leggero sovrappeso e tempi
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				lucaliffo
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Re: leggero sovrappeso e tempi
non è vero. tutte mode, fisse, sensazionalismo, commercio... quando si mangiava "più sano" si crepava a 40 anni di media  
			
			
									
						
							"il 90% del problema dell'allenamento è... come evitare il superallenamento"
			
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				Oscar78
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Re: leggero sovrappeso e tempi
Ma sì certo, come no?!?!.....anche le campagne antifumo, tutte caXXate: c'è gente che fuma da una vita ed è ancora fra noi mentre un tempo anche i non fumatori morivano a 40 anni.
			
			
									
						
							"Quel senso di libertà e leggerezza che provo quando percorro i miei sentieri,
quel perdermi nei miei pensieri e nei miei sogni,
quella stanchezza fisica che prevale su tutto, che ti svuota....e allora sei pronta ad accogliere"
Cecilia Mora
			
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				lucaliffo
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Re: leggero sovrappeso e tempi
mi riferivo all'affermazione "Sono gli zuccheri raffinati che alla lunga creano danni all'organismo".lucaliffo ha scritto:non è vero. tutte mode, fisse, sensazionalismo, commercio... quando si mangiava "più sano" si crepava a 40 anni di media
"il 90% del problema dell'allenamento è... come evitare il superallenamento"
			
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				eric radis
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Re: leggero sovrappeso e tempi
@Luc il tuo discorso di mangiare liberamente carboidrati anche raffinati va bene per chi fa sport aerobico e di conseguenza  ha un'alta sensibilità all'azione dell'insulina a livello periferico. Brucia nei muscoli tanto zucchero e l'insulina ha un effetto marcato.
Per un sedentario i picchi glicemici possono alla lunga, aumentare l'insulino resistenza e portare alla sindrome metabolica. Quindi non è "una moda" per la gente "normale", nel senso di non sportiva(e purtroppo è la maggioranza) specialmente se ha una famigliarità positiva per diabete e patologie cardiovascolari, il preferire zuccheri non raffinati a più lenta assimilazione.
			
			
													Per un sedentario i picchi glicemici possono alla lunga, aumentare l'insulino resistenza e portare alla sindrome metabolica. Quindi non è "una moda" per la gente "normale", nel senso di non sportiva(e purtroppo è la maggioranza) specialmente se ha una famigliarità positiva per diabete e patologie cardiovascolari, il preferire zuccheri non raffinati a più lenta assimilazione.
					Ultima modifica di eric radis il 31 ott 2014, 19:12, modificato 1 volta in totale.
									
			
						
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				mb70
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Re: R: leggero sovrappeso e tempi
Scusatemi davvero ma forse è più facile capirsi se leggiamo il titolo del topic. Poi le considerazioni che fate sono comunque molto interessanti. [emoji106]
			
			
									
						
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10/2015 Munchen Marathon 4h46''
08/2018 ricostruzione lca
10/2019 5k 24'28"
Meglio correre il rischio di non farcela che rimpiangere di non aver avuto il coraggio
			
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				lucaliffo
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Re: leggero sovrappeso e tempi
eric, 
concordo. però la frase di alexliv era assoluta. il sedentarismo non è una cosa normale, i miei nonni zappavano, magnavano in un modo che a voi farebbe strappare le vesti eppure morirono tutti ultra 90enni.
			
			
													concordo. però la frase di alexliv era assoluta. il sedentarismo non è una cosa normale, i miei nonni zappavano, magnavano in un modo che a voi farebbe strappare le vesti eppure morirono tutti ultra 90enni.
					Ultima modifica di SilviaJ il 1 nov 2014, 13:37, modificato 1 volta in totale.
					
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"il 90% del problema dell'allenamento è... come evitare il superallenamento"
			
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				alexliv77
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Re: leggero sovrappeso e tempi
lucaliffo avevo avuto un'ottima percezione di te. Con queste tue affermazioni, banali e qualunquistiche mi cadi.
			
			
									
						
										
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				eric radis
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 - Iscritto il: 6 giu 2014, 15:07
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Re: leggero sovrappeso e tempi
@Alexliv non per difendere Lucaliffo (che non ne ha bisogno) ma le tue affermazioni sono poco scientifiche o molto estremizzate.
Il testosterone deriva si dal colesterolo ma nel 99.99% dei casi di colesterolo ce ne è a sufficienza per produrlo.
Il testosterone diminuisce negli sport aerobici? mai dimostrato
Correlazione certa tra Malattia di Alzheimer e iperglicemia???
			
