
Premessa
Quando da Settembre sono gradualmente passato dai 2/3
Allenamenti a settimana a 4/5 prima per assentarmi a 6 ( anche se la media reale rimane sempre più vicina a 5) ho cercato di capire come impostare un programma valido di allenamento visto che prima correvo a sensazione ( spesso progressioni che finivano quasi al max ) o la.massimo mettevo qualche ripetuta random. Tra i vari studi che ho letto mi ha affascinanto quello di Sailer ( se non ricordo male il.nome ) sull'allenamento 80/20 negli sport di endurance e le sue declinazioni come appunto il.polarizzato....80% piano,molto piano...20% forte,molto forte. Ero giunto però alla conclusione che andasse bene per professionisti da 12/14 Allenamenti a settimana e 180/220 km...dove quindi il 20% voleva dire cmq 3 Allenamenti tosti a settimana ( o 2 nelle settimane blande ) e un numero importante di km.
Del resto le tabelle per amatori di tutti i coach che trovavo ( anche molto famosi e seguiti) andavano molto pii vicino al 50 e 50 che all'80/20 e il 50 lento non era cmq così lento come nella teoria dell'80/20. Quindi ho seguito un approccio diciamo classico con 2 lavori ( soprattutto medi e ripetute) e un lungo a settimana intervallati da 3 lenti.
Ieri ho avuto modo di confrontarmi con un mio conoscente che dopo anni di stasi a volume costante (100/110 km a settimana spalmati su 6 o 7 Allenamenti) cambiando coach e passando a un modello 80/20 ha ottenuto miglioramenti importanti nel giro di pochi mesi.
Praticamente ogni microciclo di 2 settimane fa 3 lavori molto duri e fino a 11 corse lentissime ( 90/120 secondi più lento del VR). Non entrato nel dettaglio dei lavori quindi non dire come è applicato in realtà.
Secondo voi è un approccio che a livello amatoriale può avere un senso? Magari per chi si allena 6/7 volte a settimana ma senza bigiornalieri ecc...
Mi domando per esempio come si potrebbero inserire i lunghi in un programma del genere ( eppure il.conoscente è soprattutto un Maratoneta ) e come variare gli stimoli allenanti in una rotazione così lunga