Ai trail con qualche centinaio di partecipanti mi sento assediato, figurarsi tra i millecinquecento e più del Cortina Trail.
In gabbia alla partenza alzo gli occhi al cielo e poi li chiudo, gli alzo al cielo e li chiudo … si parte.
Del tratto di asfalto iniziale mi colpisce il cacofonico ciaf ciaf su cui ballano le borracce e i camel bag accompagnati dai plastificati pettorali.
Se chiudo gli occhi mi sembra di sentire un esercito monocolore che marcia regolare (ciaf ciaf, ciaf ciaf, ...), se li apro vedo i mille colori dei trailer che cominciano a sbuffare sulle prime pendenze.
E arriva il bosco, ora non è il caso di chiudere gli occhi per non andare a sbattere contro al primo imbuto che inchioda la truppa dove l’asfalto finisce, ma soprattutto perché d’ora in poi sarà un delitto perdersi anche il più microscopico dettaglio che questo viaggio saprà regalare.
Anche se nel bosco fa caldo non sento caldo, viaggio sottosoglia e posso dedicarmi a tutto ciò che mi circonda e a chi sta al mio fianco senza preoccuparmi di me, tutto fila liscio e comincio a fare il carico di emozioni.
Nell’approccio alla Val Travenanzes mi sembra di vivere un esodo, un’interminabile fila di formichine si dipana uniforme lungo il sentiero a perdita d’occhio e provo ad immaginare che cosa pazzesca possa essere percorrerla in completa solitudine, in intensità.
Poi di colpo si apre il sipario, si apre e … lo sguardo fa fatica a contenere quello che si trova davanti; questa valle ampia, calda, accecante, che ti comprime, ti tira, ti stira e ti espande, ti fa sentire microscopico e grande allo stesso tempo.
Sembra di essere catapultati in un film di Sergio Leone, ma se alzi un po’ lo sguardo verso le montagne capisci che Sergio Leone non c’entra un ca**o.
Quell’enorme traccia tra i sassi ti fa capire quanto l’acqua sia l’elemento dominante di questo pianeta.
In questa torrida giornata rimane solo qualche rigagnolo di questo dominio e colgo l'occasione per saltarci dentro a piè pari, ci salto dentro, torno indietro e ci risalto dentro e dentro ci rimango fino a quando a farmi desistere sono le gelide acque.
Arrivo al primo ristoro idrico e … coda! Coda?!? … siamo in tangenziale? barriera Milano est A4 ? … no grazie, la coda no, torno indietro … bevo e riempio le soft flask al ruscello superato poco prima e via!
Forcella del Col dei Bos, duro incanto e lo sguardo si perde nell’ovunque.
Il tratto per arrivare al Col Gallina serve a sedimentare quanto accumulato fin qui.
E al Col Gallina vengo sopraffatto da un fame chimica che mi porta ad alternare cubetti di parmigiano a tocchi di banana come se non ci fosse un domani, il tutto annaffiato da cocacola, che mr Creosote di Monty Python mi fa una pippa.
Appesantito da cotanto carico affronto la salita verso l’Averau inconsapevole di cosa mi aspetti.
E per la prima volta faccio fatica.
Scollinato l’Averau si punta al cancello che non sembra arrivare mai.
Dicono sia a 2, 3, 4 km … boh?
Ed ecco il cancello!
Il tempo di riprendere un po’ di fiato … mi dicono che ci tocca la forcella delle forcelle, la Giau.
Uhm … forcella Giau! Fatica!
Provo un’empatica solidarietà per chiunque si trovi in questo momento con me su quella forcella (tranne per quelli che hanno i bastoncini; se no li sai usare lasciali a casa o ficcateli nel … ops).
E su, alla fine di quella dura, durissima ascesa, c’è un vento freddo che contrae la pelle e irrigidisce i muscoli, il cielo scuro e i minacciosi tuoni di un preannunciato temporale.
Finalmente si scende, si scende per ampi verdi prati che mi ricordano l’Irlanda, ma non ci sono pecore … e poi l’ultimo strappetto.
Il tempo di una foto ai compagni di tiraemolla … poi c’è solo discesa … si corre provando a scappare dal temporale.
Si passa il Croda in un amen, senza sosta, ci aspetta il boscodimerda, che quest’anno è boscodimerdolina, corribile
… giù giù giù …
si palesano le vesciche, la fascite (e malgrado tutto pochi santi)
e poi l’asfalto … mamma mia … l’asfalto …
il ristoro abusivo, due bicchieri di birra … la doccia fredda
qualche centinaio di metri ancora
e lo striscione dell’ultimo km
… che ca**o, non vuoi correrlo questo ultimo km? … corri corri corri …
fine?
no!
siamo solo all’inizio!!!
(il mio CT)
