una percepita che non fosse con valore negativo, visto che ho 10 minuti prima della colazione, scendo nella hall a mezze maniche della firenze marathon. Qui una chicca: nella hall, hanno lasciato un messaggio tradotto in una decina di lingue:”auguriamo ai nostri maratoneti i migliori successi!”, con un’infinità di bevande energetiche e barrette proteiche.
Metto il naso fuori!!! Ore ed ore passate a scimunirmi su cosa indossare ed è bastato un attimo! !! Termica a maniche corte, antivento smanicato, manicotti, guanti, scalda collo e fascia.
Faccio la mia solita colazione e dopo l’immancabile sosta al bagno mi doccio.
Adesso devo decidere a che ritmo partire. Sono talmente indeciso da chiedere addirittura alla moglie che mi dice:”parti forte e alla fine vedi come va…al massimo rallenti”. Penso: “si vabbè…lei sta al caldo e per di più sotto il piumone e non ha messo il naso fuori!!!”. Qui arriva il mio angelo di giornata, con un msg whatsapp:”vai Fabio…faccio il tifo per te…”. Gli invio uno screenshot con la percepita ed il vento, come per dirgli “dove cacchio vado!!!”. Il mio angelo, un collega di smonto dalla notte, mi risponde:”immagino…non pensarci…vai e corri…vai vai Fabio…”. A volte basta una parola di conforto, un incitamento per far scattare la scintilla.
Mi preparo, indosso la mia immancabile tuta bianca che cercherà di proteggermi e scendo. Freddo e vento sferzante. Nel breve tratto che ho per la metro incrocio un signore di un’ottantina d’anni che non so se definire runner, jogger o walker: io con un cenno del capo e lui con una strizzata d’occhio…ci salutiamo così. E’ così presto che non c’è in giro ancora nessuno: anche lui con quella strizzata mi dà animo.
Esco dalla metro, ci sono pochissimi runners. Il tempo di individuare il camion per lasciare la sacca e rientro in metro, al riparo: sto già congelando. Passano velocemente i minuti e la metro si popola: arriva il momento in cui la sicurezza ci obbliga giustamente a defluire.
Sono le 08:30: lascio la sacca ed inizio a corricchiare verso destra, il lato della carreggiata dedicato ai maratoneti. Chiedo aiuto ad un signore francese gentilissimo che mi sistema i gel nei gambali che oggi, alle braccia, faranno anche da manicotti (non li ho mai acquistati e mi arrangio così).
Riscaldamento di una ventina di minuti e dopo aver augurato buon divertimento ad un ragazzo di Treviso…si parte col ponte sul Danubio. Cerco di buttare un occhio ai piedi di chi mi è davanti, un po’ al Danubio e un po’ alla città che ci si apre davanti: che bello!!! Prima di voltare verso il Prater c’è tanta gente che ci incita!!! Non me lo aspettavo!!! Passo dopo un paio di km i pacers delle 3h e mi metto al passo. Respiro bene ed ho i sensori che ancora non rilevano la giusta FC…ho le mani ancora ghiacciate. Posiziono il polar con schermata ritmo istantaneo e potenza e cerco di non pensare al vento che nonostante io cerchi di “stare al coperto” arriva da tutte le parti. Le sensazioni sono ottime, quindi vado verso il centro con vento contro e cerco di non pensare al dopo. Il tifo è stupendo ed aiuta a spingere anche se c’è una leggera pendenza. Resto molto concentrato...sarà il motive…
Corro insieme ad un ragazzo austriaco e ad un ceco di Bratislava.
Passano i km ed arriviamo alla mezza: siamo veramente in pochi ed alcuni virano a destra…hanno terminato la gara…noi voltiamo a sinistra. Passo 1h26’ alto…sto bene.
C’è vento, ma non ho freddo. Le folate sono assurde, ma quando bussano vanno via dopo 10/15”. Spingo per km anche al di sotto del RM presunto: qui ho timore del conto a fine gara. L’austriaco non regge…restiamo io ed il ceco. Siamo allo stadio, 30°...km assurdi in cui si ha la sensazione di dover cercare di resistere al peggio. Poi nuovamente Prater…siamo soli, anzi sono solo a dettare il ritmo: non mi sono mai voltato, ma poi capisco di aver fatto da pacer al ceco. Dal 35 al 39 sono 4 km di solitudine fisica e mentale in cui spingo e rispingo cercando insistentemente il cartello del km successivo. Esco quasi dal parco, in questa zona ventilata ed anonima, che sento le urla del tifo. Qui mi rianimo: almeno avrò un aiuto. Gli ultimi km sono un incitamento continuo. Certo non è Valencia, ma il tifo c’è, lì ad aiutarti a contrastare la stanchezza e la leggera pendenza.
La strada è larghissima e divide un’infinità di monumenti. All’ultimo km c’è un gruppo di un centaio di persone che occupa la linea ideale della strada. Formano
due ali e lasciano un paio di metri invitandoti a passarci…quando ci arrivi è un boato enorme!!!!!!! Che sensazione!!! Qui raccolgo le ultime forze, svolto a destra e sono sul tappeto blu. Spingo come se non ci fosse un domani. Taglio il traguardo, stoppo il polar e caccio un urlo!!! E’ PB e che PB!!! Dopo qualche secondo guardo il polar: 2h53’13”!!! Stracontento!!! Poco più avanti mi aspetta il ceco, 45enne, alla sua prima maratona che, no so quando (non me ne sono reso neanche conto per la stanchezza) mi ha lasciato e mi ha anticipato di secondi. Ci abbracciamo, ci facciamo i complimenti e scambiamo due chiacchiere mentre andiamo al ritiro sacche.Anche questa è fatta. Sorpreso dal crono (viste le condizioni meteo), dal pubblico e da questa bella capitale europea. Grazie anche a te, Vienna!!!
Uau bellissimo resoconto di una esperienza che rimarrà sicuramente tra i più bei ricordi.. ho sentito freddo solo a leggere.. ovviamente complimenti anche per il PB in quelle condizioni 
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