SCARPE NEWTON RUNNING

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runforhobby
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da runforhobby »

Ciao lele, sono contento di aver ricevuto un parere sincero e obiettivo, senza offendermi..
Io non ho esperienza come triatleta e corro per hobby, non per competizione, mi sono passato ore e ore su internet, su siti inglesi, di medicina e analisi della corsa.. A parere mio bisognerebbe davvero correre a piedi "scalzi"magari con le fivefingers, questo sarebbe il modo migliore per correre come i tarahumara fanno.. alla fine dei conti la tecnica e postura di corsa corretta c'è.. come in tutti gli sport.. basterebbe applicarla in modo corretto allenandosi! Le newton running, non le ho ancora prese, credo lo farò domani.. ma oltre ovviamente a essere una trovata di marketing, secondo me ti tengono il piede "rialzato" ma comunque messo in tal modo da poter avere un approccio sul terreno di avampiede, e per coloro che passano come me da delle a3 a queste newton, secondo me è il giusto compromesso.. io non sono fanatico del correre al piedi nudi, ma con le newton cerco la scarpa che mi aiuti a correggere la mia postura di corsa.. in merito a questo ho approfondito con il CHI RUNNING.. e avendo provato con delle banali scarpe di tela, ho capito che lavorando sulla tecnica e sulla postura tutto migliorerà.. poi chi lo sa, magari tra un'annetto, capisco che mi conviene comprare delle scarpe "senza suola" avendo capito e sperimentato la tecnica giusta con le newton..
Quello che se secondo me è davvero vergognoso è come le grandi aziende, possano vendere compreso a me, delle a3 super ammortizzate, per attutire l'impatto del tallone col terreno.. davvero insensato, in quanto per correre bisognerebbe cambiare sopra.. ma ovviamente, cambiando postura e correndo con un "tacco" esageratamente ammortizzato, il tallone toccherebbe sempre prima... ho visto un video che analizzava la corsa.. qui hai il link, vai al min 6,20
http://www.youtube.com/watch?v=H26liWMDH8U è davvero assurda la resistenza che si pone sul tallone!!
Io, parlando per me. voglio correre correttamente.. se poi le newton mi aiuteranno nell'approccio.. evitando di correre a piedi nudi subito.. ben vengano!!
Grazie ancora! e fammi sapere cosa ne pensi sul video..
lele 71
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da lele 71 »

Ciao runforhobby, anche forse se siamo oltre l'argomento come dice giustamente dovedavide, questo genere di discussioni... mi appassiona molto! ;-)
Mi appassiona perche' mi sento personalmente coinvolto, sono oramai 2 anni che sto lavorando sulla tecnica partendo dal pose-method di Romanov
per poi spostarmi piu' verso il chi-running (sono molto diversi tra loro, anche se a prima vista potrebbe non sembrare).
Sono partito grossomodo dalle tue stesse motivazioni ed ho cercato di reimparare a correre.

Quella che e' al momento la mia idea (ma non e' detto che sia la verita'...) e' che per correre non c'e' un solo modo, esistono sicuramente dei concetti
piu' o meno applicabili alle caratteristiche specifiche di ogni individuo e non e' facile capire cosa effettivamente sia meglio per noi e per il nostro corpo.
Uno degli aspetti peggiori degli sport basati su gesti ciclici e ripetitivi e' che (quasi sempre), gli effetti collaterali di un cambiamento non si vedono
e non si percepiscono subito e, spesso, un cambiamento scorretto (o semplicemente non adatto alla nostra morfologia) puo' portarci ad un'azzoppata nel giro di qualche mese, tempo a volte troppo lungo per risalire alla reale causa dell'infortunio.

Fatta questa premessa partiamo dal concetto di "corsa naturale", cosa sulla quale molti produttori di scarpe sembrano puntare ultimamente.
Nessuno di noi nasce con le scarpe: le scarpe non sono naturali, ma non lo sono neppure asfalto e tartan, quindi qualcosa sotto i piedi, almeno nel nostro periodo storico, e' necessario (IMHO s'intende).

La corsa a piedi nudi fa parte del mio programma di allenamento settimanale oramai da 1 annetto, quando la temperatura lo permette la faccio a
bordo pista (fondo erboso e regolare), altrimenti sul tapis roulant. Corro mediamente una ventina di minuti (dopo adeguato riscaldamento) ed il giorno successivo ho i polpacci abbastanza duri, faccio sempre molto stretching dopo.
Pur pronando col piede destro quando corro a piedi nudi sono "perfettamente in bolla" (provato da telecamera sul tapis) e silenzioso come un ninja,
il rumore degli appoggi viene coperto dal sibilo del motore, l'appoggio e' sempre nella zona del metatarso, la falcata e' corta e la cadenza alta.
In questo modo potrei correre circa 40' ma non certo tutti i giorni e tantomeno mi sognerei di fare una mezza maratona.
La mia sensazione e' che il carico sui polpacci e sui tendini d'achille sia eccessivo, non e' infatti un caso che 20 anni fa, quando le scarpe da running
erano praticamente delle scarpe da pista con una sottiletta di eva come suola, gli infortuni piu' comuni fossero al tendine d'achille (tendinopatie e rotture) ed al polpaccio (strappi e lacerazioni del tessuto muscolare).

