Ciao a tutti! Ho cominciato a correre da un paio di anni dopo qualche anno di astinenza sportiva pressoché totale (causa infortuni vari e aumento della famiglia nonchè degli impegni lavorativi) e, prima, molti anni di arti marziali, attività nella quale la corsa non è esattamente una priorità. Dopo una fine 2010-inizio 2011 fatto così alla buona, senza cronometri o ansie particolari, da qualche mese mi sono messo ad allenarmi con un pochino di impegno in più.
Di qui la decisione di informarmi meglio, sia sulla teoria che sulla pratica della corsa.
Una delle cose che mi sono saltate subito all'occhio consultando varie fonti - tra cui ovviamente anche questo interessantissimo forum - è che, spesso, ai principanti non si consiglia di correre per tot km a prescindere dal tempo, ma (cosa che secondo il mio istinto è assolutamente innaturale) per tot tempo a prescindere dai km.
Ma scusate (ed ecco il mio ingenuissimo domandone

), qual è il motivo di tale consiglio? Se il mio obiettivo è quello di correre, ad esempio, un 10.000 metri, non è più logico tentare, in un primo momento, di coprire la distanza, senza guardare il cronometro e poi, solo in un secondo momento, limare il tempo magari anche grazie a un allenamento più mirato?
Mi spiego meglio (e mi scuso ancora per l'infimo "livello" della domanda

): che senso ha arrivare a correre per, diciamo, un'ora, se poi per fare i 10.000 ci metto un'ora e un quarto? Non è più logico correre i 10.000 come viene e poi pensare a quanto ci ho messo? Parto io dal presupposto sbagliato
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(ovvero voler finire una gara/allenamento piuttosto che correre per un tempo X) oppure c'è un motivo che mi sfugge?
Ringrazio tutti in anticipo per le risposte!
