E' passato un weekend con un caldo umido e afoso davvero difficile da sopportare e sperando che da Giovedì la temperatura diminuisca, vi racconto le mie dis(avventure).
Venerdì pomeriggio mi reco alla Villa verso le 18 ma la situazione ambientale è oggettivamente proibitiva (Temperatura circa 31°, percepita 37°, 60% umidità). So perfettamente che non dovrei correre ma visto che il giorno prima avevo riposato e sapendo che l'indomani non avrei avuto alcuna possibilità di uscire non me la sentivo di rimanere inattivo per 3 giorni ergo decido di partire lo stesso.
Inutile dire che la sessione è di breve durata (solo 5 Km) e che non ha ne arte ne parte ma serve solo a mantenermi in attività; troppa umidità, troppo caldo, insomma è servita solo per sgranchire le gambe.
Andiamo a domenica mattina...
Mi alzo alle 05:30 perché, al contrario della maggioranza delle volte, decido di andare a correre avendo già fatto colazione; solita reazione gastrointestinale
, faccio tutto con calma e attendo che ci sia un minimo di luminosità.
Alle 06:45 sono già alla Favorita (ci sono già decine di runner che si stanno riscaldando e/o pronti al riscaldamento) e quindi inizio con il riscaldamento...
Il Sole deve ancora fare capolino e la temperatura è di circa 27° con una umidità superiore al 70%; si sta meglio di venerdì ma ovviamente la situazione andrà rapidamente a peggiorare...
Parto con poco meno di 10 minuti di riscaldamento e sono già totalmente sudato con le braccia completamente bagnate, andiamo bene...
Prima di raccontare la sessione faccio una sintesi degli obiettivi:
-Obiettivo generale: fare 12 Km (con questo caldo al ritorno sarà davvero dura...);
-Obiettivo teorico: fare il PB sulla distanza (non avrebbe senso dato che l'ho migliorato la settimana scorsa di quasi 8 minuti ma è sempre una motivazione in più che bisogna darsi) ;
-Obiettivo sessione: analizzare l'andamento cardiaco durante l'intera corsa (l'unica vera cosa che m'interessa realmente).
Ovviamente il percorso è identico a quello della settimana scorsa.
Parto volontariamente in modo vivace perché m'interessa il comportamento cardiaco, niente andature, ritmi, tempi e via dicendo.
Primo e secondo chilometro a media record ma non è importante visto che tra poco inizieranno i problemi...
Arrivo al "punto di non ritorno" (cancello Favorita) e stavolta cerco di frenarmi di meno per evitare la crisi che ebbi la settimana scorsa al giro di boa; inizio la discesa e arrivo ai 5 Km con un tempo superiore di 02:30 rispetto al mio PB (5 Km) ma la notizia non mi da nessuna sensazione, quello che percepisco è un maggiore affaticamento cardiaco mentre le gambe proseguono senza troppi intoppi.
Sesto chilometro: siamo quasi al termine della discesa e il tempo è di 00:54 superiore al mio PB (6 Km), in effetti nell'ultimo chilometro sono andato a 6.30/Km e ho recuperato gran parte del ritardo accumulato nella prima parte ma non faccio alcun tipo di calcolo perché la vera sfida è riuscire ad arrivare alla fine.
Settimo chilometro: arrivo alla rotonda di Mondello e il caldo inizia davvero a farsi sentire (prima in discesa il vento mi aiutava molto, adesso sono in pianura e le percezioni sono cambiate nettamente), inoltre l'umidità è davvero altissima (ho entrambi i polsini praticamente bagnati), il tempo è superiore di 01:30 rispetto al mio PB (7 Km) ma è proprio adesso che inizia il bello (cioè il peggio)...
Ottavo chilometro: è iniziata la salita (laddove la settimana scorsa ebbi la crisi e andai, per la maggior parte della distanza, al passo) e nonostante riduca drasticamente il ritmo, non ho le gambe dure e quindi riesco a fare parte della ascesa al piccolo trotto piuttosto che andare al passo, buon segno!
Nono chilometro: siamo in piena salita e ho dovuto andare al passo ma stavolta non per le gambe ma per il fiato (ero davvero stanco e non riuscivo a respirare regolarmente); ormai non ha più senso parlare di tempi/andature ma bisogna solo stringere i denti e andare fino alla fine;
Decimo chilometro: nonostante la crisi cardiaca le gambe rispondono bene e continuano a non essere dure, per il resto non posso far altro che andare con il freno a mano tirato... finalmente arrivo al cancello, prendo il sentiero e do inizio allla parte finale, il caldo ormai si fa sentire notevolmente e il Sole è presente su tutto il Parco...
Undicesimo chilometro: sono sulla pista bianca e non so chi sia più stravolto, io o quell'anziano obeso che venendo verso di me in senso contrario è vestito con un giubbotto a maniche lunghe impermeabile
; vorrei dirgli che un idiota puro ma non c'è la faccio e continuo ormai per forza d'inerzia...
