Caro Andrea, è certamente un piacere dialogare con te
Come ho scritto, è ovvio che tra Roma e Palermo la differenza c'è e non la si può nascondere ma ti assicuro che l'incasinamento è assolutamente comparabile (anzi, secondo me, il livello di maleducazione/menefreghismo qui da noi è superiore

).
Io capisco perfettamente il concetto che vuoi mettere in evidenza ma spero (me lo auguro) che riuscirò anch'io a fare altrettanto nei tuoi confronti.
Sono padre di due splendide bimbe di cui una va a scuola, motivo per cui, a volte vado a prenderla all'uscita (le altre volte ci pensa mia moglie

). Ebbene, io arrivo sempre 2-3 minuti prima del suono della campanella (a volte arrivo dopo la campanella, colpa del TRAFFICO!!!

) e proprio in questo brevissimo lasso di tempo non hai nemmeno idea di quanti papà/mamme/nonne/nonni ho conosciuto (anche se hanno i figli/nipoti in classi differenti da quella di mia figlia): dal scambiarsi inizialmente un formale saluto, piano piano, mattina dopo mattina, siamo arrivati a scambiarci i numeri di telefono, scambiarci opinioni politiche, sportive, sull'attualità, sulla Musica, sul Cinema e quant'altro.
Tutto questo considerando solo quei 2-3 minuti (a volte anche un minuto prima dello scatenarsi della bolgia infernale dovuta all'uscita contemporanea di tutte le classi

) in cui ci si aggroviglia per prendere il proprio figlio/a pensando alla macchina posteggiata in seconda fila, all'autobus che non può passare e al casino infernale che accade, puntualmente, ogni anno scolastico.
Ecco, qui c'è solidarietà, complicità, voglia di gruppo (come dici tu): siamo genitori, viviamo le stesse problematiche (più o meno), siamo accomunati tutti dagli stessi eventi (riunioni, pagelle, colloqui con le maestre, gite, recite, etc.).
Allora si che emerge in molti (ma non tutti

) la voglia di solidarietà e partecipazione dovuta alla conoscenza reciproca , mese dopo mese, anno dopo anno (dalla prima alla quinta elementare i bambini, più o meno, rimangono sempre gli stessi).
Allora qui sono d'accordo con te: essere solidali, uniti e compatti per risolvere i vari problemi della classe (se sei papà sai di cosa sto parlando) comporta, inevitabilmente, la nascita dello "spirito di gruppo".
Incrociare, solo per un paio di secondi, una persona che procede in senso opposto e salutarlo (essendo un totale sconosciuto) a me non fa nascere lo "spirito di gruppo"; sarà un caso ma io di tutte le centinaia e centinaia di runner che ho incontrato da quando ho iniziato a correre non ricordo alcun viso, alcuna fisionomia, alcuna fattezza, alcun timbro vocale mentre delle persone che incontro a scuola li riconosco ad occhi chiusi solo sentendoli proferire poche parole.
Capisco quando gli autisti di autobus, incontrandosi alla guida delle rispettive vetture, si salutano suonando il clacson ma questo evento è preceduto dalla conoscenza personale (lo so perché ho un parente che fa questo mestiere) ma un runner sconosciuto che incontro per 1-2 secondi (diciamo la verità, se vuoi salutare qualcuno lo fai non appena si trova ad una decina di metri da te, non certo lo fai ad una distanza di cinquanta metri

) e lo saluto mi sembra ipocrisia pura (un po come se salutassi un qualsiasi passante quando cammino per strada dicendogli "qua la mano passante, siamo pedoni fratello; condividiamo gli stessi valori!!!"), non posso farci nulla!
Io non ho mai diviso l'umanità in categorie (lavoratori, disoccupati, ricchi, poveri, datori di lavoro, dipendenti, runner, commercianti, alunni, operai, credenti, atei, etc.) ma gli esseri umani, per me, sono tutti uguali a prescindere dalla loro indole/passione ergo se saluto un runner allora, per COERENZA, debbo salutare ogni passante (sono entrambi esseri umani e degni del massimo rispetto); dato che ritengo fuori luogo salutare ogni passante allora, per COERENZA, non ritengo di salutare un qualunque runner sconosciuto incontrato, per caso, in un sentiero nel mentre sono stravolto dalla fatica e l'unico pensiero che circola nella mia mente è "quando finisco???" (fermo restando che, se mi dovessero salutare, ricambierei immediatamente ma questo non è mai accaduto).
Proprio qualche ora fa ho terminato la mia sessione svolta nel percorso abituale; ebbene proprio nella seconda metà del percorso (quando ci si avvicina al punto di partenza) avrò incontrato non meno di cento runner (molti dei quali in gruppi di 7-8 persone); ebbene NESSUNO di questi mi ha salutato anzi la maggior parte delle volte ho dovuto correre oltre il limite del sentiero (praticamente sopra i cespugli) perchè i "miei fratelli runner" occupavano l'intero sentiero e non si scansavano nemmeno a cannonate (fermo restando che andavano ad una andatura siderale rispetto alla mia di povero obeso); non gli ho detto nulla solo perché pensavo solo ad arrivare e terminare la fatica altrimenti li avrei mandati a quel paese in malo modo

e ti assicuro che qualcuno si sarebbe fatto male
Quindi, personalmente, preferisco dedicarmi alla "corsa" che riesco a fare piuttosto che partire avendo voglia di salutare cani e porci.
Con stima.