[DIARIO] Potenze di 10

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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da Tordg »

The Observer ha scritto: O mi sarei fermato prima. Invece, pur di fare un dispetto a Torgd... :D )

Il 7 in Italia, poi il 10 in Vietnam. Sarà dura riuscire a correre tutti i giorni tra fusi orari e aerei. Per riuscire nella mia 1000x100x10 dovrò organizzarmi molto bene con gli orari, e forse correre in aeroporto a Dubai nei trasferimenti, senza che mi arrestino.
io intanto sto mettendo in una borraccia 2 eur al giorno..

dove sei il 7?
ti raggiungo e corriamo assieme!
al nono km uno sgambetto e zac :mrgreen:

complimenti per la costanza :beer:
e bei racconti!
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The Observer
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da The Observer »

23.

(Strava)

Chi ce capisce è bravo... dopo due giorni di tregenda, in cui ho elaborato varie teorie, oggi: contrordine compagni!

Fino a ieri sentenziavo che è meglio uscire la mattina presta. Stasera, causa scadenze varie, sono uscito alle 8 passate (Moran dixit...). Risultato? Personal Best sui 10K (CORREZIONE: 2nd record, il primo ho scoperto di averlo fatto in Atacama l'altra estate, a 2400 m, correndo "dietro" ad un mio ex collega... 3"/km in meno), 16 sec rosicchiati al mio precedente miglior tempo di questa sfida, prima volta sotto i 5':30" e il secondo km corso a 5:09, seguito da un 5:12 al terzo, un tempo quasi impensabile per me, nonostante sia patetico per altri qui...

Chiccecapisce è bravo. :nonzo:

Resta il fatto che questo allenamento intensivo, sebbene a sensazione e senza tabelle, forse sta cominciando a mostrare dei frutti. Magari ho scoperto qualcosa? In effetti in 4 settimane ho migliorato di 30" i miei tempi... Presto per dirlo, ma certo che stasera, dopo due giorni in cui ho faticato tantissimo, mi sembrava letteralmente di pesare di meno. Anche le scarpe - le stesse Vomero 12 delle ultime settimane - sembravano più leggere e confortevoli. Sono arrivato a casa in accelerazione. Sono sicuro che avrei potuto fare molto di meglio.

Chissà che il mio target più antico - 12K in un'ora - non sia possibile, anche se l'età lavora nell'altra direzione.

Stasera niente racconto, troppo tardi, ma la foto di un tramonto. Un tramonto spettacolare, forse sulle Isole Bounty, si proprio quelle dell'ammutinamento o su Chatham Island, non ne sono del tutto sicuro. Ero in nave, mentre a Febbraio tornavo dall'Antartide la prima volta che ci andai, nell'87. Forse il più spettacolare, intenso e nostalgico tramonto della mia vita. I colori sono reali, frutto della scansione di una diapositiva a colori.

Correre per me spesso è un rimestare ricordi, raccogliere le idee, immaginare un futuro e sognare. Questa sera, senza una ragione precisa, mentre correvo pensavo proprio a quel tramonto incredibilmente dorato, condito dall'odore di kerosene dagli albatross e dal mal di mare, e così ho deciso di condividerlo con voi.

Immagine

Torgd: il 7 sono dalle parti di Roma...
Ultima modifica di The Observer il 5 apr 2017, 9:21, modificato 1 volta in totale.
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da runningmamy »

Bellissimo, un colore particolare
E meno male che le sensazioni/emozioni c'investono senza un motivo, senza una ragione apparentemente sensata: è la vacanza della mente :-)

Ma a livello fisico, hai notato dei cambiamenti?
Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
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di Running Forum, scopri come!

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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da The Observer »

Ci si abitua alle trasformazioni, runningmamy, e diventa subito difficile ricordare come si era prima. Mi sembra che questo allenamento continuo stia dando dei frutti, ma è ancora presto per dirlo con certezza. Quello che mi piace è che un'ora la si trova sempre, e allo stesso tempo non è mai eccessiva per il fisico. E che mentalmente è difficile trovare scuse per rinviare, come quando uno ha una tabella.

Adesso vediamo come va durante i viaggi. Sarà dura...
Ultima modifica di The Observer il 5 apr 2017, 11:27, modificato 1 volta in totale.
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da victor76 »

Ti seguo, TO!
Fantastico il racconto di Pirlo e in bocca al lupo per la tua avventura!
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
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--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da fujiko »

Grande Paolo, ti seguo, continua così ;)
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da The Observer »

24.

(Strava)

Oggi volutamente lento. Gambe un po' imballate. Tentato una tirata al decimo km che mi ha portato comunque ad un discreto - per me: 5:39. Faceva fresco e c'era moltissima gente a correre. Ai piedi le nuove Saucony ISO Triumph 3 appena arrivate: "come te... non c'è nessunooooooo...!" Saucony! Più avvolgenti e leggere delle Vomero 12 con cui ho "tradito" Saucony per la prima volta da quando mi sono messo a correre un po' più seriamente.

