@ Patamoto: Amico mio, i tuoi consigli sono sempre benaccetti!
E' ovvio che ognuno concepisce l'attività sportiva (corsa o non corsa, non fa nessuna differenza) in un certo modo ed io, oggettivamente, pago pegno ad anni di attività agonistica effettuata, sempre, da velocista, sia nell'Atletica che nel Nuoto (anche nel calcetto, da ragazzino, ho sempre giocato da ala che parte subito in contropiede).
Non ho la mentalità del mezzofondista, figuriamoci quella del fondista/maratoneta: credo si sia capito, vero?
Detto questo, è da quando ho iniziato a correre che, oltre a combattere con il problema peso (e tu puoi ben capire tutte le problematiche ad esso correlate), continuo a combattere con me stesso come "dimensione psicologica" della prestazione da effettuare ossia cercare di pensare (leggasi correre) come un fondista e non come farebbe un velocista (sono all'opposto dal punto di vista fisico ma continuo ad esserlo dal punto di vista psicologico, di approccio alla sessione); combatto e spesso perdo (lo ammetto senza alcuna vergogna)

perché la mia indole di velocista/agonista ha, quasi sempre, la meglio su quella del fondista/obeso/vai piano che ti fai male.
Non è la corsa il problema perché avrei lo stesso istintivo approccio anche se ritornassi a nuotare, così come quando avevo il pallone tra i piedi mi veniva istintivo correre sulla fascia a tutta birra (prima non mi prendevano, adesso non riuscirei nemmeno a partire!) piuttosto che fare passaggi e passaggini; un proverbio recita "Chi nasce tondo non muore quadrato"

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Comprenderai quindi che allenarmi, settimana dopo settimana, mese dopo mese, costringendomi ad andare contro la mia indole è cosa facile da fare praticamente ma estremamente stressante dal punto di vista psicologico.
Sono stato immensamente fortunato, in 6 mesi, a non farmi male?
Sembrerebbe di si anche se io non ho mai avuto la sensazione di essere miracolato bensì credo di non aver mai portato il mio fisico oltre un certo limite che io soltanto so percepire in modo, più o meno, preciso (questo non vuol dire che chi ha avuto la sfortuna d'infortunarsi è stato uno sciocco ma semplicemente non ha correttamente valutato il limite oltre il quale non doveva andare al netto degli episodi casuali e sfortunati).
Per esempio, alcuni mesi fa (credo verso la fine di settembre se non ricordo male) feci una sessione di ripetute (c'è una puntata dedicata nel diario ma adesso non ricordo quale), esperienza che non ho più rifatto perché ho percepito distintimente di aver portato al limite (e forse oltre) il mio organismo ergo ho preferito lasciare perdere (magari ne riparleremo a fine 2015); questo è solo un esempio di cosa mi riferisco quando parlo di "sensazioni estramamente personali e non facilmente descrivibili" nel portare al limite il proprio corpo; continuare senza ascoltarlo porta INEVITABILMENTE all'infortunio (è MATEMATICO) ma, come ho scritto, sarebbe da sciocchi non voler ascoltare i segnali che il corpo t'invia costantemente, hai tutto da perdere e niente da guadagnare.
Sulla metafora di Bolt

sono d'accordissimo con te ma consentimi di chiarire ulteriormente: nel mio diario uso spesso il termine "metabolizzare" che, di fatto, sintetizza il tuo concetto (metabolizzare=prestazione ripetibile); comunque tu proceda (accumulo una serie di buone prestazioni per poi arrivare, prima o poi, al PB oppure mi sforzo di arrivare al PB e poi metabolizzo la prestazione, sessione dopo sessione) sono due metodi differenti ma che portano allo stesso risultato: portarti al miglioramento della tua condizione atletica.
Per fare un esempio (lo trovi nel diario, nella puntata del 30 Settembre), la mia più emozionante sessione fin qui svolta la provai quando infransi il muro (ormai divenuto psicologico) dei 7/Km nei 5 Km (più che infrangere lo spazzai via del tutto) utilizzando il metodo delle variazioni consigliatomi da Francesp; ebbene quel PB mi trasportò in un altro mondo, sia prestazionale che psicologico (se leggi le sessioni seguenti ti renderai conto che battevo PB su PB come se nulla fosse, mi si era sbloccata la mente, ormai i 7/Km erano metabolizzati, erano miei e anche il corpo beneficiava di questa iniezione di fiducia!); avevo iniziato a capire come variare di velocità, come gestire la respirazione e come non farmi intrappolare dalla mente: un PB mi aveva migliorato più di decine di sessioni intermedie di avvicinamento al superamento della barriera dei 7/Km.
Come ho scritto ci sono vari modi di procedere: nel calcio puoi vincere una partita giocando all'attacco cercando di segnare un gol in più dell'avversario ma puoi raggiungere lo stesso obiettivo cercando di subire un gol in meno, l'obiettivo è sempre lo stesso; allo stesso modo nella corsa si può procedere a piccoli passi che, prima o poi, daranno i frutti oppure procedere "a balzi" (come se fosse un salto triplo) e poi iniziare a metabolizzare il nuovo livello prestazionale raggiunto.
Qual'è il metodo migliore?
Non esiste il migliore, esiste quello più adatto alla propria indole, esiste quello più istintivo e naturale, esiste solo quello che ti detta il tuo corpo perché, alla fine di ogni discorso, non siamo noi che comandiamo il nostro organismo ma esattamente il contrario
Sul discorso dei PB sui singoli chilometri: mi spiace aver dato origine a questo equivoco ma io non corro le singole distanze per fare i PB; i miei PB che appaiono nella tabella BMI sono frutto di sessioni differenti e non appartengono tutti alla stessa sessione; ci sono volte che in una sessione posso migliorare il PB dei 7 e non quello degli 8, dei 9 o dei 10 (ossia dei chilometri successivamente percorsi) e via di questo passo;
mai partito per fare 8 o 10 chilometri e dannarmi l'anima per battere il PB di ogni singolo chilometro!!!
Se parto per fare 8 Km l'obiettivo è il PB degli 8, se parto per farne 5 l'obiettivo è il PB dei 5, credo che non ci sia nient'altro da chiarire.
Sul discorso degli obiettivi settimanali: beh, onestamente non ci ho mai pensato (ho sempre ragionato in termini di singola sessione) ma potrei provarci, perchè no?
Io ho la mia "assicurazione" che finora non ha sbagliato neanche una sessione, se però mi dici che ste solette sono utili vedrò di prenderle in considerazione (anche se non ne sento affatto il bisogno ma non si può mai sapere).
Alla prossima Pat!
