Ecco appunto. Ho pensato un po' se scriverlo o no, poi ho concluso che sono cose che succedono e che volevo condividere la riflessione che ne e' seguita, visto che e' attinente alla discussione: ieri ho avuto un attacco di panico al lavoro. Ok, nulla di sorprendente, sono tendente all'ansia per cui era la mia quinta volta e sapevo benissimo cosa fosse (la prima son finita in ospedale), mi sono seduta per le scale e ho aspettato buona che il battito calasse e che potessi respirare di nuovo - mentre succede non si riesce a parlare, e nonostante per le scale fossero passate 4-5 persone, non si e' fermato nessuno (e vabbe')
In ogni caso, non so se e' una coincidenza, finche' correvo non ho avuto neanche episodi minori, nessun problema ad addormentarmi, niente di niente di niente. Per cui, non so bene per quale scherzo del cervello, mi e' venuto in mente quel passo in cui Albanesi bacchetta duramente chi prende male l'infortunio come me. Chiaramente ce l'ha piu' con chi ha il terrore di perdere la "forma da gara", la mia corsa e' sempre stata un incrocio tra il rotolamento e il jogging per cui c'e' poco da perdere

, pero' poi leggo pure:
Ricordatevi che la gestione di un infortunio dà anche la vostra dimensione umana. Per quanto lo sport sia importante, un periodo di stop non può mandarvi in crisi esistenziale
...and so what? direbbero da queste parti. Scusate, eh, se appunto come sottolineava Hunter l'equilibrio tra corpo e mente e' una cosa nota fin dall'antichita', se uno ha dei piccoli problemi di instabilita' emotiva e riesce a tenerli a bada correndo ma senza farmaci, senza droghe, senza alcol, senza abbuffate e senza ammazzare nessuno (e che purtroppo di converso smettendo di correre e non compensando ricompaiono) non credo ci sia nulla di male ne' che questo alteri la sua "dimensione umana"
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A Robe', ma perche' non ti limiti a fare tabelle di allenamento che di psicologia non sai una ceppa?
comunque per la cronaca si procede verso la guarigione, dovrei poter riprovare in un paio di settimane