Torniamo quindi al concetto di "corsa naturale": per l'uomo e' sempre stato naturale correre per un sacco di ragioni (scappare, procurarsi il cibo, spostarsi velocemente), ma e' veramente naturale "correre per correre"? Intendo dire la corsa fine a se stessa, macinare kilometri, correre a lungo anche oltre le proprie capacita' cercando di spostare il proprio limite sempre piu' in la? Siamo sicuri che sia cosi' "naturale" correre una maratona o anche solo una mezza?

Secondo il mio modesto parere non e' una cosa tanto naturale e la scarpa ammortizzata e protettiva serve proprio a preservare il piu' possibile il nostro corpo dall'usura che la corsa provocherebbe (e che comunque provoca ugualmente).

Quello che ho notato dopo 2 anni di esperienze piu' o meno positive (qualche azzoppata l'ho presa...) nel mio tentativo di migliorare la corsa e' che riesco a correre "bene" i primi kilometri delle gare, quando sono ancora fresco e presto attenzione a quello che faccio, ma quando subentra la stanchezza ed inizia la corsa "seduta", torna prepotentemente l'appoggio pesante di tallone e se in quel momento non avessi scarpe adeguatamente protettive, credo che metterei a serio rischio i miei tendini.
Sono convinto che un runner piu' allenato, piu' giovane ed elastico o semplicemente piu' dotato fisicamente potrebbe spostare questo limite ben oltre il mio e riuscire a correre a lungo in questo modo ma, per me purtroppo sarebbe autodistruttivo.

Credo di avere "riassunto" quella che e' la mia esperienza in merito, diciamo... poche idee ma ben confuse! ;-)
Mi fermo qui perche' da prolisso sto' passando ad essere logorroico e la pazienza di chi legge credo abbia un limite, ora tocca a te fare una bella recensione sulle newtonrunning (non tanto sulla scarpa quanto sull'esperienza che farai). :thumleft:

Happy running a tutti! :beer:
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Albertozan
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da Albertozan »

grazie Lele, molto interessante la tua esperienza :thumleft:
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davide1977
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da davide1977 »

Albertozan ha scritto:grazie Lele, molto interessante la tua esperienza :thumleft:
=D> =D> =D> Per cui,secondo la tua esperienza,piu che un cambiamento radicale la corsa minimal dovrebbe affiancare quella tradizionale,e comunque con kilometraggi contenuti?
Ciao :beer:
lele 71
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da lele 71 »

davide1977 ha scritto:
Albertozan ha scritto:grazie Lele, molto interessante la tua esperienza :thumleft:
=D> =D> =D> Per cui,secondo la tua esperienza,piu che un cambiamento radicale la corsa minimal dovrebbe affiancare quella tradizionale,e comunque con kilometraggi contenuti?
Ciao :beer:
Diciamo che questo compromesso, attualmente, e' quello con cui io ho trovato un'equilibrio, non escludo che questo equilibrio possa cambiare ulteriormente col tempo e soprattutto non generalizzerei.

Sicuramente il consiglio che mi sento di dare, in assoluta buona fede, a chiunque volesse provare la "svolta minimal" o comunque approcciare quello che oggi viene chiamato "better running" e' quello di andare per gradi e non sottovalutare la parte a secco di preparazione muscolare, stretching e mobilita' articolare.
Un esempio banale... una rigidita' della caviglia (cosa abbastanza comune in molte persone peraltro) farebbe partire il vostro "lean-forward" dalle anche anziche' dalle caviglie, quindi vi trovereste inconsapevolmente a correre con "gambe dritte e busto piegato in avanti" (tipo ariete, non so se rendo l'idea...), con conseguenze disastrose sul controllo della corsa (equilibrio precario) oltre a peggiorare l'heel-strikeing nella ricerca vana dell'equilibrio buttando i piedi piu' avanti del corpo per contrastare la tendenza a cadere, insomma, una roba inguardabile oltre che pericolosa! :mrgreen:
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davide1977
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da davide1977 »

:thumleft: :thumleft: :thumleft:
Grazie 1000 :thumleft: .
lele 71
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da lele 71 »

Grazie a voi per la pazienza di leggere!!! :-D
runforhobby
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da runforhobby »