Chi ha la voglia di seguire questo diario avrà capito che più che di corsa è un diario di vita. Passata e presente. Assumendo che le due cose non siano lo specchio l'una dell'altra. Devo parlare a qualcuno quando scrivo. E questa audience è straordinaria per le sensazioni che riusciamo a condividere insieme pur non conoscendoci.

Oggi vorrei raccontare le più mie più belle corse in Cile. Allora lavoravo ad ALMA, impegnato a verificare le 66 antenne una ad una prima della installazione al sito a 5000 m. Era un lavoro gravoso, con turni a volte massacranti che arrivavano a 24 ore consecutive. Perfetto per uno che odia l'8-5 :D Tra l'altro 8 giorni su e 6 a Santiago, a casa, senza obbligo di andare in ufficio.

Una volta alla settimana mi svegliavo alle 4 e 40. L'autista mi veniva a prendere alle 5 per condurmi in aeroporto. Un'ora tra le strade deserte di Santiago. Un'altra di attesa al gate insieme ad altri colleghi o ingegneri minerari semiaddormentati. Poi due ore di volo fino a Calama, sperduta, e francamente orribile, città mineraria famosa per la miniera di rame a cielo aperto più grande del mondo, Chuquicamata. Una specie di Far West. Il rame di quella miniera è una delle voci più importanti del PIL cileno. Infine un'oretta e mezza di bus in un deserto ocra, desolato e affascinante, popolato solo da qualche sporadica Vicuña selvatica.

Dormivo tutto il tempo, per risvegliarmi a volte solo quando le ruote toccavano la pista del piccolo aeroporto nel deserto. Al punto che per me è diventato un riflesso condizionato addormentarmi in aereo prima ancora del decollo, con grande scorno di mia moglie che non riesce mai a chiudere occhio in aereo.

100 km dopo si attraversava il villaggio di San Pedro, popolato di turisti e "gringos", poi ancora un rettilineo di oltre 15 km nel Salar, e su fino all'OSF (Operation Support Facilities) a 3000 m. L'accesso agli ultimi 17 km di strada era interdetto al pubblico da un posto di controllo. La carreggiata era larghissima, a pendenza limitata, con curve ampie, coperta di un materiale di risulta delle miniere che si presenta come un asfalto chiarissimo e duro. Era infatti pensata per consentire a due delle enormi antenne da 12 metri di diametro di incrociarsi a bordo dei giganteschi "transporter" a 28 ruote.

Una volta arrivati, nell'aria rarefatta e con un Sole accecante, mi aspettavano per un meeting per scambiarsi lo stato dei lavori con il team del turno precedente. Poi il pranzo, e il lavoro fino a notte fonda, a volte all'alba del giorno successivo se qualcosa non andava nel complesso e ancora sperimentale sistema dell'osservatorio astronomico più grande del mondo. Nel qual caso ci si doveva inventare qualche soluzione per non rallentare i lavori. Altrimenti la notte passava tranquilla, monitorando i tanti schermi, pre-analizzando dati e riavviando ogni tanto i vari scripts. Eravamo sempre 7-8 nella sala di controllo per cui c'era il tempo di scherzare e chiacchierare, tra un caffé e l'altro. "Un astronomo è una macchina che trasforma caffeina in pubblicazioni scientifiche", dice qualcuno.

C'era una palestra all'OSF, con dei discreti tapis-roulant e molti attrezzi. Ma a me quella strada larga e liscia, che scorreva tra immensi canyon con la vista completa del Salar di Atacama faceva sempre venire una gran voglia... Così una notte, a fine turno, chiesi ai presenti nella sala di controllo se qualcuno voleva unirsi a me e provare a correre fino al "gate" di ingresso. Con la Luna piena il cielo di Atacama era così luminoso da permettere di leggere agevolmente un giornale. Senza, faceva paura l'immensità della Galassia sul cielo scuro, così scuro che a volte si aveva la sensazione di stare su un balcone appeso sul vuoto, quello che è in fondo la nostra sottile e precaria biosfera.

Si aggiunsero un'astronoma americana, una bionda un po' triste e molto intelligente, e un giovane cileno che operava le antenne. Partimmo verso le 3 o le 4 di notte, non ricordo bene, con la frontale dell'osservatorio a fare strada. Ma dopo qualche centinaia di metri ci rendemmo conto che spegnendola si accedeva ad un mondo incantato, fatto di creste all'orizzonte, riflessi del deserto, della strada e di qualche sagoma di llama o asino, di quelli che vivono in piccoli gruppi allo stato brado nella zona. Il vulcano Licancabur si ergeva spettrale sulla destra, fino a circa 6500 m di quota. Un paesaggio totalmente muto e immobile. La strada scendeva verso il Salar per 10 Km. Poi, dopo un ponte su uno dei tanti canyon, si imboccava un rettilineo di 4Km al fondo del quale si vedeva la lucina lampeggiante della barra di ingresso.

