Lavoro in banca, sono pluritatuato e con piercing e, credimi, quotidianamente vivo sulla mia pelle (è il caso di dirlo!

) l'opinione degli altri e proprio in questo sta il difficile mestiere di padre, la ricerca di quell'equilibrio instabile tra il difendere le proprie idee senza esserne schiacciato, tra il guidare lasciando il "lasco" perchè uno possa fare quegli errori che aiutano a crescere. Mestiere che in questo periodo adolescenziale è un totale casino, poichè passo in pochi secondi e senza ragione apparente, dall'essere il suo eterno supereroe al riferimento da contestare in tutte le sue manifestazioni!
E proprio perchè il tatuaggio per me è la sintesi estrema di un lungo percorso mentale, cerco per lo meno di far capire ad Elia che un segno indelebile è qualcosa di importante, a prescindere dalle motivazioni (estetiche, metafisiche o inesistenti) che ti spingono a farlo.
Cioè...indelebile...è un
per sempre, mica cotiche!
In futuro sarà la sua vita, ma per almeno qualche anno ancora,
in parte è mia.
