Forse un giorno la città si arrampicherà fin quassù.
Forse un giorno anche questa collina dolce fatta di campagna e
odore di mare, di galline e di cime di alberi scompigliate dal vento sarà fatta
di strade e case e rumori di ferro, invece che di canzoni e di sospiri.
Fino ad allora però, ci sarà da godersi la luna piena ogni volta che sorgerà calme e indifferente,
disegnando una via bianca a partire dall’orizzonte, ogni volta che renderà di nuovo visibile
la sagoma della montagna addormentata, anche quando la notte dovrebbe inghiottirla lasciando immaginare che non esista, che ci siano solo le luci distanti e una terra oscura di fronte : un deserto punteggiato dalle piccole barche che rubano la vita agli abissi.
Fino ad allora però ci sarà la luna a raccogliere i pensieri dispersi nel buio.
Perché di notte, quando splende immobile quel disco di latte e luce, nessun luogo è come questo.
Nessuno.
Da “Il Purgatorio dell’Angelo” – Maurizio De Giovanni
In questa notte buia, non so bene perché, le parole volano nella mia mente, ed in questa ottobrata che sembra non finire mai, non riesco ad afferrarle.
Come le foglie che cambiano colore, assumendo i toni malinconici dell’autunno, attaccate al loro ramo in attesa della folata di vento che le porterà, verso dopo verso in un’altra strofa, in una frase, in un’altra fase.
Parole come lucciole splendenti, mi volteggiano attorno sbeffeggiandomi, impedendomi di catturarle per alimentare la luce che va facendosi un po’ più fioca ogni giorno che passa. Presto il profumo di legna bruciata uscirà dai camini, forse per allora l’autunno sarà entrato nel suo vestito più bello, pronto a specchiarsi negli occhi di chi aspetta, anno dopo anno, un quieto letargo. Un rallentare dell’anima sempre in subbuglio, un’allentare la mente, per far correre i pensieri più lievi, per far correre le gambe più leggere, rammentando quando il sole cocente batteva i suoi pugni contro le pietre levigate dagli anni, incise sulla pelle.
Io mi rifugio in queste pagine, per dar voce ai miei pensieri, finché riuscirò ancora ad afferrarli.
In attesa.
Come gli animali che si rifugiano nelle loro tane per farsi calore.
In attesa.
Come bimbi impauriti e sorpresi che si raccolgono veloci attorno ad un tronco, quando il cielo, aggrottando il sopracciglio scarica violento le gocce sui loro giochi.
In attesa.
Come un’animale notturno in cerca della sua preda, finché ci sarà ancora la luna, con la sua luce fredda ad illuminargli la strada.
In attesa.
Finché la bruma ricoprirà tutto con il suo velo sottile e silenzioso ed Il buio ghermirà di nuovo le nostre anime, laddove il tramonto le aveva salutate.
In attesa.
https://www.youtube.com/watch?v=ju_2AypH4kU