			
									
						
							Il testosterone deriva si dal colesterolo ma nel 99.99% dei casi di colesterolo ce ne è a sufficienza per produrlo.
Il testosterone diminuisce negli sport aerobici? mai dimostrato
Correlazione certa tra Malattia di Alzheimer e iperglicemia???
Tempi recenti: 37.50- 1.23.58 - 2.59.05
			
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				alexliv77
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Re: leggero sovrappeso e tempi
Eric, appena trovo un pò di tempo mi metto a ricercare le fonti da dove ho attinto queste mie affermazioni, anche se spesso sono concetti appresi durante i vari seminari a cui ho assitito negli anni.
			
			
									
						
										
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				alexliv77
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Re: leggero sovrappeso e tempi
solo con una prima e sommaria ricerca su google:
NEWSLETTER PER I MEDICI
Glicemia e deterioramento cognitivo
Impaired glycemia increases disease progression in mild cognitive impairment.
Morris JK, Vidoni ED, Honea RA, Burns JM; Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative.
Neurobiol Aging. 2014;35:585-589.
Non è ancora nota l’eziologia della forma sporadica della malattia di Alzheimer (AD), la più comune. Tuttavia, i fattori di rischio per tale forma includono l’insulino-resistenza ed il diabete di tipo II. La prevalenza sia dell’insulino-resistenza che dell’AD aumenta con l’età. Inoltre, più della metà delle persone ultrasessantacinquenni ha il diabete o l’intolleranza glucidica. Pertanto, un numero crescente di individui sarà affetto da AD in comorbilità con il diabete di tipo II. Sarebbe dunque importante comprendere non soltanto l’impatto dello squilibrio glicemico sul rischio di AD, ma anche sulla progressione ad AD delle persone con decadimento cognitivo lieve (MCI). Sono stati svolti studi, infatti, che suggeriscono che il diabete accelera la conversione da MCI a demenza. Questo studio aveva l’obiettivo di esaminare la relazione tra glicemia e progressione di malattia in 264 soggetti con forma amnestica di MCI presenti nel database dell’ADNI (Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative). Tali soggetti sono stati suddivisi nel gruppo dei normoglicemici (glicemia a digiuno <100 mg/dl) e in quello con alterata glicemia a digiuno (≥100 mg/dL), che includeva anche individui con una diagnosi di diabete. È emerso che nel corso di due anni, i soggetti normoglicemici avevano un declino cognitivo e funzionale, una perdita di volume cerebrale globale e un tasso di conversione da MCI ad AD inferiori agli individui con alterata glicemia a digiuno. Non è stata rilevata alcuna differenza nel volume ippocampale e nell’ipometabolismo cerebrale tra i due gruppi. Questi risultati suggeriscono un’associazione tra un’alterato metabolismo glucidico e la progressione del declino cognitivo.
			
			
									
						
										
						NEWSLETTER PER I MEDICI
Glicemia e deterioramento cognitivo
Impaired glycemia increases disease progression in mild cognitive impairment.
Morris JK, Vidoni ED, Honea RA, Burns JM; Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative.
Neurobiol Aging. 2014;35:585-589.
Non è ancora nota l’eziologia della forma sporadica della malattia di Alzheimer (AD), la più comune. Tuttavia, i fattori di rischio per tale forma includono l’insulino-resistenza ed il diabete di tipo II. La prevalenza sia dell’insulino-resistenza che dell’AD aumenta con l’età. Inoltre, più della metà delle persone ultrasessantacinquenni ha il diabete o l’intolleranza glucidica. Pertanto, un numero crescente di individui sarà affetto da AD in comorbilità con il diabete di tipo II. Sarebbe dunque importante comprendere non soltanto l’impatto dello squilibrio glicemico sul rischio di AD, ma anche sulla progressione ad AD delle persone con decadimento cognitivo lieve (MCI). Sono stati svolti studi, infatti, che suggeriscono che il diabete accelera la conversione da MCI a demenza. Questo studio aveva l’obiettivo di esaminare la relazione tra glicemia e progressione di malattia in 264 soggetti con forma amnestica di MCI presenti nel database dell’ADNI (Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative). Tali soggetti sono stati suddivisi nel gruppo dei normoglicemici (glicemia a digiuno <100 mg/dl) e in quello con alterata glicemia a digiuno (≥100 mg/dL), che includeva anche individui con una diagnosi di diabete. È emerso che nel corso di due anni, i soggetti normoglicemici avevano un declino cognitivo e funzionale, una perdita di volume cerebrale globale e un tasso di conversione da MCI ad AD inferiori agli individui con alterata glicemia a digiuno. Non è stata rilevata alcuna differenza nel volume ippocampale e nell’ipometabolismo cerebrale tra i due gruppi. Questi risultati suggeriscono un’associazione tra un’alterato metabolismo glucidico e la progressione del declino cognitivo.