Dodicesimo chilometro: entro in Villa e il caldo è spaventoso, l'aria sembra uscire da un phon e l'umidità è qualcosa di non facilmente descrivibile. C'è l'ho fatta anche se il riscontro cronometrico è assolutamente irrilevante.
ASPETTI POSITIVI SESSIONE:
-nessuna crisi muscolare forse dovuto al fatto che ho lasciato le gambe maggiormente libere durante la discesa (e la fase di salita ne ha beneficiato);
-la parte di salita fatta al passo si è ridotta nonostante la crisi cardiaca;
-smaltimento della fatica post-sessione alquanto veloce.
ASPETTI NEGATIVI SESSIONE:
-crisi cardiaca sopraggiunta subito dopo il 7° Km; è vero che il caldo e l'umidità avranno influito negativamente ma è anche vero che l'analisi dell'andamento cardiaco ha confermato qualcosa...
ANALISI ANDAMENTO CARDIACO:
E' palese che il mio cuore è, attualmente, come una autovettura dotata di sole due marce: prima e seconda (molto probabilmente quando ho iniziato a correre possedevo solo la prima anzi no solo la retromarcia). Svolgere il 62% della sessione in zona rossa non è facile per nessuno (e il 30% in zona gialla) e questo spiega gran parte della faccenda, sia attuale che passata.
Ovvio che il fulcro di tutto è qua: altro che "specie protetta", non puoi acquistare velocità (ergo assumere andature più veloci) se vai con una macchina sempre in seconda marcia che, inevitabilmente, prima o poi andrà fuori giri...
se vuoi andare veloce devi mettere la terza, poi la quarta e infine la quinta ma questi sono rapporti che per adesso non possiedo...
La cosa più importante della giornata però accade nel pomeriggio; senza entrare nei particolari, mi ritrovo a discutere con un medico (il quale mi confessa che corre anche lui solo per diletto) e ne approfitto per parlargli della mia tragicomica avventura podistica facendogli vedere gran parte delle sessioni che ho finora svolto.
Gli parlo delle difficoltà che incontro e lui dopo aver visto e sentito tutto quanto concretamente mi espone i seguenti concetti (riassumo sinteticamente):
-la causa principale della mia poca elasticità cardiaca è dovuta certamente al sovrappeso ma non solo...;
-il mio organismo si è "adattato" (e come dice lui è la cosa peggiore, infortuni a parte, che può capitare ad uno sportivo) ossia il mio corpo (inteso come la fusione di gambe, cuore, polmoni e cervello) appena parte si adatta automaticamente ad una andatura (quella che esso ritiene la migliore in base all'altezza, al peso, alla distribuzione muscolare, alla soglia anaerobica, al livello di allenamento posseduto e al percorso da compiere) e difficilmente (in un certo senso si oppone esso stesso) riesce a migliorare le prestazioni se non si attua una drastica variazione di allenamento;
-va da se che la perdita di peso facilita notevolmente il miglioramento delle prestazioni (lui ha parlato di circa 4 secondi persi/Km per ogni chilo superiore al proprio peso forma) ma oltre a questo debbo necessariamente cambiare allenamento;
-il migliore allenamento che si possa fare per evitare/combattere l'adattamento sono le variazioni di ritmo (sono frustate per il cuore ma, alla lunga, gli fanno bene, molto bene mi ha detto);
-almeno una volta a settimana dovrò dedicare una sessione unicamente alle variazioni di ritmo. Per iniziare mi ha detto di usare come riferimento il tempo e non la distanza: si parte per 2 minuti tenendo la massima andatura possibile (ha tenuto a specificare che anche se ne ho la percezione non sarà mai la massima possibile cui posso tendere perché psicologicamente nessuno riesce a dare il 100% senza confrontarsi con altri avversari), al termine di questo periodo si rallenta facendo jogging per 1 minuto e dopodiché si riparte nuovamente ergo una fase dura 3 minuti (2+1); inizialmente devo fare almeno 10 fasi ma l'optimum sarà quando arriverò alle 15-20 fasi (mi ha detto che ci vorranno almeno 2 mesi);
-quando mi renderò conto che riesco ad uscire da queste variazioni senza andare al reparto di cardiologia
allora dovrò aumentare la durata della fase (3 minuti di corsa + 1.30 minuti di recupero)
-i benefici sulle sessioni normali (brevi o lunghe che siano) non tarderanno a farsi vedere...
Mi ha detto che debbo fare il test da sforzo cardiopolmonare presso un centro di Medicina dello Sport per avere maggiormente chiara la situazione sui "gas di scarico"
Beh, è ovvio che adesso mi darò da fare per fare l'esame .
Alla prossima.