Da ragazzo ero un atleta di belle speranze, correvo soprattutto podistiche e campestri, ma anche in pista (fino alla categoria allievi) con tempi sui 3000 mt inferiori ai 3’ al km.
Poi mi sono un po’ perso, da juniores le distanze si allungavano e richiedevano preparazione e sacrifici molto maggiori, abitavo in un piccolo paese e mi ero sempre allenato da solo e in maniera molto improvvisata, diciamo che fino ai 15 anni mi ha sorretto il talento naturale, poi avrei dovuto cambiare molto come metodologia di allenamento, correndo fra l’altro con gente più grande di me e su distanze più che raddoppiate (la categoria juniores va dai 16 ai 18 anni e quindi a 16 correre con gente di 18 è molto dura e demotivante, nelle podistiche dopo i 14 anni diventavi direttamente amatore e correvi su distanze intorno ai 10-12 km con gente di tutte le età, io che fino ad allora mi ero sempre allenato per distanze di max 4-5 km) e così ho lasciato perdere, preferendo altri sport (calcio e basket) praticati fra l’altro a livello puramente dilettantistico, come intermezzi ludici rispetto allo studio e alle ragzze.
Però la corsa mi è sempre rimasta nel cuore, era probabilmente lo sport verso il quale ero più portato, e nel periodo fino ai 35 anni, ho sempre corricchiato un pochino, per tenermi in forma e allentare le tensioni della vita, ma sempre saltuariamente e senza costanza.
Ora, dopo tanto tempo, mi sto riavvicinando alla mia antica passione.
Per me non è stato semplice accettare di correre solo a livello di puro divertimento e benessere psico-fisico: la mia natura molto competitiva mi ha sempre portato a misurare i miei tempi e le mie prestazioni, danneggiando la sensazione di puro piacere che dovrebbe invece essere il motivo principale della corsa.
E questo perché io quel puro piacere, quella sensazione di leggerezza e onnipotenza che si prova avendo il controllo totale del proprio corpo, l’avevo già vissuta quando ero un ragazzino di 14 anni e non mi volevo accontentare di un surrogato di esso, senza capire e accettare che non sarei mai più potuto essere quel ragazzino di un tempo, che volava in mezzo al fango e non sentiva la fatica.
Ma la testa è strana e molte volte non accetta il passare del tempo.
Ora sono un uomo di 50 anni con un figlio di 8 che vorrei accompagnare nella sua crescita anche sportiva (adesso gioca a calcio ma chissà che fra qualche anno non voglia provare l’emozione di una corsa campestre!) e che si è convinto della necessità di rimettere in forma il suo corpo nei limiti del possibile.
E così ho iniziato dapprima a camminare, poi piccole corsette, ma subito sono insorti problemi muscolari, soprattutto ai polpacci.
Certo ora sono più di 85 kg, 20 e passa in più di quando ero ragazzino (sono alto 1.85) e non mi potevo aspettare che dopo tanti anni di inattività tutto filasse liscio, ma non avevo mai avuto problemi muscolari e questo mi ha dato fastidio.
Ho cominciato a leggervi qualche settimana fa e mi sono anche convinto che la causa dei miei malanni potrebbe essere parzialmente imputata anche al fatto che correvo con delle normalissime nb990, non abbastanza ammortizzate per il mio peso e la mia corsa non troppo leggera, oltre che alla mia scarsa propensione agli esercizi di defaticamento e stretching.
Mi è comparsa anche una fastidiosa infiammazione al tendine di Achille, per cui al momento, mi limito a camminare per non peggiorare le cose, ma appena starò meglio qualche minuto di corsa non me lo impedirà nessuno, con ai piedi una scarpa certamente più adatta.
Certo che a 14 anni problemi di scarpe non ce li avevo!

Spero di non avervi annoiato con la mia prolissa presentazione, ma molti ricordi mi sono balzati davanti agli occhi e non potevo liquidarli in due parole.
Auguro a ognuno di voi di riuscire a provare quelle sensazioni di puro piacere che ho provato un tempo e che mi sforzerò di ritrovare, anche solo in parte, nel mio prossimo futuro.
Buona corsa a tutti!