Quella volta corremmo fino alla piana a 2400 m di altezza. 10 km. Senza alcuna fatica. Il fondo era perfetto per correre. Il cielo faceva accelerare il cuore ancor più della corsa, facilitata dal pendio quasi costante e abbastanza leggero. Il Cileno, più giovane, era andato avanti, e io e l'americana correvamo in silenzio. Cominciava ad albeggiare alle nostre spalle, proiettando una luce giallastra che risaliva rapida il deserto a partire dal Kimal, montagna sacra alle popolazioni locali da tempi preincaici, che si ergeva proprio di fronte a noi. Il cielo incuteva rispetto, come sempre in Atacama. Proprio quella vastità e purezza ci avevano guidato fino a lì.

Per tornare indietro chiedemmo un passaggio ad uno dei primi camion che portavano viveri, materiale da costruzione, acqua e carburante all'OSF.

Da allora quelle corse notturne divennero un "must". Spesso a fine turno andavo giù, da solo o in compagnia, fino a raggiungere la guardiola all'ingresso della strada, dove c'era un buffo cane meticcio e impolverato (come tutte le cose), uno dei tanti che si trovano ovunque per la strada in Cile, che ci abbaiava furiosamente ma poi si lasciava coccolare. La security di ALMA non era molto felice di questa mia idea, e spesso tentava di fermarci e di trascrivere i documenti. Una volta ci offrì un gilet catarifrangente che dovemmo infilare al volo. In effetti era vietato allontanarsi dall'OSF senza permesso. Ma il direttore ce lo concesse per correre lungo quella strada straordinaria e segreta, incuriosito dall'idea che si stava preparando la Maratona di Santiago.

Dopo qualche tempo, con l'allenamento, arrivato alla guardiola, cominciai anche a tornare indietro. Il rettilineo finale, a causa della trasparenza dell'aria, sembrava più breve. E quindi non terminava mai. Una sola volta - camminando quasi sempre in salita al ritorno - riuscii a fare tutti i 28 km e tornare indietro alla base. Ma era decisamente troppo per me a quella quota. Era un periodo in cui soffrivo di DOMS e dolori vari. Ma quella strada, l'inimitabile volta stellata, il silenzio del deserto, e l'arrivo veloce dell'alba, rimarranno con me per sempre.

Immagine
L'"ALMA Road" come appariva dall'ingresso della "Riserva Scientifica", a 2.400 m, nel 2005, quando ancora ALMA era allo stadio iniziale di costruzione. Dopo il rettilineo iniziale, la strada si inerpica sulla destra della foto, fino a raggiungere l'OSF, la "macchia bianca" visibile a metà montagna sulla destra. La strada poi continua fino a Llano de Chajnantor, a 5000 m, al di là delle montagne sullo sfondo, dove si trovano i 66 radiotelescopi da 12 e 7 m.

"Chajnantor" significava "il luogo del decollo", o "la strada verso il cielo" in lingua Kunza - un'antica lingua locale ormai quasi del tutto scomparsa. Era il luogo dal quale gli Atacameños pensavano che i desideri e le preghiere alle divinità prendessero il volo. Un significato quanto mai premonitore.
Ultima modifica di The Observer il 6 apr 2017, 9:50, modificato 9 volte in totale.
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da runningmamy »

Che meraviglia, non ho parole
Hai un modo di raccontare che rapisce e incanta. Qualche foto?
Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
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Lord_Phil
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da Lord_Phil »

Avendo in mente come puo essere un cielo stellato nel deserto (l'ho visto in Giordania e in Marocco), immagino quanto sia affascinante passarci tante notti ed andare a correre...un'emozione difficile da rendere in parole e che provi veramente solo sualla tua pelle...wow! :love:
100 12”62 200 25”45 400 57”10 800 2'18" - 2'52
1000 3'04” 1500 4'55" - 3'16
3km 10'39" - 3'33" 5km 18'25" - 3'41
10km 38'22" - 3'50" 21km 1h25'32" - 4'02
42km 3h35'58" - 5'07
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da Supertramp »

Che fantastico racconto...correre nel deserto con quelle montagne sullo sfondo!!!
Una curiosità personale col lavoro che fai che rapporto hai con la religione?
Io ho una "fede scientifica" (lo so è un ossimoro): credo che Qualcuno più grande di noi ci abbia regalato tutto ciò che abbiamo,che vediamo e ciò che non vediamo....non credo che esistiamo solo per il frutto del caso:Big Bang e poi a seguire le galassie ecc.

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Siamo io e la strada.
It doesn't matter what it is, you have to have something to fight. Doesn't have to be a mountain, but it has to be something. And it isn't important whether you win or lose. Only that you keep fighting.

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