Ciao Lele, capisco perfettamente il tuo punto di vista e ovviamente ti assecondo nelle tue affermazioni perchè un fondo di verità c'è!
Oggi ho comprato le Newton ISAAC trainer.. diciamo che sono le scarpe di transizione dalla corsa "hell strike" a corsa con appoggio di avampiede!
Domani ci faccio una corsetta e apro un argomento in merito!! La mia prima sensazione appena messe ai piedi, è ovviamente lo "spessore" sotto i metatarsi, questo, serve a "costringerti" ovviamente in sicurezza, ad approdare a terra con l'avampiede.. Sono fiducioso in queste scarpe, e le vorrei utilizzare non per passare alla corsa "fivefingers" o piedi scalzi.. ma per correre in sicurezza, sull'avampiede.. senza mettere il tallone di mezzo, che ammortizzato o meno.. subisce un bello shock ogni volta che facciamo toccare a terra per primo.. (vedi video del chi-running)

A presto!!
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Oscar78
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da Oscar78 »

runforhobby ha scritto:.. ma per correre in sicurezza, sull'avampiede.. senza mettere il tallone di mezzo, che ammortizzato o meno.. subisce un bello shock ogni volta che facciamo toccare a terra per primo.. (vedi video del chi-running)

A presto!!
Un dubbio atroce: quando, durante una qualsiasi uscita, sarai stanco e farai ad esempio gli ultimi km poggiando il tallone con scarpe minimal non hai paura che il trauma in quelle poche decine di minuti sia notevolmente maggiore che non farsi tutto l'allenamento con scarpe nella media?
:study:
"Quel senso di libertà e leggerezza che provo quando percorro i miei sentieri,
quel perdermi nei miei pensieri e nei miei sogni,
quella stanchezza fisica che prevale su tutto, che ti svuota....e allora sei pronta ad accogliere"
Cecilia Mora
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dovedavide
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Re: SCARPE NEWTON RUNNING

Messaggio da dovedavide »

Oscar78 ha scritto: Un dubbio atroce: quando, durante una qualsiasi uscita, sarai stanco e farai ad esempio gli ultimi km poggiando il tallone con scarpe minimal non hai paura che il trauma in quelle poche decine di minuti sia notevolmente maggiore che non farsi tutto l'allenamento con scarpe nella media?
:study:
Se permetti rispondo anch'io, con scarpe tradizionali mi sono infortunato (non dico che non succedera con altre scarpe [-o< ), e qui rigiro la domanda, di che cosa mi ha protetto quella scarpa? Certamente non del mio, forse, malo modo di correre quando ero stanco.

Quindi penso che ti puoi togliere il dubbio atroce, non lo fara ne una scarpa minimalista, ne una scarpa tradizionale.

Come in tutto un'atleta non preparato rischia l'infortunio, quindi è proprio l'adeguata preparazione che porta una persona ad evolversi e potere compiere un certo carico di lavoro.

Secondo te qual'è la differenza, o cosa cambia, tra un runner con scarpe minimalista ed uno con scarpe tradizionali, quando sono stanchi? Forse rallentano, ma non certo chi corre con le minimal si mette a poggiare di tallone (la scarpa te lo impedisce, ne senso che se appoggi al di la del tuo centro di gravità capisci che stai rischiando grosso, l'impatto di tallone lo senti e modifichi la falcata), entrambi accorciano la falcata e di conseguenza scaricano il tallone.

Per esempio, ho notato, in particolare in discesa (non falso piano, ma discesa), se vai lento, il centro di gravità (CDG) si sposta all'indietro ed è facile l'appoggio di tallone.
Io corro con scarpe tradizionali e minimalista, in questo caso con le tradizionali posso fare la discesa con appoggio di tallone ma sento notevolmente la differenza d'impatto, dovuto principalmente all'allungo della falcata e atterraggio davanti al CDG. Non è "traumatizzante" ma la sensazione non è il massimo e di solito correggo la postura.
Con le minimalista la stessa cosa dura al massimo un paio di falcate, perche la sensazione è proprio brutta e qui ci sono 2 alternative:
1° se vuoi tenere il passo lento, d'istinto accorci la falcata e aumenti la frequenza, cio ti consente di raddrizzarti e atterrare sotto il CDG
2° sposti il corpo (non solo il busto eh...) in avanti, la velocità in questo caso aumenta, e se ti azzardi a mettere il tallone in avanti, sai che botta ti becchi :afraid: (e vale pure con le scarpe tradizionali), quindi si appoggia "graffiando" sotto al CDG. In questo caso serve coraggio (non è da tutti buttarsi in discesa) ed elasticità.

Non se rende l'idea, ma per riassumere, se provi a correre scalzo, d'istinto corri di avanpiede e quando sei stanco, lo capisci subito che il tuo corpo ti dice fermati, e ti fermi, a meno di essere un suicida.
Per l'adattamento ci vuole tempo, pazienza e molto lavoro.

Edit:

Aggiungo questo link, per chi legge il francese, e anche se il campione è modesto. Interessante la conclusione (in poche parole: la falcata cambia automaticamente a seconda della scarpa (o non scarpa) che calzi, ma non c'è bisogno di grandi studi per capirlo, togli le scarpe e lo noti subito)

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