Potenza lipidica, ovvero la capacità di produrre energia sbilanciando la miscela del carburante in favore dei grassi (rispetto alla media) senza rallentare. Ma perchè?
L'energia a disposizione dovuta al glicogeno è circa 30kcal/kg di massa magra (ca 2100kcal in un runner di 70kg non in sovrappeso) mentre il consumo medio per un runner non particolarmente efficiente ma nemmeno inefficiente (K=coeff. di economicità della corsa=1) è Peso*Distanza (ca. 2950kcal per una maratona, che possono scendere a 2650kcal per un runner efficiente, K=0.9); mettendo insieme le cose la % di zuccheri nella miscela zuccheri-grassi è (da Luca Speciani, L'ultramaratona, Ed. Correre)
% zuccheri = ( 30 * Pi + Za ) / ( K * Pr * D )
dove
Pi = Peso ideale, la massa magra
Za = zuccheri assimilati in gara (ovviamente inferiori a quelli ingeriti)
K = coefficiente di economicità della corsa
Pr = Peso reale compreso vestiario, borracce etc
D = distanza
Nell'ipotesi ragionevole di Pi = Pr, K = 1 (o più in generale K * Pr = Pi ovvero runner efficiente, K < 1, ma con un certo eccesso di peso, corporeo e non, Pr > Pi, i due effetti tendono a compensarsi) e Za = 0 otteniamo
% zuccheri = 30 / D
Questa è la % di zuccheri necessaria per completare senza "muri" una certa distanza; per la maratona % zuccheri = 71% e quindi % grassi = 29%. A parità di altri fattori (come per es forza e resistena muscolare) "qualunque" runner può otterere questa miscela per produrre l'energia necessaria alla corsa, la questione è con quale velocità. I grassi non sono peggio degli zuccheri, sono solo diversi, più lenti da scomporre, quindi quando consumiamo grassi dobbiamo rallentare; la potenza lipidica è proprio la velocità con cui riusciamo a scomporre i grassi in energia.
Se ci mettessimo 6 ore per una maratona useremmo una % di grassi ancora maggiore di quel 29%, a scapito del tempo, e ci avanzerebbero zuccheri. Viceversa incontriamo il famoso muro se andiamo troppo veloci rispetto alla nostra potenza lipidica.
Questo è secondo me il vero fascino della maratona e di tutte le distanze superiori: non è solo questione di fiato, resistenza e forza muscolare etc ma bisogna intervenire su un meccanismo fisiologico normalmente poco sviluppato e non facile da allenare.
La formula precedente ci permette di valutare anche gli effetti di eventuali integratori presi in gara (ovviamente non possiamo sapere con precisione quanto valgono gli zuccheri assimilati Za, ipotizziamo che siano uguali agli zuccheri ingeriti, ovvero il valore calorico che troviamo sulle confezioni degli integratori).
Finito il pippone teorico

come si allena la potenza lipidica? come è stato detto correndo in condizioni di bassi livelli di glicogeno; questa situazione fornisce uno stimolo fisiologico all'organismo portandolo ad un maggiore uso di grassi. Una precisazione fondamentale: per scompore i grassi servono
comunque gli zuccheri, quindi se finite quelli non c'è meccanismo lipidico che tenga, vi fermate.
Una delle funzioni del lungo/lunghissimo è proprio quella di abbassare le scorte di zuccheri e stimolare l'uso dei grassi; il più grosso effetto collaterale è che bisogna fare un sacco di km, lo sappiamo bene. Questo è sicuramente allenante per certi aspetti (tenuta mentale, tenuta fisica, abitudine a stare sulle gambe etc) ma sappiamo bene che espone maggiormente ad infortuni da sovraccarico.
In alternativa si può partire con le scorte già basse, ovvero digiunando per un certo numero di ore e correndo un tot di km ada un certo passo. Quindi 3 variabili:
- ore di digiuno
- distanza
- passo
ATTENZIONE: questo tipo di allenamento va svolto con la massima consapevolezza, iniziando con poco, procedendo con gradualità e prestando sempre molta attenzione ai messaggi che riceviamo dal nostro organismo; in caso contrario è possibile farsi male sul serio. Qesto vale soprattutto per il primo punto, il digiuno. Se di norma non siete abituati a saltare un pasto o se a metà mattina andate in crisi ipoglicemica se non fate uno spuntino il periodo di digiuno sarà, ovviamente, molto limitato, per es. qualche ora potrebbe bastare (almeno all'inizio); viceversa potete digiunare per periodi più lunghi. Io ho avuto da sempre lacattiva abitudine di saltare la colazione e spesso pranzo con un gelato, quindi di solito digiuno circa 18-20 ore prima di un lipidico: ultimo pasto la cena, diciamo per le 20, e allenamento alle 18 del giorno saltando colazione e pranzo.
Per la distanza e il passo c'è questo
articolo piuttosto interessante; in sintesi si "dovrebbero" correre dai 16 ai 25km (io ne ho fatti anche 28) ad un passo indicativo, funzione della soglia anaerobica, dato da questa tabella
SAN | Passo |
17 km/h | 4’ |
16 km/h | 4’15" |
15 km/h | 4’30" |
14 km/h | 4’50" |
13 km/h | 5’15" |
La sensazione iniziale è quella di partire già stanchi, è giusto così; come è stato detto è importante che il ritmo sia costante e la corsa rilassata.
Nota essenziale: bevete, bevete, bevete!!! soprattutto durante il periodo di digiuno ma anche durante l'allenamento; è fondamentale, è una questione di salute!!! uno dei rischi legati alla disidratazione è la necrosi tubulare, patologia che può portare all'insufficienza renale; una corretta e abbondante idratazione aiuta anche a contrastare la chetoacidosi:
È una grave situazione clinica che si verifica quando in mancanza di insulina, l'organismo comincia a utilizzare massivamente gli acidi grassi per ottenere energia.
La degradazione degli acidi grassi causa un accumulo di prodotti di scarto, detti corpi chetonici, che, se presenti in concentrazione molto elevata, determinano una serie di effetti che portano allo stato di 'coma chetoacidosico'.
aiutando la funzionalità renale.